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Salvini avverte M5s su grandi opere e Tap: “Non si può andare avanti dicendo solo no”

Scontro nel governo sulle grandi opere e soprattutto su Tap e Tav. Il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini avverte i suoi alleati del M5s: “Questo Paese non può andare avanti dicendo solo no, se vogliamo crescere, soprattutto al Sud, bisogna dire dei sì”. Ma Di Battista e Toninelli continuano a esprimere dubbi.
A cura di Stefano Rizzuti
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Continua lo scontro nel governo tra le due anime dell’esecutivo, Lega e MoVimento 5 Stelle, sulle grandi opere. L’ultimo affondo, ciò che sembra una risposta alle parole di Alessandro Di Battista, arriva dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Il tema è quello del Tap, il Gasdotto trans-adriatico: “Non voglio smontare quello che è cominciato. Se arriva quel gasdotto in Puglia in Italia l’energia costerà il 10% in meno per famiglie e imprese. Questo Paese non può andare avanti dicendo solo no, se vogliamo crescere, soprattutto al Sud, bisogna dire dei sì”.

Salvini ribadisce il suo messaggio in un’intervista a La Stampa, replicando ancora a Di Battista che ieri aveva sollecitato il M5s a dire “sani no”, definendo inoltre Tap e Tav opere inutili. “Ci sono fior di tecnici e di docenti che stanno valutando il rapporto costi-benefici – afferma il ministro dell’Interno -. Dai nostri dati, sembra che i benefici superino i costi nel caso delle pedemontane, del terzo valico e del Tap, che ridurrebbe del 10% il costo dell'energia per tutti gli italiani”. Più complesso il discorso sulla Tav, secondo Salvini: “Bisogna calcolare fino all'ultimo centesimo. Aspetto i risultati degli studi. In linea di massima, culturalmente sono più per fare che per disfare. Se non fare la Tav ci costasse due, tre o quattro miliardi, è chiaro che andrebbe fatta”.

Secondo Salvini si deve quindi trovare un accordo all’interno del governo, considerando però che “l’Italia ha bisogno di molte infrastrutture, soprattutto al Sud”. Ma la linea, di base, è che “si va avanti e non si torna indietro”. Non sembra pensarla allo stesso modo il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: “Anche Salvini conferma che serve un’analisi costi-benefici. Dobbiamo capire, entro fine anno la risposta”, afferma in merito alla Tav in un’intervista al Corriere della Sera. “La domanda a cui dare risposta resta se la Tav è un'opera redditizia o meno. Tutte le stime e le previsioni, per esempio, si fondano su valori dei flussi di merci e di persone che definirei farlocchi, poiché diminuiscono anziché aumentare. Serve, quindi, un'analisi attualizzata per una valutazione più approfondita. Significa che deve essere valutato e riformulato tutto, ma se per ripagare l'opera servono più di 50-60 anni, finendo con il mettere le mani nelle tasche degli italiani per finanziarla, è meglio bloccarla. Intanto, certo è che gli sprechi legati alle linee Tav sono sotto gli occhi di tutti e sono stati stigmatizzati dalla Corte dei conti Ue, secondo cui l'Italia spende il doppio per chilometro, in alcuni casi quasi il triplo, rispetto agli altri grandi Paesi Ue”.

Alessandro Di Battista, in un video su Facebook, aveva invece ricordato le battaglie fatte contro Tav e Tap, “opere del tutto inutili”. “Questo è il momento di spingere, non ci possiamo far distrarre da queste robe sul razzismo – afferma riferendosi probabilmente alla Lega -. Questa è distrazione di massa. Il Movimento deve fare il Movimento, ribadendo i no sani che abbiamo detto, perché ci abbiamo preso i voti su quella roba là”. Per Luigi Di Maio, invece, la Tav “è nel contratto di governo”. “Ma – aggiunge – sono anche contento che il ministro dell’Economia francese, che ho incontrato questa settimana, abbia detto che capisce i miei dubbi sulla Tav Torino-Lione”.

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