video suggerito
video suggerito
Opinioni

Il bacio hot tra Gaia e Andrea Delogu, il momento shock che è il segreto di un programma

Finti gossip, baci “saffici”, polemiche inventate. La prima puntata di “Tonica”, la nuova trasmissione di Andrea Delogu, è la dimostrazione di come vada scritto un programma di musica che vuole farsi spazio nella giungla dei palinsesti televisivi.
A cura di Andrea Parrella
633 CONDIVISIONI
Immagine

Il bacio "saffico", il saluto in diretta all'ex marito, il gossip con Stefano De Martino, fantasiosi titoli di giornale che gridano allo scoop, Guè che spiega perché oggi è solo Guè e non è più Pequeno, una velata critica della conduttrice alla Rai. Quelli appena citati sembrano titoli spendibili per articoli dai toni scioccanti e non è un caso. Affinché un nuovo programma televisivo musicale di seconda serata, che poi diventa terza e va in onda a notte inoltrata, riesca a far parlare di sé, sono necessari degli escamotage: Andrea Delogu lo sa e "Tonica", la sua nuova trasmissione partita su Rai2 il 15 febbraio, li ha tentati proprio tutti.

La conduttrice, che in verità mancava da qualche mese dal piccolo schermo, gioca le carte autobiografiche e si arma della migliore ironia per lanciare il suo primo progetto televisivo da solista. Dopo l'esperienza de La Vita in Diretta Estate e Ricomincio da RaiTre in piena pandemia, Delogu cambia registro e vira su un linguaggio che le calza meglio. L'incipit della prima puntata del programma (ideato da Massimo Bonelli e scritto da Rossella Rizzi, la stessa Delogu, Matteo Strada, Filippo Rossi e Marco Verdura) è un concentrato di tutto quello che si deve provare a fare per raggiungere l'obiettivo.

Nell'introduzione  in cui racconta le intenzioni del programma, ci infila un saluto all'ex marito, l'attore Francesco Montanari, per poi proseguire sulla scia del gossip e sfruttare il traino De Martino (in onda fino a pochi minuti prima con STEP) chiamandolo in scena e smentendo le voci su una loro relazione. Quindi lancia quella che pare a tutti gli effetti una stoccata alla Rai, ringraziando l'azienda senza dimenticare di aggiungere: "Grazie soprattutto allo sponsor, che paga tutto".

L'intera puntata è un alternarsi costante di escamotage e contenuto. Gli ospiti musicali si esibiscono sul palco e si raccontano alla conduttrice. Apre Guè, dice non collaborerebbe mai con Ghali (con Blanco sì!) e conferma la poca simpatia tra i due. Arriva il turno di Gaia, che Delogu elogia per la limpidezza e la distanza da liti e discussioni, suggerendole però alcune mosse per far parlare di sé fuori dalla musica: che tanto si sa, alla fine si parla solo di quello. Le suggerisce qualche mossa per conquistarsi i titoli shock, tra queste c'è un bacio a Delogu durante l'intervista. La cantante approva, lo fa e poi scappa via.

Sono segnali chiari di un situazionismo scritto che richiama velatamente a quello stile fatto di silenzi e imbarazzi costruiti, promosso ed esaltato nella scorsa stagione da Una pezza di Lundini, meritevole di aver aperto una strada che programmi come Tonica provano a percorrere, seppure con un registro differente e in totale autonomia, senza pretese di imitazione. Le comparsate in amicizia di Gabriele Muccino e Drusilla Foer nel finale sono un'ulteriore riprova di questa direzione. Il programma prosegue con Matteo Romano, reduce da Sanremo, la fuga dal perimetro musicale con Carlotta Vagnoli per un approfondimento e il ritorno repentino con Angelina Mango.

Ancora disorganico e con una forma definita da trovare, Tonica si rivela un programma che parte da due certezze: il merito di voler parlare di musica (farlo in televisione è sempre una sfida) uscendo da schemi predefiniti e una consapevolezza di scrittura, ovvero la persistente ricerca dell'effetto meme, quell'appiglio necessario per emergere nella popolosa giungla dei palinsesti televisivi. Il 7.4 % di share con la media di 462.000 spettatori nonostante la partenza a notte fonda ci dicono che la strada è quella giusta.

633 CONDIVISIONI
Immagine
"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.  
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views