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“Schiave sessuali”, due ex naufraghe dell’Isola dei Famosi nei guai: chiesti 4 anni di carcere

Accusate di essere “schiave sessuali del sultano”, le gemelle De Vivo rischiano quattro anni di carcere in riferimento al processo Ruby ter nel quale è coinvolto anche Silvio Berlusconi.
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Eleonora De Vivo e Concetta De Vivo sono nei guai. I pm hanno chiesto quattro anni di reclusione per le due gemelle famose per essere arrivati alla sesta edizione de "L'Isola dei Famosi", edizione che fu vinta da Vladimir Luxuria e alla quale parteciparono anche Rossano Rubicondi e Belen Rodriguez. Dopo quell'edizione entrarono nella rete di amicizie di Silvio Berlusconi: risultano infatti imputate nel processo Ruby Ter. Chiesta l'assoluzione dall'avvocato, su Ansa si legge che i pm le hanno etichettate come "schiave sessuali del grande anziano, odalische del sultano". L'avvocato rilancia: "Sono emersi "solo considerazioni legate alla morale, non reati".

Avrebbero partecipato alle orge

Eleonora e Concetta De Vivo si sono presentate nell'aula del tribunale nella giornata di ieri. Ci sarebbero anche loro tra le protagoniste dei ‘bunga bunga' party per i quali i pm hanno chiesto una condanna esemplare: quattro anni di reclusione. Etichettate come "schiave sessuali del grande anziano, odalische del sultano, dicendo che hanno partecipato a scene orgiastiche, questi sono solo commenti e considerazioni scandalistiche da parte dell'accusa" spiega l'avvocato difensore.

La difesa dell'avvocato

L'avvocato Maria Emanuela Mascalchi ha chiesto l'assoluzione e ha precisato il grave danno nei confronti delle gemelle De Vivo che "da 10 anni, da quanto dura questo procedimento, vengono etichettate come ‘olgettine', ossia escort, ma non lo sono".

Loro stesse hanno ammesso di ricevere dal 2006 somme di denaro da Berlusconi. Questa non è una condotta illecita, loro non hanno mai nascosto nulla.

Le indagini, stando alla difesa, hanno invece riguardato "la sfera personale". Proprio le definizioni pesanti, i nomignoli e i vezzeggiati piccanti sarebbero segnali di una mancanza di prove: "Non ci sono elementi per arrivare a una condanna" che per i pm sarebbe comunque di falsa testimonianza e corruzioni in atti giudiziari.

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