Donatella Zaccagnini Romito, escort di lusso: “In poche ore guadagnavo quanto un mese di lavoro all’università”

Ingegnere con doppia laurea, aristocratica romana, patrimonio immobiliare da capogiro. Eppure Donatella Zaccagnini Romito ha scelto di fare l'escort di lusso, trasformando la sua esperienza in una battaglia culturale che da tempo imperversa e spacca l'Italia in due. Il suo libro "Segreti di una Escort di classe – 96.99.92 una battaglia per la libertà" è diventato bestseller su Amazon e ha acceso un dibattito feroce su prostituzione, femminismo e morale. "Forse neanche il presidente della Repubblica guadagna quanto le escort che lavorano bene come me", provoca ben sapendo di provocare in questa lunga intervista con Fanpage.it.
Dalle trasmissioni TV che l'hanno censurata ("Non dire escort, è pur sempre una trasmissione di dolci") ai milioni di visualizzazioni sui siti specializzati fino alla recente apparizione su Rai2, ospite di Monica Setta a Storie di donne al bivio, Donatella incarna tutte le contraddizioni italiane sul sesso a pagamento. Sostiene che la prostituzione sia "l'ammortizzatore sociale del matrimonio" e rivela che il codice Ateco non basta: "C'è la possibilità di organizzare eventi, ma se a casa mia sia più di una a svolgere attività per la legge è reato".
Con una fee minima di 700 euro ("champagne, ostriche e piscina idromassaggio"), questa ingegnere gestionale che ha lasciato l'università dove guadagnava "1490 euro al mese" per dedicarsi a un lavoro che le frutta molto di più, rivendica il diritto di "trasgredire" e di essere tassata come tutti: "Lo Stato si prende i soldi su qualsiasi cosa, ora ci scandalizziamo se li prende sulle tasse delle prostitute?". Un'intervista senza filtri con la donna che vuole legalizzare completamente il sex work in Italia.

Donatella, quali sono i “segreti di una escort di classe”?
Tanti. C’è grande interesse per questo mio libro, per tutte le tematiche sociali connesse, tanto da diventare bestseller su Amazon e insomma ad essere io stessa chiamata su Rai 2. Inizialmente non mi volevano in tv.
Non ti volevano in televisione?
Più che altro quando mi intervistavano o mi invitavano ai programmi, mi dicevano "Guarda Donatella va bene, vieni ospite, però mi raccomando non dire il titolo del libro perché contiene la parola escort, quindi non può essere detto”.
Una escort che non può dire di essere escort.
La parola “escort” è nel dizionario italiano. Mi dicevano che per l’impostazione del programma, si preferiva non pronunciare la parola “escort”. La mia vittoria è stata essere chiamata a Storie di donne al bivio da Monica Setta e poter presentare il libro con grande libertà.
Chi ti ha impedito di dire la parola “escort” in tv?
La trasmissione si chiama “Dolci che passione”, abbastanza seguita, su Canale 10, condotta da Arianna Nannetti. Io con lei ci vado anche molto d’accordo, però su questa cosa ci siamo trovate un po’ in contrasto. L'ultima volta che m'ha invitata m'ha detto "Donatella, va bene, facciamo il Plum Cake all'Albicocca, di' che hai scritto un libro, però non dire il titolo perché, sai, è una trasmissione di dolci”. Dico: “Ma non è che sto spacciando la droga”. Tra l’altro il libro è pubblicato da un editore napoletano, De Nigris, che pubblica anche autori come Alessandro Cecchi Paone.
Come nasce l’idea del libro?
Pochi giorni prima era uscito il codice Ateco, il 96.99.92 ed ero stata chiamata ospite alla trasmissione Dritto e Rovescio, proprio per parlare della situazione italiana in merito alle accompagnatrici. Da lì è partito tutto.
Ecco, il codice Ateco 96.99.92 è centrale nel tuo libro e nella tua battaglia. Credi davvero che possa essere la chiave per la regolarizzazione della prostituzione in Italia?
