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“Salvatore Parolisi non è più un militare, sarà trasferito in un carcere normale”

Secondo il settimanale “Giallo” l’appello del padre di Melania Rea, la donna uccisa nel 2011 a coltellate, è stato accolto: aveva chiesto di revocare lo status di militare a Salvatore Parolisi, condannato per l’omicidio della giovane mamma di Somma Vesuviana.
A cura di S. P.
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Quando la condanna di Salvatore Parolisi è diventata definitiva il padre di Melania Rea, Gennaro, ha scritto al ministero della Difesa per chiedere che all’uomo venisse revocato lo status di militare. Secondo il padre della vittima, un militare condannato per omicidio in via definitiva non dovrebbe infatti mantenere lo status di militare e godere di qualche privilegio connesso alla suddetta condizione. E ora, secondo quanto anticipa il settimanale Giallo, quell’appello del padre di Melania Rea sarebbe stato accolto. Salvatore Parolisi sarà quindi trasferito da un carcere militare a uno civile. “Gentile signor Rea, Le comunico che in data 16 giugno 2016 la Direzione generale per il personale militare ha decretato la perdita di status militare di Salvatore Parolisi nonché la cessazione del rapporto di impiego con l’Amministrazione della Difesa a far data dal 13 luglio 2016. Il trasferimento di Parolisi presso un istituto di pena civile verrà eseguito una volta disposto dalla competente Procura Generale di Perugia, già in tal senso formalmente interessata da codesto ministero”: è quanto il generale Alberto Rosso, capo di gabinetto del Ministro della Difesa, avrebbe comunicato a Gennaro Rea.

Condannato a venti anni per l'omicidio di Melania Rea – Perché Parolisi venga trasferito in un penitenziario ordinario a scontare la sua condanna manca ancora un passaggio giudiziario che è previsto per il prossimo 28 settembre, quando la Procura generale di Perugia chiederà ai giudici l’applicazione di un ulteriore pena accessoria che non era prevista in sentenza. L’ex militare è stato condannato a venti anni di reclusione per aver ucciso la moglie Melania Rea, giovane mamma di Somma Vesuviana, con 35 coltellate. L’omicidio è avvenuto il 18 aprile del 2011 nel bosco di Ripe di Civitella, in provincia di Teramo.

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