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Covid 19

Viaggio nella centrale operativa del 118 di Roma: “Oltre 2mila chiamate al giorno”

Fanpage.it ha fatto un viaggio nella centrale operativa Ares del 118, dove si lavora a ritmi frenetici per far fronte all’emergenza coronavirus e alle altre urgenze quotidiane dovute a patologie e a incidenti. Il direttore Lucia De Vito: “Raggiunti picchi di 2mila chiamate al giorno, una su quattro è per Covid”.
A cura di Redazione Roma
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Nella centrale operativa Ares del 118 si lavora a ritmi frenetici per fronteggiare l'emergenza coronavirus, tra le centinaia di chiamate quotidiane di pazienti Covid e persone che chiedono assistenza per altre patologie e incidenti. "La mole di lavoro è sicuramente aumentata, perché il virus si sta muovendo più rapidamente, i contagi sono aumentati e i pazienti, anche con pochi sintomi o solo con qualche linea di febbre chiamano noi prese dall'ansia e ciò fa peggiorare la situazione – dice un operatore Ares – in parecchi sono a casa da soli, quindi a volte chiamano semplicemente perché hanno bisogno di parlare con qualcuno, magari per chiedere delle informazioni per sentirsi più tranquilli, su quelli che sono i sintomi, come può evolvere la malattia". E spiega: "A volte abbiamo parecchi codici rossi, la situazione negli ospedali non ci sta aiutando perché per il fatto che è aumentata la mole di lavoro, bloccano i nostri mezzi e di conseguenza abbiamo parecchia difficoltà".

"Una telefonata su quattro è per Covid"

"Negli ultimi giorni abbiamo visto un progressivo aumento dei numeri delle richieste di soccorso, che arrivavano alla centrale – ha spiegato il direttore della centrale operativa 118 Roma Lucia De Vito, intervistata da Fanpage.it – siamo passati da una media che oscillava tra le 1100 e le 1300 telefonate a picchi di oltre duemila chiamate al giorno. Rispetto alla prima fase dell'emergenza da coronavirus abbiamo riscontrato delle differenze sostanziali: nel primo periodo infatti non abbiamo ricevuto tante chiamate che richiedevano interventi per altre patologie, ad esempio, la patologia traumatica si era pressoché azzerata, oppure – continua – penso anche ad altre patologie importanti, come infarti ed ictus, per le quali comunque si è registrata una diminuzione degli interventi. Oggi invece ci troviamo a gestire tutto. Fare una stima sulle percentuali che riguardano chiamate per casi sospetti di Covid e per altre urgenze non è facile, possiamo pensare che spesso si raggiunga il 40 per cento per il primo aspetto, ma non è tutti i giorni così. Diciamo che una telefonata su quattro è riconducibile al coronavirus".

Di Alessia Rabbai e Simona Berterame

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