No, non basta, non basta perché ci sono dei buchi, dei paradossi all'interno di questo provvedimento. Allora, tu dal punto di vista fiscale regolarizzi l'attività. Quindi la regolarizzi, la ufficializzi come lavoro, come professione, ufficializzi anche le organizzazioni, perché all'interno del codice Ateco c'è anche l'organizzazione di eventi. Quindi l'organizzazione presuppone che ci sia un'interazione tra persone.
Però?
Però se io organizzo, ad esempio, una casa all'interno della quale ci sono diverse ragazze, diverse escort o accompagnatrici che si fanno pagare, lì diventa reato e scatta il reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Quindi tu dal punto di vista fiscale me lo autorizzi, però se poi lo faccio mi punisci e mi condanni legalmente. Quindi è un paradosso, c'è un buco legislativo perché tu non puoi autorizzarmi fiscalmente a fare una cosa e punirmi legalmente a non farla. Non è possibile.
Qual è il modo legale per svolgere la professione al momento?
Ad oggi l'unico modo per svolgere un'attività di escort o accompagnatrice è farlo fuori da casa – io ti chiamo in vacanza, tu vieni in vacanza con me – oppure dentro casa, se di proprietà. Io ho casa mia e faccio venire chi voglio, mi faccio regalare quello che voglio e non devo rendere conto a nessuno.
Se però chiami le amiche…
Esatto. Se io ho tre camere e chiamo un’amica a lavorare, è reato. Non posso farlo. Però, il codice Ateco dice che si può fare l’organizzazione di eventi.

L’organizzazione d’eventi è quello che in Europa sono i bordelli.
Dove la maggior parte degli italiani vanno, parliamoci chiaramente. E perché ci vanno? Perché vogliono divertirsi, ed è giusto, nessuno li condanna. Dicono "Io mi sbatto le scatole tutto l'anno al lavoro, voglio prendermi 15 giorni, sono single, voglio andare là, pagare quello che dicono che c'è da pagare in maniera trasparente e passare quell'ora, 2 ore, 3 ore, 4 giorni con una ragazza che mi scelgo". Lo posso fare? Sì, lo puoi fare. In Italia lo puoi fare? Ni. Perché non si sa quello che puoi fare, quello che non puoi fare, c'è un'ignoranza spaventosa. A me la maggior parte della gente pensa che da un momento all'altro venga arrestata perché vado a dire che faccio l'escort, ma è legale, nessuno lo sa che è legale. Fare l'escort legalmente di spontanea volontà è legale, da sempre, non è mai stato condannato, quello che invece è condannato è il favoreggiamento e lo sfruttamento.
Qual è la soluzione, per te?
Serve una proposta di legge per regolarizzare completamente, come dovrebbe essere, come è in tutti i paesi d'Europa. Gli unici paesi in Europa che non tollerano questa situazione e stanno ancora con le multe ai clienti sono la Francia e i paesi scandinavi. In tutto il resto d'Europa tutte le attività di prostituzione sono legali al 100%. In Italia siamo l'ultimo paese che rimane in questo limbo. Però questo limbo è costoso. Faccio sempre l'esempio di Escort Advisor. Tu se vai su Escort Advisor, a Roma, noi adesso, che è un periodo che le ragazze stanno in vacanza, siamo settemila.
Solo a Roma.
In alcuni periodi arriviamo a novemila! Novemila ragazze che lavorano come escort tutti i giorni a Roma.
C’è una contraddizione evidente, a proposito di Escort Advisor. Su quel sito ci sono annunci di situazioni che teoricamente sarebbero illegali, come più ragazze nella stessa casa. Come funziona questa zona grigia?
In quel caso, il sito ti chiede il documento con l'autorizzazione di entrambe. Si apre un profilo di coppia e si lavora in coppia. Però sei consapevole di essere in una situazione un po’ borderline, che non si capisce se lo puoi fare oppure no. Non è una cosa molto ben definita in Italia.
Quanto guadagna in media una escort al giorno?
Una escort che guadagna poco porta a casa almeno 500 euro al giorno. Può arrivare a 1500 e anche di più. In total black. Pensa ai soldi che potrebbero entrare nelle casse dello Stato regolarizzando tutto. Sarebbe un'entrata economica impressionante, però bisogna regolarizzarlo dando dignità al lavoro, riconoscendolo come vera e propria professione.
