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Virginia Raggi si ricandida a Roma: con il Pd accordo impossibile, sorridono Salvini e Meloni

“Non ci sto ad apparecchiare la tavola per far mangiare quelli di prima. Sono convinta che dobbiamo andare avanti”. Ecco il blitz di Virginia Raggi, che ha forzato la mano per minare eventuali accordi tra Partito democratico e 5 Stelle contrattati alle sue spalle. “Io sono in campo, se il Pd vuole, dovrà scendere a patti con me”, il ragionamento della sindaca.
A cura di Enrico Tata
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Virginia Raggi
Virginia Raggi

Un assalto improvviso nella notte delle stelle cadenti. Un blitz in una Roma deserta d'agosto per giocare in contropiede la partita, difficilissima, che mette in palio il secondo mandato da prima cittadina. E così l'annuncio che ha sempre sognato e pianificato, ma che sembrava allontanarsi di giorno in giorno, come un miraggio, per via dei delicati equilibri da mantenere nei palazzi del governo giallorosso: "Non ci sto ad apparecchiare la tavola per far mangiare quelli di prima. Sono convinta che dobbiamo andare avanti". Ecco il blitz di Virginia Raggi, che ha forzato la mano per minare eventuali accordi tra Partito democratico e 5 Stelle contrattati alle sue spalle. "Io sono in campo, se il Pd vuole, dovrà scendere a patti con me", il ragionamento della sindaca.

Per il Pd tutto da rifare: con Raggi nessun accordo

Per ora la fuga in avanti della prima cittadina ha avuto il solo effetto di bloccare sul nascere un'alleanza con i democratici per individuare un candidato comune da contrapporre alla destra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Tutto da rifare per Nicola Zingaretti, che solo poche settimane fa aveva definito un'eventuale ricandidatura di Raggi una "minaccia per Roma". Se Raggi sarà in campo non ci sarà spazio per alcun accordo con i 5 Stelle: la battaglia sarà con il centrodestra, poi al ballottaggio si vedrà. "Roma merita di più e qualcosa di molto diverso da questi questi anni. Per questo il Pd lavora per costruire un progetto alternativo", ha confermato il vicesegretario dei democratici, Andrea Orlando. Il sogno è uno tra i tre big romani del partito: David Sassoli, Paolo Gentiloni e Roberto Gualtieri. Difficilmente i primi due si libereranno dai loro impegni istituzionali in Europa, mentre il terzo potrebbe essere sostituito come ministro dell'Economia, ma questo significherebbe che qualcosa è non andato per il verso giusto in via XX Settembre. Se Pd e 5 Stelle battaglieranno ferocemente per la conquista del Campidoglio, anche la tenuta dello stesso governo Conte potrebbe essere legata a un filo sottilissimo.

L'incognita: il limite del doppio mandato per i 5 Stelle

A sbarrare la strada alla ricandidatura della sindaca c'è, per ora, il limite del doppio mandato per i rappresentanti del Movimento 5 Stelle: chi è stato eletto due volte, non può ripresentarsi per nessuna carica elettiva. Un anno fa è stata approvata, su proposta dell'allora capo politico Luigi Di Maio, una prima deroga a questa regola: il ‘mandato zero'. La prima consiliatura è giudicata ‘di prova' e vale per consiglieri comunali e municipali, ma non per i sindaci perché, disse Di Maio, "hanno già gestito il potere". Un'altra deroga, però, converrebbe non solo a Raggi, ma anche agli attuali deputati e senatori, molti dei quali alla seconda legislatura, e per questo la sindaca è convinta che alla fine il via libera arriverà. Tra l'altro Davide Casaleggio sarebbe d'accordo a estendere il ‘mandato zero' anche ai sindaci: "È la sua idea, si. Vuole legare i mandati all'esperienza amministrativa", ha dichiarato Raggi in un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano.

Raggi punterà su Stadio della Roma e ‘concorsone'

Spazzatura, gabbiani tra i rifiuti, bus in fiamme, due solo nella giornata di ieri, sono alcuni dei problemi irrisolti per i romani. Ma la sindaca è convinta di avere almeno due assi nella manica: il ‘concorsone' per l'assunzione di 1500 dipendenti, funzionari e dirigenti, in Campidoglio e lo Stadio della Roma, che potrebbe, questa la convinzione della prima cittadina, sbloccarsi con l'arrivo del nuovo proprietario americano della società giallorossa. L'investitura ‘politica' già c'è stata nelle scorse settimane: prima la visita alla Farnesina da Luigi Di Maio, poi la fotografia della cena a casa di Alessandro Di Battista. Infine il post pubblicato sul blog di Beppe Grillo, che ad alcuni era sembrato un tentativo di chiudere la strada a un Raggi-bis, ma che in realtà ora potrebbe essere letto come un via libera definitivo. "Roma non ti merita", la sintesi del post.

Meloni: "Parola ai romani, potranno giudicarla con il voto"

Il blitz di Raggi potrebbe favorire la partita del centrodestra: con la sindaca in campo, come detto, un accordo per un candidato giallorosso sembra quasi impossibile. Lo scenario più probabile, quindi, è quello di un ballottaggio tra candidato del centrodestra, che ancora non è stato individuato, e il candidato del centrosinistra (o la stessa Raggi, se i romani sceglieranno di votarla nuovamente). A quel punto, però, sarà difficile che i 5 Stelle votino un candidato dem e viceversa.  "Oggi va in frantumi anche la regola dei due mandati del M5s, che da ‘movimento dei cittadini' diventa il partito dei nuovi politicanti. La ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco però è un'ottima notizia: i romani potranno dire con il loro voto come giudicano il lavoro di questa amministrazione grillina. Finalmente", il commento di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, dopo l'annuncio della prima cittadina.

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