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Violenza, Alessandra: “Mi ha puntato una pistola ma hanno archiviato. Alle donne dico: denunciate”

Alessandra ha denunciato l’ex compagno, ma il procedimento è stato poi archiviato prima del processo:”Mi ha puntato una pistola contro, in quel momento non ho avuto paura di morire, ma pensavo ai miei figli”. Nonostante tutto la donna invita le vittime di violenza a denunciare compagni e mariti violenti e ad avere fiducia nel farlo.
A cura di Simona Berterame
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Sono trascorsi dieci anni eppure la voce di Alessandra trema ancora quando ricorda gli ultimi momenti trascorsi in casa insieme all'ex compagno. Oggi quel passato è lontano ma la donna ricorda ancora ogni singolo giorno passato con quell'uomo e come, con molta fatica, è riuscita ad allontanarsi.

Le violenze e la fuga

L'episodio peggiore è avvenuto in casa. Alessandra ci racconta che era appena uscita dalla doccia quando si è trovata davanti il compagno, scuro in volto. In mano ha una pistola puntata verso di lei. “In quel momento non ho avuto paura di morire – dice Alessandra con la voce spezzata – ma pensavo ai miei figli”. Alessandra ha una pistola puntata contro, il compagno le urla “Dimmi chi è!”. È convinto che la donna abbia un’altra relazione. "Allontanandomi dalla camera lui mi ha dato un calcio sul polpaccio e io sono crollata a terra". In quel momento lei riesce ad accendere la fotocamera del cellulare e registra un breve video che ci mostra. Nel filmato Alessandra è a terra, chiede aiuto mentre il compagno urla "Quando torno tu qua non ci devi stare più capito? Perché sennò io ti ammazzo". In quel momento interviene anche il figlio maggiore dei due, che prova a calmare la situazione chiedendo alla madre di consegnare il telefono al padre. "Se non fosse arrivato mio figlio non so cosa sarebbe successo, mi ha salvato la vita". Dopo questo episodio Alessandra decide di scappare con i suoi due figli ma viene denunciata dall'ex per sottrazione di minori ed è così costretta a tornare nel Lazio.

L'appello contro la violenza sulle donne

“Io l’ho denunciato ma poi non sono stata mai ascoltata dal pm e il procedimento è stato archiviato prima di andare a processo”.  La notizia di reato è infondata secondo il pubblico ministero che ha disposto la fine delle indagini e di non aprire le porte di un tribunale. “Eppure io ho portato tanti documenti, certificati medici, screen di diverse chat e addirittura un video dove lui urla che mi avrebbe ammazzata, questo non è bastato però”. Ma nonostante la sua esperienza ci tiene a fare un appello per invitare le donne a denunciare chi le maltratta: "Se siamo tante a denunciare potremmo avere anche uno spiraglio di luce in più, mentre se siamo poche non ci ascolta nessuno".

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