Ho un’obiezione. Il modello regolamentato del centro Europa non è che sia poi così funzionante. Nel senso, sì, ci sono i bordelli legali, però le percentuali di sex worker “a posto”, cioè con contratto regolare, sono basse. C’è il “nero” pure lì.
Certo, perché la maggior parte delle persone che svolge questa attività sono già impegnate sentimentalmente e non vogliono far trasparire queste loro attività "ricreative". Rimane una grossa fetta di nero proprio per la natura del lavoro: se uno si vuole rilassare e magari a casa ha la moglie, non può certo emettere fattura con scritto "escort" – non è ancora socialmente accettabile. Però devo dire che ho tante coppie che vengono insieme, quindi questa mentalità si sta aprendo.
Tante coppie vengono con te?
Sì, sì, io ho tantissime coppie, anche famose, gente dello spettacolo.
Immagino che la tua clientela sia decisamente alto spendente. Non arriva certo il “morto di fame” da te.
No, io seleziono molto con una fee di ingresso minimo, quindi ho una clientela che spende molto, di alto ceto sociale, non solo economicamente ma anche per come si pongono. Se non mi piace come mi contattano o come si comportano, interrompo subito il contatto. Chi viene da me ama il lusso ed è disposto a spendere bene per trovarsi bene. Io offro servizi di lusso nel mio appartamento: oltre ad essere italiana, romana, di buona famiglia, plurilaureata, a casa mia c'è un ambiente di lusso con mini piscina idromassaggio, champagne, ostriche.
Hai proprio dei pacchetti organizzati? Da quanto si parte?
Diciamo dai settecento euro in su. Quella è proprio la fee minima. Con ostriche, champagne e piscina idromassaggio. È un'esperienza da stella Michelin, praticamente. Quando vai a mangiare al ristorante Michelin, ti dicono è un’esperienza. La stessa cosa nel mio caso.
Sei ingegnere con doppia laurea, vieni da una famiglia aristocratica, hai un patrimonio immobiliare che ti permette di vivere di rendita.
Sì, come attività principale mi occupo di gestione del patrimonio immobiliare. Sono un ingegnere gestionale, ho diverse proprietà che gestisco, da cui traggo un canone di reddito mensile tra uffici, negozi, appartamenti.
E perché fai la escort?
Per me fare l'escort è sempre stato un lavoro parallelo. Ho sempre portato avanti i miei studi e il mio lavoro principale, ritagliandomi del tempo libero per questi incontri che inizialmente erano fugaci, nel weekend. Poi piano piano ho visto che guadagnavo molto di più come escort che da ingegnere. Un periodo sono stata assunta come ricercatore a tempo indeterminato alla Sapienza, lavoravo come docente. La mattina insegnavo all'università e il pomeriggio avevo gli appuntamenti a casa. Alla Sapienza prendevo 1490 euro al mese per tutto il giorno di lavoro. Al pomeriggio, con tre incontri – magari anche con ragazzi carini – guadagnavo in poche ore quello che prendevo in un mese intero all'università. E in più mi divertivo pure. All'università era tutto "senti il professore, senti il ragazzo, senti quello". Una situazione improponibile.

Ma non può essere solo questione di soldi. C'è anche l'elemento dell'adrenalina, della trasgressione, che ti motiva?
Sì, il desiderio di trasgressione ce l'ho sempre avuto, m'è sempre piaciuto. È una cosa che ho proprio dentro. È sicuramente uno dei motivi principali, insieme al lato economico, perché come ho dichiarato più volte, non esiste lavoro in cui si guadagna così tanto. Forse neanche il presidente della Repubblica guadagna quanto le escort che lavorano bene come me.
C'è chi ritiene che la prostituzione sia una specie di “ammortizzatore sociale” delle famiglie. Qualcosa che “preserva il matrimonio”.
Sono molto d'accordo su questo. Spesso gli uomini annoiati dalla routine quotidiana familiare trovano nei momenti fugaci di trasgressione con delle escort il collante per mandare avanti il matrimonio. Senza questo, magari il matrimonio non resisterebbe perché si farebbero l'amante e il matrimonio andrebbe a puttane. Invece così, ritagliandosi momenti di trasgressione con delle professioniste, riescono a mantenere unito il matrimonio.
