Nel cast di Tre Ciotole anche il marito Lorenzo Terenzi, cosa sappiamo sul film tratto dal romanzo di Michela Murgia

Dopo sette settimane di lavorazione, si sono concluse a Roma le riprese di Tre Ciotole, il film tratto dall'omonimo romanzo di Michela Murgia, l'ultimo pubblicato prima della sua dipartita lo scorso 10 agosto. La trasposizione cinematografica del racconto nato dalla penna della scrittrice e intellettuale sarda, è stata diretta dalla regista spagnola Isabel Coixet, e vede come protagonisti Alba Rohrwacher ed Elio Germano. Il film è stato girato interamente a Roma, nel quartiere di Trastevere, che era stato casa nell'ultimo periodo di vista di Murgia. Nel cast, oltre a Francesco Carril, noto per la serie Dieci Capodanni, anche Lorenzo Terenzi, l'attore con cui Murgia si è unita civilmente poco prima della sua scomparsa. Il film è una co-produzione italo-spagnola e, infatti, sarà distribuito in Spagna da BTeam Pictures e in Italia e nel resto del mondo da Vision Distribution.
Lorenzo Terenzi parla di Tre Ciotole
Sono proprio le parole di Terenzi, il cui ruolo è quello di uno degli chef che affiancano Elio Germano nel ruolo di Antonio, a raccontare l'essenza di questo progetto il cui compito è quello di portare sullo schermo l'ultimo messaggio che Murgia ha voluto lasciare a chi l'ha ascoltata e ha riflettuto sulle sue parole. L'attore, quindi, in una recente intervista rilasciata alla testata The Hot Corn ha dichiarato:
È un bellissimo progetto, per me molto particolare perché ho visto nascere il libro e ne conosco le storie. Vedere quanto la creatura di una sola persona possa generare la creatività di tante altre su qualcosa di nuovo, lo trovo di una poesia incredibile. Abbiamo girato delle scene vicino al ristorante Il Cambio, dove il libro è stato scritto. Guardavo da una finestra, vedevo il ristorante, e pensavo: wow. Che spettacolo.
Le parole della regista Isabel Coixet
Quanto si vedrà nel film rappresenta, in realtà, il frutto di un lavoro fatto sulla sceneggiatura, che ha portato alla riscrittura di alcuni tratti della storia di Marta e Antonio che, quindi, i lettori vedranno rappresentata in maniera leggermente diversa alle pagine che compongono il libro. La regista, che ha partecipato alla scrittura delle sceneggiatura, ha spiegato di non aver voluto tradire il testo originale, ma sottolinearne certi messaggi: "ci mostra che perfino nell'addio può esserci grazia e che anche nel dolore c'è spazio per la gioia" rivela Coixet. In merito al
Tre Ciotole è il mio paesaggio interiore, racconto di una donna alle prese con due eventi simultanei: è nel mezzo di una dolorosa separazione e davanti all’inevitabile. Ma non è una donna che implora o cerca compromessi; è una donna che si inchina, come si fa davanti al sole che tramonta, consapevole che sorgerà di nuovo, altrove, al di là del suo sguardo. Voglio raccontare il suo percorso nella Roma di oggi con delicatezza ed emozione, perché Marta ci mostra che perfino nell’addio può esserci grazia, e anche nel dolore c’è spazio per la gioia.
D'altro canto, la scelta di Isabel Coixet dietro la macchina da presa non è stata casuale, a sceglierla è stata Riccardo Tozzi, fondatore e Presidente di Cattleya che aveva riscontrato nella filmografia della regista spagnola, la sensibilità giusta per entrare in contatto con il mondo di Michela Murgia:
Mi è capitato varie volte di incrociare Isabel Coixet e il suo lavoro. Quando ho letto il libro di Michela Murgia ho immediatamente pensato che sarebbe stata perfetta per dirigerlo. Sa raccontare l’amore nelle forme più diverse e con grande intensità. E questa mi pareva una storia d’amore e di senso della vita. Con Isabel c’è stata un’intesa perfetta, e lei ha avuto subito idee chiare, a partire dalla scelta di Alba Rohrwacher ed Elio Germano come protagonisti. Sono particolarmente emozionato di produrre questo film, che è molto in linea con il DNA di Cattleya ed è importante perché parla delle cose fondamentali della nostra esperienza.