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Barbara D’Urso: “Le luci sono l’ennesima etichetta che mi hanno appiccicato ma le usano tutti”

Barbara D’Urso a “Il Tempo delle Donne” si difende dalle etichette: “Ho 68 anni, niente botox né ritocchi. Le mie luci? Nascono da una scelta di naturalezza. Le hanno copiate tutti, le hanno pure triplicate, ma nessuno lo dice”.
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Le luci di Barbara D'Urso. Messa così, sembra che io abbia pronunciato il nome di un brand. Di fatto, lo riconosce lei stessa, è "un'etichetta". Nel corso dell'incontro pubblico "Il tempo delle donne", la conduttrice ha fatto il punto sulle critiche e sulle leggende che da anni l'accompagnano. "A Ballando con le stelle", spiega, "le luci saranno uguali per tutti".  

Il segreto delle "luci di Barbara D'Urso"

Barbara D'Urso ha svelato il motivo dietro questa scelta tecnica: "Ho fatto una scelta nella mia vita. Ho 68 anni e non faccio interventi. Neanche il botulino. È tutto mio". Una dichiarazione che suona quasi come una provocazione in un mondo televisivo dove i ritocchi estetici sono la norma piuttosto che l'eccezione. "Sono nate le luci di Barbara D'Urso per questo", continua, spiegando come una scelta di naturalezza si sia trasformata in un espediente tecnico necessario. Il parallelo che fa è disarmante nella sua semplicità: "Voi siete in spiaggia e volete farvi una foto per pubblicarla. Se vi fate una foto a mezzogiorno, insomma. Se ve la fate al tramonto, siamo tutti più fighi".

L'imitazione e l'etichetta che non si stacca

Il racconto di D'Urso si fa più amaro quando parla di conduttrici che hanno imitato la sua scelta: "Negli anni ci sono tante persone che hanno preso le luci di Barbara d'Urso e le hanno esagerate, triplicate per gli altri, ma l'etichetta è rimasta a Barbara D'Urso". L'accusa implicita è chiara: altri hanno copiato ed esagerato, ma il marchio negativo è rimasto attaccato solo a lei. "Come la famosa cosa del trash", aggiunge, toccando il nervo più scoperto della sua carriera televisiva. "Qualcuno ha deciso quest'etichetta", dice D'Urso, riferendosi alla definizione di "trash" che da anni la accompagna. La sua difesa si fa più intensa quando parla degli accordi professionali: "Senza specificare se queste cose le facevo in accordo con qualcuno". La conduttrice rivendica il valore sociale dei suoi programmi, spesso ignorato dalla critica: "Quando c'è Barbara d'Urso c'è solo il trash, ma non c'è la lotta contro la violenza sulle donne, contro i diritti civili". Un'affermazione che suona come un atto d'accusa verso chi ha scelto di vedere solo una parte del suo lavoro.

Il prezzo della resilienza

"A me ormai scorre addosso", conclude D'Urso, ma il tono tradisce una ferita che non si è mai del tutto rimarginata. "Non mi sembra che sia una cosa che mi appartiene e che non appartiene ad altre cose, no?" La domanda retorica finale racchiude anni di frustrazioni e la consapevolezza di aver pagato un prezzo altissimo per scelte che altri hanno fatto impunemente. L'intervento di Barbara D'Urso a "Il Tempo delle Donne" si configura come un tentativo di riscrittura della propria narrazione pubblica, un'operazione verità che arriva dopo anni di silenzio e che rivela una donna più fragile e consapevole di quanto il personaggio televisivo abbia mai lasciato trasparire.

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