Il movimento femminista ti ha attaccato duramente. Associazioni come Resistenza Femminista sostengono che "la prostituzione è violenza maschile istituzionalizzata". Tu invece la rivendichi come libertà. Come la vedi?
C'è anche chi dice che la prostituzione non può essere legalizzata, perché in quel caso è lo stato che diventa sfruttatore della ragazza, quindi lo sfruttatore legale della prostituta, un po' il pappone. Ma scusa, in tutte le attività che facciamo – le proprietà, tu che fai il giornalista, chi ha un negozio – non paghiamo tutti le tasse allo stato? Allora anche in quel caso lo stato è pappone. Lo stato è pappone in quasi qualsiasi caso, anche quando moriamo si prende i soldi. E allora lo Stato si prende i soldi su qualsiasi cosa, ora ci scandalizziamo se li prende sulle tasse delle prostitute?
Ma il problema di fondo rimane, come dicevamo prima: anche con la regolarizzazione, buona parte del settore rimarrebbe comunque in nero.
Quello c'è in tutto. In qualsiasi lavoro, se vuoi battere lo scontrino lo batti, se non lo vuoi battere non lo batti. Però almeno c'è un'ufficialità, una regolarità della professione riconosciuta.
Secondo te cosa manca concretamente per arrivare alla vera regolarizzazione della prostituzione in Italia? Qual è l'ostacolo principale?
Prima di tutto se ne dovrebbe parlare di più, perché c'è tanta ignoranza. Le persone non sanno neanche che l'attività di prostituzione in Italia è legale. Quello che non è legale è lo sfruttamento e il favoreggiamento. La gente non lo sa, per ignoranza, per tabù, perché appena dici escort vieni cacciata dalle trasmissioni. "Sai questa è una trasmissione di dolci". E che significa? Non la guardano uomini e donne? Che dentro al dolce ci metto la droga?
Parliamo di attualità. Il caso del gruppo Facebook "Mia moglie", dove presumibilmente mariti condividevano foto delle mogli senza consenso. Cosa ne pensi?
Se senza consenso, dico sempre che la libertà di un uomo finisce dove comincia quella dell'altro. Se le mogli venivano mostrate senza consenso è da condannare – non so se è reato, revenge porn o altro – però una cosa senza consenso va condannata. Se invece è consenziente, come capita che da me vengono coppie che insieme si vogliono divertire – esibizionisti, scambisti – perché non aprire club dove le persone sanno che si può fare?
Ma oltre al problema del consenso, che idea hai sul fenomeno in sé? Sembra indicare una mentalità ancora molto arretrata verso le donne.
È increscioso. Se mi ritrovassi foto mie messe alla visione di tutti senza il mio consenso non lo gradirei. Però si parla tanto di questo, mentre sui fatti quotidiani – 7000-8000 ragazze che lavorano solo a Roma, in tutta Italia chissà quante – non se ne parla. Io su Escort Forum ho 175 milioni di visualizzazioni, pensa alle persone che vanno a guardare. Non se ne parla perché non c'è libertà di evadere, ci sono tabù, una società che ci pressa.
Ultimo caso di cronaca: la ragazza che ha denunciato di essere stata molestata durante una TAC al Policlinico Umberto I. L'operatore le avrebbe detto "Se ti vuoi togliere il reggiseno ci fai tutti contenti".
Sicuramente è stata una leggerezza dell'operatore, non una cosa carina. Stai facendo il tuo lavoro e lo devi svolgere professionalmente senza commenti sulla fisicità delle persone. Sarebbe stato lo stesso se avesse commentato una persona grassa o magra. È body shaming e in questo caso sessismo perché riguarda un organo sessuale della donna. Condanno il poco rispetto dell'operatore, però da qui a farne un caso… uno fa un complimento, se è gradito lo gradisci, se non è gradito ti tappi le orecchie. Andrebbe verificato se c'è prova effettiva che questi apprezzamenti siano stati fatti, quanto sono stati invasivi, perché spesso c'è la volontà da parte della donna di fare hype, notizia, su cose futili, togliendo spazio a tematiche più serie come questa.