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Sciopero scuola, migliaia in piazza contro la riforma. Renzi: “Ascoltiamo le proteste”

La scuola sciopera contro la riforma “La buona scuola” del Governo Renzi. Cortei in 7 piazze italiane. Il ministro Boschi: “Se ci sono modifiche da fare, le faremo”.
A cura di Susanna Picone
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Oggi martedì 5 maggio la scuola in piazza per scioperare contro la riforma del governo Renzi. Dopo sette anni tutto il mondo della scuola, insieme docenti, Ata e studenti, torna a scioperare: i sindacati – Flc Cgil, Uil Scuola, Cisl Scuola, Snals Confsal e Gilda – hanno spiegato il perché della loro protesta: hanno ribadito la richiesta di apportare modifiche al provvedimento, in particolare la stabilizzazione di tutti gli insegnanti precari, compresi quelli con 36 mesi di servizio che non sono nelle Graduatorie ad esaurimento; il rinnovo del contratto nazionale, bloccato da 7 anni, e una profonda modifica dei poteri che sarebbero assegnati al dirigente scolastico.

Ore 14.25 – Da Bolzano, dove ha partecipato a una convention Pd, il premier Matteo Renzi ha difeso la riforma della scuola: “L'obiettivo è dire che siamo a un bivio: da un lato quelli che protestano soltanto, lamentano, fanno l'elenco delle difficoltà. In alcuni casi hanno ragione, non possiamo dire che va tutto bene e raccontare barzellette. Ma loro sono destinati a crogiolarsi nelle loro proteste” mentre dall'altro lato c'è chi fa le cose”. Oggi, ha detto Renzi, “abbiamo il coraggio di rimettere in moto le energie migliori partendo dalla scuola. Ci sono tante persone che protestano: qualcuno dice che protestano sempre ma noi ascoltiamo le proteste, è giusto affrontarla ed entrare nel merito, ma abbiamo messo 3 miliardi nella scuola. Qualcuno dice che sono pochi, ma certo più di prima che non c’erano”.  Apertura arrivata anche da parte del Presidente del Senato, Piero Grasso: “C’è la disponibilità del Senato a sentire i docenti che oggi hanno scioperato”, ha detto Grasso aggiungendo che per la buona scuola serve un confronto positivo per arrivare a soluzioni possibilmente condivise. Intanto a fine mattinata la Rete della Conoscenza ha diffuso i numeri dello sciopero: 25mila studenti hanno manifestato a Roma, 20mila a Milano, 15mila a Bari, 5mila a Cagliari, 10mila a Palermo e 5mila a Catania.

Ore 12.40 – “Ieri il Governo ha posto la fiducia spaccando il Parlamento, oggi il Paese ha sfiduciato il Governo sulla riforma della scuola”, lo ha detto il leader della Fiom, Maurizio Landini, ricordando che il diritto allo studio “è uno di quelli fondamentali tutelati dalla Costituzione”. Da Roma Susanna Camusso ha parlato della giornata di oggi come “uno dei più grandi scioperi e manifestazioni” del mondo della scuola. “Valuteremo gli esiti della manifestazione poi troveremo altre modalità per continuare la nostra lotta”, ha detto Camusso sul palco allestito in piazza del Popolo dove si stanno tenendo gli interventi a conclusione della manifestazione partita questa mattina da piazza della Repubblica.

Ore 11.45 – Sono oltre centomila, secondo fonti della Cgil, i manifestanti che stanno sfilando per le vie del centro a Roma. Mentre la testa del corteo è arrivata a piazza del Popolo è ancora gremita piazza della Repubblica.

Ore 11 – Nel corteo di Roma è apparso un fotomontaggio con Matteo Renzi nei panni di Napoleone con la scritta “Ei fu”: si tratta di uno dei cartelli portati in piazza dai sindacati che ironizza sulla data della manifestazione, il 5 maggio. Tanti i professori e i ragazzi in corteo che utilizzano l'incipit della celebre poesia per stigmatizzare le politiche del Governo. Diversi, comunque, gli slogan e i manifesti contro il premier, da “Renzi babbeo beccati ‘sto corteo” a “Renzi stai sereno, della tua buona scuola ne facciamo a meno”. Altri ironizzano sul nome della riforma della scuola che da “la buona scuola” diventa “la buona sola”. E ancora, a Milano Renzi appare con le orecchie d’asino e la scritta “bocciato” su entrambe, mentre su un camioncino dei sindacati il premier viene invitato a studiare l'inglese. Sul retro della sagoma si legge: “Renzi vai ha squola”.

