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Patrizio Rispo: “Mi hanno diagnosticato un tumore, ecco cosa ho scelto di fare”

L’attore, 66 anni, è da sempre testimonial di campagne di prevenzione e salute: “La mia esperienza è positiva nonostante una diagnosi di tumore alla prostata: ecco perché”.
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Patrizio Rispo aveva già raccontato la sua vita cambiata dopo la diagnosi del tumore, ora ci ritorna su al settimanale della salute, "Ok Salute e Benessere". L'attore, 66 anni, noto a tutti per il ruolo di Raffaele Giordano, nella serie di Rai 3 Un Posto al Sole, è da sempre testimonial di campagne di prevenzione e salute. In una intervista a “Ok salute e benessere” racconta la sua esperienza. Quando aveva 59 anni, infatti, gli è stato diagnosticato – proprio in ragione della sua attenzione alla prevenzione – un carcinoma allo stadio iniziale. Era il febbraio 2015: “Sono stato coinvolto, insieme ad altri quattro colleghi”. Questi colleghi erano Francesco Paolantoni, Rosaria De Cicco, Mimmo Esposito e Germano Bellavia.

Il racconto di Patrizio Rispo

In quella campagna, lui ha fatto una serie di esami e ha scoperto di avere il PSA molto alto: “Vista questa anomalia ho subito iniziato ad approfondire e dopo numerosi altri accertamenti mi è stato diagnosticato un cancro alla prostata in fase iniziale, localizzato nella zona apicale della ghiandola. C’era poco da fare, mi dissero i medici, il tumore andava operato”.

Non sono stato a pensarci troppo e nel giro di poco tempo, dopo ulteriori esami necessari all’operazione, sono stato ricoverato per l’intervento. Quel giorno, però, è accaduta una cosa curiosa: ero già sul lettino della sala operatoria quando è mancata la corrente elettrica e i medici sono stati costretti a posticipare l’intervento nel pomeriggio. Ho atteso paziente, ma anche al secondo tentativo, niente. Il mancato ritorno della corrente elettrica ha spinto i sanitari a rinviare l’operazione nei giorni immediatamente successivi. Quella corrente saltata non era forse un segno del destino? Così, dopo queste riflessioni, ho deciso di annullare l’intervento e di sottopormi a nuovi esami.

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Una scelta coraggiosa

Quando incontra un nuovo urologo, Patrizio Rispo si convince a non operarsi:  “Il mio tumore, in quel momento, aveva dimensioni molto ridotte e un’aggressività minima. La scelta più opportuna, secondo lui, era quella di entrare in sorveglianza attiva, il che significava tenere sotto attenta osservazione il tumore anno dopo anno. Per sei anni mi sono sottoposto con rigorosa costanza ai controlli periodici, fino a quando, cinque mesi fa, uno degli esami di routine ha evidenziato un cambiamento nelle caratteristiche iniziali del mio tumore. È stato in quel frangente che il professor di Lauro ha deciso di sottopormi a un’operazione, avvalendosi di una nuova tecnologia non invasiva a ultrasuoni focalizzati che ha permesso di eliminare, in una sola seduta operatoria, i tessuti cancerosi, senza la necessità di ricorrere successivamente alla radioterapia”

Finita l’estate, Patrizio Rispo ha spiegato che dovrà sottoporsi a nuovi controlli per verificare che del tumore effettivamente non sia rimasta traccia. I progressi della medicina e la prevenzione, afferma orgoglioso: “Mi hanno permesso di vivere un’esperienza positiva nonostante una diagnosi di tumore alla prostata”.

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