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Eleonora Cecere: “Ai tempi di Non è La Rai un maniaco voleva ammazzarmi. Oggi faccio la vigilante”

27 anni dopo Non è la Rai, Eleonora Cecere si racconta su Fanpage.it: i gesti inquietanti di chi era ossessionato da lei, il matrimonio con Luigi Galdiero, il lavoro di vigilante, il sogno di tornare in tv. Alle spalle, la battaglia contro una grave malattia: “È stato un calvario, pesavo 38 chili, mi hanno asportato l’utero e le tube. Non è facile accettare di non potere più avere figli”.
A cura di Daniela Seclì
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Sono trascorsi 27 anni da quando si sono spenti i riflettori di Non è la Rai. Eleonora Cecere era una delle ragazze più amate del programma di Gianni Boncompagni, a cui partecipava insieme alla cugina Claudia Gerini. Eleonora oggi ha 44 anni e si è raccontata in una lunga intervista rilasciata a Fanpage.it. Sei anni fa ha affrontato una grave malattia: "È stato un calvario, pesavo 38 chili, mi hanno asportato l'utero e le tube. Non è facile accettare di non potere più avere figli". La vita, però, le ha anche riservato momenti molto felici. Il 3 maggio 2021 ha sposato il regista Luigi Galdiero, padre delle sue due figlie, Karole che ha 10 anni e Marlene, che ne ha 8. Grandi soddisfazioni anche nella carriera, iniziata quando aveva solo 6 anni vincendo il concorso Baby Star. Eleonora Cecere ha recitato al Teatro Sistina di Roma con la regia di Pietro Garinei, accanto a Enrico Montesano e Barbara D'Urso, in una rielaborazione di Mrs Doubtfire. In tv ha preso parte a trasmissioni di grande successo come Tappeto volante e Stasera mi butto. Oggi fa la vigilante: "A lavoro mi chiamano Eleonora di Non è la Rai" e sogna di tornare in tv. Ecco la sua storia.

Eleonora Cecere 27 anni dopo Non è la Rai

Avevi solo 13 anni quando sei stata scelta per partecipare a Non è La Rai. Ricordi come iniziò quest’avventura? 

Nel 1990 feci il provino per Domenica In. Boncompagni mi chiese di cantare Il cielo in una stanza. Da lì è partita la scalata. Ho fatto Domenica In con lui, poi Stasera mi butto con Pingitore dove interpretavo Marilyn Monroe da bambina. Nel 1991, cominciava Non è la Rai. Il passaggio avvenne quasi in automatico anche se feci regolarmente un provino.

Quando si tratta di Non è la Rai, c’è una netta frattura tra chi parla di dinamiche spietate e chi invece conserva un bel ricordo. Tu a quale fazione appartieni?

Per quanto mi riguarda, è stata la cosa più bella della mia vita. Ha lasciato tantissimi bei ricordi, la gente ancora ci segue e ci vuole bene. Tantissime persone mi chiedono di tornare in tv. Stravedono per noi. Si è visto quando Ambra ha cantato T'Appartengo a X Factor. Non è la Rai è rimasto nel cuore di tutti.

Ricordo che all'epoca i fan erano ossessionati da voi. Qual è la cosa più eclatante che hanno fatto per te?

C'erano gesti tutto sommato carini. Venivano davanti casa mia col pullman o con i motorini. Io vivevo fuori città e a volte era mio padre a riaccompagnarli a Roma. Su una strada che percorrevo ogni giorno per tornare a casa, sull'asfalto c'era scritto: "Eleonora sei tutti noi", "Eleonora ti amiamo". E poi c'erano gesti davvero inquietanti.

Raccontami. 

Un maniaco mi minacciava di morte, mi mandava delle musicassette con la sua voce che diceva: "Prima o poi ti ammazzerò", cose che mi turbavano. I miei genitori avevano paura di farmi uscire con gli amici, perché questa persona mi minacciava di brutto. Mi mandò anche una bambolina vudù con una gamba in meno, uno spillo infilzato nelle tempie e un cappio al collo, su un biglietto c'era scritto: "Questa sei tu e questa è la fine che farai". È sceso il panico sulla mia famiglia e nei miei occhi, avevo paura.

Eleonora Cecere ai tempi di Non è la Rai
Eleonora Cecere ai tempi di Non è la Rai

Eleonora Cecere oggi: ha 44 anni, fa la vigilante e sogna di tornare in tv

Dopo avere trascorso così tanti anni insieme, condividendo sia il successo che i suoi risvolti più spaventosi, tu e le tue colleghe siete ancora unite o vi siete perse di vista?

Ci sentiamo spessissimo. Abbiamo una chat su whatsapp delle piccoline del programma, dove ci sentiamo io, Pamela, Emanuela, Angela. Poi c'è una chat con la maggior parte di noi, dove ci diamo il buongiorno, ci raccontiamo, ci diamo una mano a vicenda quando serve. Siamo tutte molto vicine.

Dopo quell’esperienza, hai lavorato in tv e poi a teatro. Quando è arrivato il Covid, ti sei vista costretta a reinventarti.

Con la pandemia il mio lavoro si è fermato. Per dare una mano alla mia famiglia e a mio marito, ho deciso di rimboccarmi le maniche e trovare un altro lavoro. Volevo contribuire alle spese familiari. Ho due figlie a cui devo pensare. Ho mandato il mio curriculum a diverse realtà. Mi ha risposto una società di vigilanza privata, da allora ho iniziato a lavorare in questo settore.

