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Salvini: “I nuovi maiali sono a Bruxelles, smontiamo prefetture UE che non servono a niente”

Dal palco del Teatro Nuovo di Milano dove è in corso il congresso dei giovani padani, il segretario lombardo della Lega punta il dito contro il nuovo pericolo “in giacca e cravatta”: “A Bruxelles ci stanno togliendo la possibilità di produrre qualsiasi cosa”.
A cura di Biagio Chiariello
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Le prefetture e l'ufficio della Commissione europea a Milano "non servono a nulla, smontiamole". Dal palco del Teatro Nuovo dove è in corso il congresso dei giovani padani, Matteo Salvini, segretario lombardo della Lega e vice di Roberto Maroni, elenca ‘gli obiettivi da distruggere'. Materialmente. Istituti come prefetture e uffici delle commissioni europee in Italia "non hanno alcuna utilità. Andiamo a portarci via tutto, portiamoci a casa anche le sedie. E ricordate -aggiunge Salvini- che la gente tornerà a votare se vedrà passi concreti. A Bruxelles – dice ancora – ci stanno togliendo la possibilità di produrre qualsiasi cosa. Sono noi possiamo essere quel piccolo sassolino che fa saltare tutto. Il prossimo anno ci saranno le europee -prosegue dal palco- vorrei vedere un fronte del Nord ovunque per rivendicare radici e identità".

 "I nuovi maiali sono a Bruxelles" ha poi continuato Salvini riferendosi al "nuovo pericolo in giacca e cravatta".  "In mille -afferma Salvini- hanno fatto l'Italia, in mille questa porcheria possono distruggerla. Oggi, più che Roma ladrona, parlerei di Roma cialtrona. A Roma ci sono quattro peracottai. Oggi il pericolo vero non e' al Sud ma è in giacca e cravatta, lavora in banca e talvolta si ritrova con altri cinquanta in qualche località per decidere chi campa e chi muore".

Basta liti interne. Dal palco del Teatro Nuovo di Milano Salvini ha voluto invitare i giovani leghisti a non entrare nelle ‘beghe di partito': "Viva la Lega, viva Umberto Bossi, viva Roberto Maroni", ha concluso con queste parole il suo intervento. In tal senso, c'è da dire che ieri andato in scena un alterco tra Salvini e Umberto Bossi a una festa del movimento, a Cermenate, nel comasco. Subito dopo il comizio del presidente federale del Carroccio, aveva preso la parola il vicesegretario federale ‘ maroniano', che aveva puntato il dito pubblicamente contro il Senatùr per le recenti uscite sui giornali, in polemica con Roberto Maroni. "Umberto, te lo dico a nome di migliaia di militanti: il nemico é fuori, il nemico non é Umberto Bossi ma non si chiama nemmeno Roberto Maroni. Smettiamola di martellarci le palle", aveva accusato Salvini.

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