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Siria, uccisi 120 poliziotti a Jisr al-Shughour: incertezza sulle responsabilità

Tra le accuse ai ribelli della tv di Stato e del governo siriano, e il sospetto che l’azione sia tesa a giustificare l’entrata dei carri armati in città, le responsabilità della carneficina dei poliziotti siriani sono ancora da accertare.
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protesta siriana

La protesta siriana si fa giorno dopo giorno più consistente, e con essa cresce anche il numero delle persone coinvolte dagli scontri. Quelli più recenti e sanguinosi risalgono alla giornata di ieri, quando la tv di stato ha comunicato l'uccisione di 120 poliziotti.  Sebbene in un primo momento pareva che il numero degli agenti rimasti uccisi in un'imboscata nella località di Jisr al-Shughour, nell'area nord al confine con la Turchia, fosse minore,successivamente fonti locali hanno confermato il numero di 120 agenti coinvolti. Ad ogni modo, secondo quanto rivelano fonti locali, si è trattato di una vera e propria carneficina, un attacco sanguinario, quasi sicuramente il più intenso da quando sono cominciate le rivolte contro il regime del presidente Basar Al Assad.

In particolare Reuters fa sapere che si sarebbero stati lanciati cinque tonnellate di dinamite e sui civili  è stato aperto il fuoco con armi automatiche e granate a razzo. La tv di stato, inoltre,  ha reso noto che "i gruppi armati hanno commesso un vero massacro. Hanno mutilato i cadaveri e li hanno gettati nel fiume. Hanno anche incendiato degli edifici governativi e colpito i soldati mentre tentavano di portare aiuto ai cittadini terrorizzati." Ma non è una versione pacifica, tutt'altro. Secondo gli oppositori del regime il massacro non è da ricondurre agli oppositori del regime, bensì farebbe parte di una punizione esemplare attuata dal governo di Damasco nei confronti di quegli uomini che hanno rifiutato di sparare sulla folla che manifestava pacificamente durante "il giorno dei bambini della libertà": in cui i partecipanti hanno ricordato i bambini caduti durante la repressione nella città di Rastan.

Tra conferme e dissimulazioni, il Ministero dell'Interno siriano, Ibrahim Shaar, ha fatto sapere cheil governo non rimarrà a guardare, e interverrà affinché venga ristabilita la sicurezza nel paese. Secondo quanto riporta, però la tv Al Arabyia si tratta dell'ennesima bugia del regime per giustificare l'entrata dei carri armati in città, al fine di punire le manifestazione pacifiche di venerdì scorso. In un clima  generale di confusione e incertezza, resta impossibile verificare direttamente la veridicità delle fonti poiché le autorità siriane hanno proibito ai media internazionali di operare nel territorio.

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