La discografia minaccia Sanremo di boicottare il Festival, ma il Sindaco prende tempo

Continua la polemica attorno al prossimo Festival di Sanremo, con la discografia rappresentata da Enzo Mazza, CEO della FIMI, la Federazione Industria Musicale Italiana che rappresenta le principali etichette italiane, che intima il Comune di impegnarsi maggiormente, soprattutto in questa fase di negoziazioni tra il Comune e la Rai oppure gli artisti rappresentati saranno costretti a disimpegnarsi, come aveva già dichiarato in anteprima a Fanpage.it a giugno quando si parlava proprio degli accordi tra il Comune ligure e la tv di Stato: "Se la Rai accetta a danno delle etichette pronti a tirarci indietro" disse FIMI.
La richiesta della discografia
Mentre sono ancora in gioco i destini del prossimo Festival di Sanremo, le cui date dovrebbero essere dal 24 al 28 febbraio, slittando a causa delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, Mazza rilancia e racconta che c'è stato un incontro con l’Amministratore delegato della RAI, Giampaolo Rossi, in cui è stata ribadita sia la centralità del ruolo del Servizio Pubblico che quella dell'industria musicale, prima di lanciare il proprio messaggio al Comune. Mazza, infatti, sostiene che la città di Sanremo dovrebbe impegnarsi maggiormente, sia a livello economico che a livello di sviluppo infrastrutturale "per garantire la mutua soddisfazione di tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione di uno dei più importanti eventi musicali internazionali".
La risposta del Sindaco di Sanremo
"In caso contrario c’è un concreto rischio di disimpegno proprio da parte di chi, oggi, garantisce il reale successo della manifestazione" conclude Enzo Mazza. A stretto giro è anche arrivata la risposta laconica del Sindaco della città del Festival Alessandro Mager che ha semplicemente chiesto maggiore riserbo in questa fase di negoziazione "Siamo alla conclusione della fase negoziale ed è opportuno continuare a mantenere il riserbo come fatto finora". Durante la presentazione dei Palinsesti della Rai Rossi aveva anche spiegato che la Rai farà il Festival anche se "non dovesse essere a Sanremo" perché ha la macchina produttiva per organizzarlo altrove.
Quali sono le richieste della FIMI e delle etichette
La questione è peggiorata quando la Rai ha partecipato, da sola, al bando per l'assegnazione del Festival. Bando in cui era scritto che oltre a una serie di benefit sull'acquisto dei biglietti da parte del Comune, bisognava riconoscere alla città 6.500.000 (più di un milione in più rispetto alle ultime due edizioni) a cui andava aggiunto anche una percentuale non inferiore all'1% su tutti gli introiti, compresa la pubblicità. E qua si è scatenata l'ira delle etichette che da anni denunciano di non rientrare nelle spese coi rimborsi e per questo motivo FIMI aveva chiesto alla Rai di destinare quei soldi in più proprio agli artisti, chiedendo, altresì, al Comune, di impegnarsi maggiormente, anche perché i soldi delle etichette sarebbero comunque stati spesi in buona parte a Sanremo per logistica, vitto e alloggio.