Di cosa ti occupi?

Inizialmente ero negli hub dove si vaccinava contro il Covid. C'erano fino a 700 persone al giorno, lavoravamo anche 12 ore. Nel mio piccolo, provavo a strappare un sorriso agli anziani, che venivano a fare il vaccino con la paura negli occhi. Più di recente, ho fatto la vigilante al pediatrico. E ora continuo nel settore medico, ASL Roma 4. In questi giorni sono di servizio in un poliambulatorio e lavoro anche fino a mezzanotte.

Ti piacerebbe tornare in tv?

Sì, il mio sogno è tornare sul palcoscenico. Vorrei ricominciare a fare quello che è il mio lavoro, la mia passione, quello per cui ho studiato una vita. Vorrei soltanto poter dimostrare che Eleonora artisticamente è cresciuta molto.

Eleonora Cecere oggi
Eleonora Cecere oggi

Eleonora Cecere e la malattia: "Ho rischiato di morire, non posso avere figli"

A 38 anni, ti sei ritrovata a lottare contro la malattia e hai dovuto sottoporti a delicati interventi chirurgici. 

Con l'endometriosi è iniziato il mio calvario. C'è stato un primo intervento dove mi hanno tolto delle aderenze, poi ho ricominciato a stare male. Avevo delle contrazioni all'intestino con perdite ematiche. Hanno deciso di fare un'isterectomia e di asportare utero e tube. Stavo malissimo. Ero dimagrita molto, arrivando a pesare 38 chili. Poi ho preso un batterio ospedaliero che ha causato un principio di setticemia, è stato necessario un bombardamento di antibiotici. Avevo le vene bruciate, le infermiere non sapevano più dove mettere le flebo. È stato un periodo terribile, ho rischiato la vita.

Dopo la riabilitazione fisica e psicologica, sei riuscita a riprenderti.

Non è stato facile accettare di non potere più avere figli e di essere in menopausa a 38 anni. Quando vedo i bambini piccoli, ancora oggi dico: "Mamma mia quanto ne vorrei un altro". Però, mi sono aggrappata alla fede, a mio marito e alle mie bambine e pian piano l'ho superato.

La malattia è ormai solo un brutto ricordo o ti ha lasciato degli strascichi?

Ancora oggi ho dei grandissimi disturbi dovuti anche alla menopausa, che non è stata naturale ma forzata. È dura.

Eleonora Cecere è sposata con Luigi Galdiero e ha due figlie, Karole e Marlene

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Il 3 maggio 2021 sei convolata a nozze con il tuo compagno Luigi Galdiero. Come è avvenuta la fatidica proposta di matrimonio?

Gliel'ho fatta io (ride, ndr). Ero in servizio in un consultorio, dove ci sono delle infermiere che conosco e che sono carinissime. Ho chiesto loro di aiutarmi a trovare il modo per chiedere a Luigi di sposarmi. Su un bigliettino ho scritto: "Vuoi sposarmi?" L'ho messo dentro la busta della ASL, su cui c'era scritto: "Per il signor Luigi Galdiero, screening urgente presso ASL Roma 4". Arrivata a casa, gliel'ho consegnata tutta preoccupata, dicendogli: "A me non l'hanno fatta aprire, devi farlo tu". L'ha aperta ed è rimasto spiazzato.

Vi siete sposati in piena pandemia.

Una decisione presa anche per fare capire a tutti che la vita deve andare avanti. C'erano pochissimi invitati, amici e parenti più stretti, in un ristorante dove ognuno aveva la sua casettina, ma dove noi vedevamo tutti. Abbiamo dato loro delle mascherine con una nostra caricatura. È stato un giorno speciale. Al momento ci siamo sposati in Comune, più avanti faremo anche il matrimonio in chiesa.

Non è un caso che tu abbia deciso di sposarti il 3 maggio, è una data molto importante per te.

È il giorno in cui è nata mia madre. La sua morte, avvenuta sei anni fa, è ancora un grande dolore per me. Il giorno in cui è successo, ero lì con le bambine, che erano ancora piccole. Quando si è sentita male, le abbiamo praticato la respirazione, abbiamo cercato in tutti i modi di salvarla. Per un attimo ci ho anche sperato. Quando l'ho tirata su, c'è stato l'ultimo rantolo. A causa dell'ispessimento delle corde vocali, non è arrivato l'ossigeno al cervello. Doveva essere operata, ma purtroppo non è sopravvissuta fino alla data dell'intervento. E un mese e mezzo dopo ho rischiato di perdere mia figlia.

Cosa è successo?

Marlene, la più piccolina, aveva la pertosse ma non se n'erano accorti. Un giorno è diventata nera, perdeva i sensi in continuazione. In ospedale l'hanno tenuta 6 ore sotto ossigeno e poi l'hanno ricoverata presso il reparto pediatrico dell'ospedale di Tivoli. È stato un momento difficile. Fortunatamente, poi, è andato tutto bene.

Un'ultima cosa. Nel corso della tua carriera, hai lavorato con Enrico Montesano, che di recente è stato squalificato da Ballando con le stelle per avere indossato una maglietta della Decima Mas. Che idea ti sei fatta a riguardo?

Secondo me avrebbe meritato lo spazio per dare una spiegazione sulla maglia che ha indossato. Montesano è una persona un po' particolare, ma anche molto buona. Non credo fosse in malafede.

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