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La mascotte dei Phillies “trolla” Andy Byorn e Kristin Cabot: la parodia che ha fatto impazzire lo stadio

I Philadelphia Phillies prendono in giro lo scandalo Kiss Cam con una geniale parodia durante la partita. Le mascotte della squadra ricreano la scena Byron-Cabot scatenando le risate dello stadio.
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Quando pensavi che il caso Andy Byron-Kristin Cabot non potesse diventare più surreale, ecco che arrivano i Philadelphia Phillies a dimostrare il contrario. La squadra di baseball ha trasformato lo scandalo più divertente dell'anno in una performance da stadio che ha fatto letteralmente esplodere di risate i 40mila spettatori del Citizens Bank Park, durante l'ultima partita di baseball.

Il caso Byron-Cabot messo alla berlina

Durante la partita contro i Los Angeles Angels, i Phillies hanno orchestrato una delle Kiss Cam più geniali della storia dello sport americano. E tutto è partito dalla colonna sonora: "Speed of Sound" dei Coldplay, un indizio tutt'altro che casuale per chi aveva seguito la vicenda Byron-Cabot. Le telecamere hanno iniziato a inquadrare le coppie sugli spalti, catturando i soliti baci teneri e romantici. Ma poi è arrivato il colpo di genio: la regia ha puntato i riflettori sulle due mascotte della squadra, posizionate esattamente nella stessa posa che aveva reso famosi Byron e Cabot durante il concerto di Boston.

Un remake perfetto

La precisione della ricostruzione è stata perfetta. Le due mascotte si abbracciavano nella stessa identica posizione in cui erano stati sorpresi il CEO di Astronomer e la sua responsabile HR. E poi, proprio come i protagonisti originali, Phillies si è tuffato fuori dall'inquadratura mentre l'altra si girava disperatamente per nascondersi. Il Citizens Bank Park è esploso in una risata collettiva che ha fatto tremare le gradinate. Ma la genialata dei Phillies non si è fermata qui: hanno alzato ulteriormente l'asticella dell'ironia. Un altro momento esilarante è arrivato quando le telecamere hanno individuato tra il pubblico un tifoso che aveva chiaramente pianificato il suo momento di gloria. L'uomo brandiva orgogliosamente un cartello con la scritta "questa È mia moglie", con l'accento sulla parola "è" sottolineata.

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