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Magalli: “La Rai? Mai stata riconoscente. Barbara D’Urso insincera, un monumento al trash”

Giancarlo Magalli commenta l’essere fuori dai palinsesti Rai 2023/2024: “Rai irriconoscente, non ha coscienza, solo dirigenti che cambiano”. E su Barbara D’Urso fuori da Mediaset: “Monumento al trash. Un modo di fare tv con una grande dose di insincerità. Per sembrare amica del pubblico, con il cuore, esagerava ogni cosa. Non mi è mai piaciuta”.
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Giancarlo Magalli si concede in una lunga intervista a Il messaggero, commentando i palinsesti Rai 2023/2024 appena ufficializzati e parte di quelli Mediaset, che hanno visto in primis l'uscita di scena di Barbara D'Urso. Con lei da tempo non scorre buon sangue: "Quello che faceva lei era il monumento al trash. Un modo di fare tv non dico brutto o sbagliato, ma estremamente ruffiano, con una grande dose di insincerità. Per sembrare amica del pubblico, con il cuore, esagerava ogni cosa. A me non è mai piaciuta. E poi mi ha tolto il saluto perché nel 2003 non la invitai nella giuria del programma La grande occasione, dedicato agli imprenditori. Che c’entrava?".

Le critiche a Barbara D'Urso

In tempi Covid, Magalli nemmeno si era risparmiato: "I famosi tutorial, c'è gente che spiega qualsiasi cosa. Anche una famosa conduttrice c'ha spiegato come si levano i guanti, che noi non l'avremmo mai saputo altrimenti" e sull'Eterno Riposo della discordia, fatto da Barbara D'Urso in diretta con Matteo Salvini aggiunse un laconico "Prego che cessino queste preghiere".

Magalli fuori dai palinsesti: "Rai irriconoscente"

Giancarlo Magalli non ha trovato un posto negli attuali palinsesti Rai e men che meno in Mediaset. È apparso su Tv8 al Gialappa's Show, dove sarebbe ben felice di tornare come ospite. Il resto ha lasciato il passo ad amare consapevolezze: "Se vogliamo parlare di riconoscenza, quella – nel mondo dello spettacolo – non esiste. Meno che mai in Rai, che non essendo identificabile in una persona, una coscienza non ce l’ha proprio. Ha solo dirigenti che cambiano ogni due-tre anni", poi ha aggiunto, "Mi avevano promesso una telefonata sia Angelo Mellone, che adesso guida il Day Time, sia il direttore generale Giampaolo Rossi, ma finora non li ho sentiti. Non è un problema: lavoro con la Rai dal 1964, senza mai una raccomandazione". Anche se la lontananza dalla tv è frutto, a suo dire, di una scelta ragionata da tempo: "C’è anche da dire che non voglio far carriera. Un impegno di due ore, tutti i giorni, per nove mesi, non lo reggerei più. Per questo due anni fa ho lasciato I fatti vostri".

L'amicizia con Giorgia Meloni e l'opinione su Insegno

Sta di fatto che questo Governo Meloni pare lo rappresenti maggiormente rispetto al passato: "Di sicuro più degli altri, anche perché – e non vorrei sembrare un emulo di Pino Insegno – io sono amico di Giorgia Meloni da anni. Quando ci presentarono, in una libreria, mi mostrò un filmato del suo ufficio di ministro della Gioventù con una mia foto appesa al muro. Poi mi invitò ad Atreju, ma non mi ha mai chiesto di presentare comizi". E su Pino Insegno raccomandato in Rai: "Pino è un amico, lo stimo e gli voglio bene. Però entrare in azienda con la bandiera “Sono amico di Giorgia” lo esporrà a tanti attacchi. E poi lui è divisivo: è anche laziale".

Il nodo Adriana Volpe: "15 anni che nessuno mi restituirà"

È completamente guarito dal linfoma che l’ha tenuto fermo per un anno, lo scorso 5 luglio ha compiuto 76 anni. Tornerà a indossare la tonaca del vescovo di Spoleto sul set di Don Matteo 14, la serie di Rai1 con Raoul Bova al posto di Terence Hill. Al momento si definisce in pensione ma con un conto ancora aperto: "Lo sono, da quando ho 60 anni. Non è d’oro, ma almeno la Rai ha sempre versato i contributi. Certo, ora dovrò pagare la Volpe…7 anni di beghe legali e 8 di lavoro con lei sono 15 anni di vita che nessuno mi restituirà (ride)". Il pagamento si riferisce alla condanna per diffamazione a seguito di un'intervista rilasciata al settimanale Chi, nella quale, in merito ai casi Weinstein e Fausto Brizzi, il conduttore è stato accusato di aver fatto riferimento alla Volpe come esempio di una donna che aveva approfittato di avances sessuali. Il commento arrivò subito sui social:

Dato che tra 54321 la Volpe inonderà il web di comunicati stampa riguardanti la mia condanna esemplare per un'intervista in cui io parlavo del Me Too e NON la nominavo affatto, volevo anticiparla specificando che il giudice mi ha dato una multa (che non devo nemmeno pagare) una provvisionale (che non devo pagare) e le spese legali (che pagherò). Questo prima che dica che sono stato condannato all'ergastolo o a 10 milioni di risarcimento. Per inciso nella causa eravamo imputati io, il giornalista che mi aveva fatto l'intervista e aveva cercato di farmi parlare della Volpe (assolto) e il direttore responsabile del giornale che l'aveva pubblicata. Per lui la querela è stata ritirata. E di chi parliamo? Ma di Alfonso Signorini che casualmente è quello con cui da allora Adriana lavora. Coincidenze, eh.

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