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Saluto romano a Marzabotto: il calciatore indagato per apologia del fascismo

Eugenio Maria Luppi ha esultato facendo il saluto romano e mostrando una maglia della Repubblica di Salò a Marzabotto, in un luogo dove i nazifascisti uccisero oltre 770 persone.
A cura di Davide Falcioni
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Eugenio Maria Luppi, il calciatore del 65 Futa che dopo aver segnato un gol a Marzabotto, in una partita tra dilettanti del campionato di seconda categoria emiliano, aveva fatto il saluto romano e mostrato una maglietta con un'aquila su un tricolore – simbolo della Repubblica di Salò – è stato denunciato per apologia di fascismo. A effettuare subito una relazione alla Procura di Bologna sui fatti e sul comportamento del giocatore del '65 Futa' sono stati i Carabinieri della Compagnia di Vergato, che hanno anche sequestrato la maglia. Luppi, 25 anni, è stato segnalato ai sensi dell'articolo 4 della Legge 20 giugno 1952, numero 64 e presumibilmente verrà iscritto nel registro degli indagati. Nei suoi confronti si indaga per il reato di apologia del fascismo. Anche la Procura federale ha avviato accertamenti sul caso.

Ieri Eugenio Maria Luppi aveva tentato maldestramente di difendersi e, in una breve intervista rilasciata a Repubblica, ha dichiarato: "Sono stato male interpretato, non ho fatto nessun saluto romano, il braccio non era teso, stavo semplicemente salutando mio padre e la mia morosa". Una spiegazione che dev'essere sembrata ridicola anche ai carabinieri, che infatti non hanno esitato a relazionare alla Procura. Quello che è accaduto, e la grande risonanza mediatica avuta, sta mettendo a rischio la sopravvivenza stessa della società sportiva i cui dirigenti, ieri, si sono incontrati per una cena/riunione per capire come andare avanti. Il calciatore non è stato invitato e la prossima partita – che avrebbe dovuto essere domenica in casa a Loiano contro l’Atletico Mazzini – forse verrà annullata causa neve. "Meglio così — dice l'allenatore — Una pausa di riflessione ci vuole. Stiamo ricevendo insulti, minacce, ci hanno scritto ‘dovete morire' sul sito. Mi hanno accusato di fascismo. A me. Mio padre è di Marzabotto. Io sono dell’idea che non bisogna darla vinta a nessuno, hanno pure creato un gruppo su Facebook per farci il tifo contro. Noi pensavamo di fare un maglietta, qualcosa di simbolico per prendere le distanze. E di andare a Monte Sole. Ma adesso non so davvero cosa succederà".

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