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Opinioni

Pilar Fogliati, con il film Romantiche è nata a sorpresa una nuova Paola Cortellesi

Pilar Fogliati è regista, protagonista e co-sceneggiatrice della sua opera prima, Romantiche su Prime Video. Da non perdere se si vuole ritrovare fiducia nella commedia brillante italiana. Tra i tanti meriti, anche quello di schiacciare l’orrido cliché per cui “le donne belle non fanno ridere”. A modello, un nome su tutte, Paola Cortellesi.
A cura di Grazia Sambruna
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Non si dovrebbe partire con dei pregiudizi. Eppure, succede. Quando Romantiche di Pilar Fogliati è uscito nei cinema, febbraio 2023, chi scrive se ne è tenuto lontano come fosse la scabbia. Ecco un’altra stellina di Instagram a cui viene data una possibilità che tantissimi altri, di certo più meritevoli, sogneranno per il resto della vita, invano. Segue amara riflessione sui mala tempora (che) currunt. Non che non esistano motivi per pensarla così a prescindere: tv e cinema sono falcidiati da accumulatori di K che, alla prova del palco o del ciak, si rivelano aria compressa sparata dritta nelle terga.

Eppure, esistono le eccezioni. Pilar Fogliati in Romantiche, oggi disponibile su Prime Video (anche su Sky e su NOW), è protagonista (quattro volte perché interpreta quattro personaggi) e regista di una sceneggiatura che ha scritto di proprio pugno insieme a Giovanni Veronesi e Giovanni Nasta. Già sulla carta una gran prova di coraggio e “cazzimma”, soprattutto considerando che si tratta di un’opera prima. A maggior ragione, però, poteva assumere i contorni di un disastro annunciato. Invece, no. Romantiche è un film squisitamente gradevole, divertente e leggero (ma non solo). E non sarebbe stato nessuna di queste cose senza il talento e il carisma in scena di Pilar Fogliati. Davvero una bella sorpresa.

Certo, l’avevamo già vista recitare. La nostra ha esordito al cinema nel 2016 in Forever Young per la regia di Fausto Brizzi e due anni prima era già in tv nella fiction Rai Che Dio ci Aiuti. Sui social si era fatta notare per una serie di video in cui imitava, rapidissima, vari accenti italiani di fila. Simpatica, eh. Pure seguitissima. Ma da qui a darle in mano un film intero ce ne correva. In tempi più recenti, eccola protagonista di Odio il Natale, dimenticabile serie Netflix (qui la nostra recensione), in cui tra le pochissime note positive c’era lei, Pilar, al netto dell’inflessione romana in terra veneta (location del progetto). Con queste premesse, Romantiche poteva essere benissimo, si diceva, un disastro di ego e imperizia. Il classico passo più lungo, troppo più lungo, della gamba.

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Invece, l’impressione è quella di ritrovarci davanti a una giovane Paola Cortellesi. Il film sta in piedi perché è lei a reggerlo dall’inizio alla fine. Pilar interpreta quattro donne differenti: Eugenia, siciliana trasferitasi a Roma col sogno di diventare sceneggiatrice, Tazia 100 % made in Parioli con un fidanzato solo all’apparenza perfetto, l'aristocratica trasognata Uvetta e Michela di Guidonia, promessa sposa. Non solo le interpreta, Pilar sembra quattro donne differenti. Non sono soltanto trucco e parrucco a mistificare, di personaggio in personaggio, si stenta a credere che dietro la “maschera” ci sia la stessa attrice. Inoltre, le vicende del quartetto non sono banali. Nelle dinamiche viene inserito puntualmente qualche dettaglio surreale a insaporire la storia. Storia il cui finale non è mai scontato, non si capisce dal minuto zero, e nemmeno dal minuto 20, dove la scrittura voglia andare a parare. Sì, tutto ciò è molto raro per un film italiano. E, quindi, anche prezioso.

Di fronte a Romantiche, risulta chiaro cosa non avesse funzionato, per esempio, in Odio il Natale: forse Fogliati non deve interpretare ruoli scritti da altri. Può, ma non è lì che sembra dare il suo meglio. Perché non è “solo” un’interprete, ma anche, allo stesso tempo, una voce autoriale perfettamente in grado di raccontare e raccontarsi. I dettami stantii e Ancien Régime in cui a volte inciampa la fiction nostrana possono finire per andarle, per forza di cose, strettissimi. Non è un’intelligenza artificiale pronta a eseguire qualsivoglia comando, è un vulcano di creatività e convincentissimo, credibile talento.

La super premiata serie Fleabag (Prime Video) è uscita nel 2016 dal genio di Phoebe Waller-Bridge. Da quel momento, pressoché chiunque nel mondo ha provato a inseguirne lo stile, con risultati tra il ridicolo e il nefasto. Qui, con Romantiche, non abbiamo l’equivalente di quell’assoluto capolavoro di scrittura e interpretazione. Ma, sorpresa, per la prima volta siamo nemmeno poi così tanto lontani. Pilar Fogliati dimostra di avere tutte le carte in regola per poter diventare la “nostra” Phoebe Waller-Bridge. Tanto brava da mettere in secondo piano la sua accecante bellezza.

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Sto scrivendo. Perennemente in attesa che il sollevamento di questioni venga riconosciuto come disciplina olimpica.
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