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Amanda Lear: “Volevo diventare una pittrice, mai cercato lo spettacolo. Dalì mi disse che le donne non sanno dipingere”

Amanda Lear, in attesa di pubblicare il suo 23esimo album, ha rivelato di non aver mai pensato alla carriera nel mondo dello spettacolo, ma di aver sempre sperato di poter diventare una pittrice: “La pittura è un lavoro intimo, ti metti a nudo”.
A cura di Ilaria Costabile
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Amanda Lear è un'icona dello spettacolo europeo, amatissima in Francia dove ancora lavora tra teatro, cinema e tv. In Italia per qualche giorno, per inaugurare la sua mostra in cui espone più di trent'anni dei suoi dipinti, racconta come la pittura sia sempre stata una costante nella sua vita e come avrebbe voluto diventare una pittrice, anche quando Salvador Dalì, di cui fu musa, le sconsigliò di portare avanti questa sua passione.

Amanda Lear parla del suo disco e del legame con Dalì

Lavoratrice instancabile Amanda Lear che a Vanity Fair racconta che tornerà in autunno con un nuovo album: "Sarà il mio 23esimo disco. Pare incredibile. Stiamo finendo di registrare in queste settimane, uscirà in autunno: il suono sarà molto particolare, diverso dagli altri", l'artista racconta che da quando Chanel ha utilizzato un suo brano del 1978 come colonna sonora di uno sua campagna pubblicitaria del 2023:

Tutta Colpa di Chanel Da quando ha usato Follow Me, una canzone di un secolo fa per una sua campagna di qualche tempo fa, la hit è diventata virale. Ero in classifica persino in Corea del Sud, dove non ho mai messo piede. Allora la Universal deve aver pensato che funzionavo ancora e mi ha mandato in studio di registrazione. Per questo nuovo album non voglio la mia solita foto ritoccata in copertina: voglio usare uno dei miei quadri. Dipingo da una vita, ma poca gente in Italia lo sa, peccato.

Tra le sue amicizie più note, quella con Salvador Dalì: "Una delle prime cose che mi disse dopo che ci eravamo conosciuti fu: “Amanda, se vogliamo continuare a frequentarci, non farmi mai vedere un tuo quadro. Le donne non sanno dipingere, dai”. E quando gli dicevo che eravamo colleghi si metteva a ridere". 

Dalla pittura allo spettacolo

La pittura è sempre stata una sua passione: "Mi sono dedicata fin da giovanissima alla pittura, avevo studiato a Parigi Belle Arti", poi la sua vita ha preso una piega diversa ed è diventata la star internazionale che conosciamo tutt'oggi:

All’inizio non pensavo certo a una carriera nel mondo dello spettacolo: io volevo solo diventare una pittrice. Studiavo la prospettiva, passavo ore nei musei. Comunque, dopo quelle battute infelici di Dalì, dopo una decina d’anni successe una cosa speciale. Un giorno di pioggia ero come sempre con lui nel suo studio, nella sua casa, ma ero inquieta: mi alzavo, mettevo la musica. Spazientito, Dalì mi disse: “Calmati un attimo. Dipingi anche tu”. Era chiaramente una sfida.

Dalla pittura alla moda e alla musica è stato un passaggio: "con questo volto e questo corpo qui, la vita mi ha portato da un’altra parte: ho fatto la modella poi ho cominciato a cantare, a fare televisione. Ancora oggi in Francia alterno musica, tv e teatro, lavoro moltissimo. Ma la pittura non mi ha mai abbandonata". Lear racconta, quindi, di aver sempre a portata di mano i suoi pennelli:

Sempre. Anche quando sto girando un film o sono in scena a teatro, appena ho tempo libero torno ai pennelli. Non ho bisogno di altro. Ritraggo persone, ma ultimamente sto lavorando su paesaggi malinconici, un po’ diversi. Dipingo a periodi. Quando sto bene, uso molti colori. Se sono depressa o frustrata, i quadri diventano più scuri. La pittura è un lavoro intimo, personale. Davanti a una tela ti metti a nudo.

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