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Ore 10.20 – Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, il giorno dello sciopero della scuola, è intervenuta su Radio 24 e ha spiegato perché una protesta di queste dimensioni, con tutti i sindacati in piazza, non si vedeva da sette anni: “Perché – così Giannini – da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla”. Il ministro ha detto anche di non aver fatto stime sull'adesione allo sciopero, perché spettano agli organizzatori. Comunque, ha spiegato, “abbiamo scelto lo strumento del ddl per la Buona scuola per tenere aperta la discussione. È l'apertura al miglioramento, perché questo deve fare il Parlamento, portando anche le istanze della società. Sulla scuola lo facciamo e l'abbiamo fatto con convinzione, perché è centrale. Da un anno è aperto il dibattito, continuiamo ad avere questa modalità di ascolto”. Il ministro ha risposto anche a una domanda sui poteri ai dirigenti scolastici: “Noi riteniamo – ha detto Giannini – che il dirigente debba assumere funzioni di responsabilità che ogni leader educativo deve poter avere e a questo facciamo corrispondere un accuratissimo sistema di valutazione che già è partito”.

Ore 10 – Partito da piazza della Repubblica a Roma il corteo organizzato dai sindacati per protestare la riforma della scuola proposta dal Governo Renzi. Migliaia i partecipanti e diverse le persone che continuano ad arrivare, a corteo iniziato, per unirsi alla manifestazione. In testa ci sono i leader sindacali. Tante le bandiere della Flc Cgil, quelle della Uil e della Cisl. Da qualche minuto è partito da piazza Marina anche il corteo di Palermo. Prima dell’inizio della giornata di sciopero, inoltre, c’è stato un blitz notturno degli studenti di Università e scuole aderenti a Udu e Rete degli Studenti davanti al Ministero dell'Università e la Ricerca. Alcuni giovani hanno esposto uno striscione davanti alla sede del ministero, in Viale Trastevere a Roma, con la scritta “Vogliamo una scuola buona davvero”, inscenando un flash mob le cui immagini sono state poi caricate su Youtube.

Cortei in sette piazze italiane e flash mob – Oggi si svolgeranno sette cortei in sette città, Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo e Roma. I leader dei sindacati saranno sul palco nella Capitale, a Milano e a Bari. Scenderanno inoltre in piazza anche i Cobas, che però si smarcano dai “cinque sindacati monopolisti” che, secondo il leader Pietro Bernocchi, “si sono già pronunciati a favore di un compromesso a perdere con Renzi”. I Cobas protesteranno soprattutto a Roma, dove è prevista una manifestazione prima davanti al ministero dell’Istruzione e poi in piazza Montecitorio. Per oggi previsto anche un flash mob in piazza Duomo, a Trento, proprio nelle ore in cui sarà presente Matteo Renzi.

Le perplessità di Giannini e le aperture di Boschi – Alla vigilia dello sciopero della scuola di oggi il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, pur definendo la protesta uno “strumento di legittima manifestazione di dissenso” ha detto di essere perplessa per le ragioni per cui è stato convocato. Giannini ha infatti replicato al segretario della Cgil Susanna Camusso, che ha detto che questa scuola è per ricchi, dicendo che “forse non ha letto il disegno di legge”. De La Buona scuola ha parlato nella serata di ieri anche il ministro Maria Elena Boschi che, nel corso della trasmissione “Otto e mezzo”, ha di fatto aperto a possibilità di modifiche del testo se necessarie: “Non c’è chiusura totale, non è un prendere o lasciare”, ha spiegato Boschi, che ha aggiunto di rispettare lo sciopero di oggi ma – ha sottolineato – “non oso immaginare cosa avrebbero potuto organizzare se, invece di mettere 3 miliardi, avessimo fatto tagli come tutti gli altri governi”.

La Buona scuola all’esame della Camera – Alla vigilia dello sciopero anche il presidente della Commissione Istruzione di Palazzo Madama, il dem Andrea Marcucci, ha reso noto che chiederà a Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo di essere auditi sulla riforma: “Vediamo se questa volta Cgil, Cisl ed Uil hanno realmente intenzione di fare proposte realiste e concrete”, ha detto il senatore. La Camera dovrebbe licenziare entro il 19 maggio il testo della Buona Scuola, che poi passerà all’esame del Senato.

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