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Si estende la protesta per il film su Maometto: l’Onu condanna gli attacchi

Al Cairo gli scontri sono continuati per tutta la notte, nel venerdì di preghiera la tensione è stata altissima in gran parte del mondo arabo e ci sono state almeno otto vittime. Nel mirino le sedi diplomatiche occidentali, in primis quelle americane.
A cura di Susanna Picone
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Al Cairo gli scontri sono continuati per tutta la notte, nel venerdì di preghiera la tensione è stata altissima in gran parte del mondo arabo e ci sono state almeno otto vittime. Nel mirino le sedi diplomatiche occidentali, in primis quelle americane.

In seguito ai fatti dell’11 settembre, quando in un agguato all’ambasciata americana a Bengasi sono rimasti uccisi quattro diplomatici, la rabbia del mondo arabo contro il film su Maometto si è fatta sentire in maniera massiccia anche nel corso della giornata di ieri dove, in un gran parte dell’Islam, si sono verificati manifestazioni e scontri. Il bilancio del venerdì di preghiera è grave: nel corso delle manifestazioni di ieri sono rimaste uccise almeno otto persone, a Khartoum si registrano quattro vittime nei pressi dell’ambasciata americana che era stata presa d’assalto, in Tunisia ci sono state altre tre vittime, un morto anche a Tripoli. Decine e decine i feriti, dall’Egitto dove gli scontri sono andati avanti per tutta la notte, al Libano. A Tunisi la polizia ha sparato ad altezza d’uomo. E la protesta contro gli Usa e il film “Innocence of Muslims” è arrivata anche in Australia: centinaia di persone si sono scontrate con la polizia a Sidney, gli islamici continuano a prendere di mira i simboli americani. Tanti i manifestanti che sono scesi in strada urlando slogan contro l’America. Nel corso della giornata di ieri c’è stata paura anche per degli allarmi bomba in diverse università americane, fortunatamente erano falsi.

Gli Usa inviano i marines – Nella notte tra venerdì e sabato è arrivata la ferma condanna da parte del consiglio di sicurezza dell’Onu per quanto avvenuto in questi ultimi giorni, per gli attacchi del mondo islamico contro le sedi diplomatiche. Gli atti sono stati definiti “ingiustificabili a prescindere dalle loro motivazioni”, l’invito è quello alle autorità di proteggere le sedi e il personale diplomatico e rispettare gli obblighi internazionali. Intanto gli Usa avevano chiesto la rimozione da Youtube del film blasfemo, richiesta respinta però da Google che ha spiegato di aver oscurato il video in India e Indonesia dopo averlo già bloccato in Egitto e Libia. Giunge anche notizia che gli Usa stanno inviando forze militari nei diversi paesi musulmani teatro di scontri. Il magazine Foreign Policy afferma che il Pentagono ha già spedito dei marines a proteggere le ambasciate in Libia e nello Yemen e riporta un’intervista del segretario alla Difesa americano, Leon Panetta,  il quale, senza fornire particolari dettagli, afferma di dover essere preparati all’eventualità che queste manifestazioni finiscano fuori controllo. Infine, da quanto si apprende dall’agenzia Reuters, sarebbe sotto interrogatorio proprio in queste ore un uomo legato alla produzione del film sotto accusa.

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