227 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Alessandra Facchinetti: “Cacciai di casa mio fratello Francesco dopo 6 mesi, un inferno”

In un’intervista al Corriere, Alessandra Facchinetti scava nei ricordi familiari e i rapporti con il fratello quando, ai tempi del capitano uncino, si faceva ospitare in casa sua a Milano: “Rientrava a tutte le ore e voleva chiacchierare anche se la mia sveglia suonava all’alba. L’ho messo alla porta”.
A cura di Andrea Parrella
227 CONDIVISIONI
Immagine

Quella dei Facchinetti è una dinastia, una famiglia numerosa. La voce dei Pooh ha cinque figli, avuti con tre donne diverse. Tra questi c'è Alessandra, la primogenita, designer che è nel mondo della moda da sempre e che si è raccontata in una lunga intervista al Corriere nella quale ha ripercorso la sua carriera, nonché le vicende familiari, evidenziando una certa differenza caratteriale, nonché generazionale, con i fratelli.

Ad esempio Francesco Facchinatti, di otto anni più piccolo e nato dalla relazione del padre con Rosaria Longoni. Alessandr Facchinetti ha infatti raccontato di un periodo di convivenza con il fratello ai tempi in cui Francesco era ancora il capitan Uncino, in relazione al suo grande successo discografico con cui si lanciò nel mondo della musica dettando legge per un'intera estate. Un percorso poi abbandonato pian piano, per dedicarsi alla conduzione televisione, al lavoro di talent scout e tante altre occupazioni.

Alessandra Facchinetti precisa che quella Facchinetti è "una famiglia simpatica, iperattiva, ognuno con una strada ben precisa: legatissimi". Ma ricorda anche di quei sei mesi "infernali" in cui decise di ospitare il fratello a Milano, quando si era da poco trasferita: "Io mi sono trasferita da Bergamo a Milano per frequentare l’istituto Marangoni. Intorno al 2003-2004 – ero già da Gucci – Francesco cominciava come dj e da Como veniva spesso in città. Presa da un impeto folle ho proposto a Rosaria: lo tengo io". Quindi aggiunge: "Che ideona. Io arrivavo a casa e trovavo gente ovunque, Francesco rientrava a tutte le ore e voleva chiacchierare anche se la mia sveglia suonava all’alba. L’ho messo alla porta". Un ricordo che non lenisce affatto l'affetto reciproco, ma confinato negli spazi opportuni:

Lo adoro, per carità, come adoro tutti i miei fratelli. Quando ci troviamo per le rimpatriate siamo quasi trenta persone.

227 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views