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Si suicida a 22 anni nel centro di Ponte Galeria: “Mi manca mia madre, voglio tornare in Africa”

“Voglio tornare in Africa, mi manca mia mamma” è la scritta comparsa sul muro della cella di un 22enne della Guinea, che si è suicidato stamattina nel centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria.
A cura di Alessia Rabbai
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La scritta sul muro del cpr (Foto dalla pagina Instagram Noaicpr)
La scritta sul muro del cpr (Foto dalla pagina Instagram Noaicpr)

Tragedia al centro di permanenza per il rimpatrio di Ponte Galeria a Roma, dove un ragazzo di ventidue anni si è suicidato. L'allarme è scattato la mattina presto di oggi, domenica 4 febbraio, quando i soccorritori sono giunti al cpr di via Cesare Chiodi. Secondo quando ricostruito finora il giovane, originario della Guinea, si è impiccato con una corda all'interno del settore nella grata esterna. I suoi compagni lo hanno trovato alle 4.40, tagliato la corda e provato a soccorrerlo, chiamando gli operatori del centro.

Lo hanno portato in infermeria praticandogli le manovre di rianimazione in attesa dell’ambulanza, nel tentativo di salvarlo. Ma il medico non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Il ventiduenne era arrivato a Ponte Galeria il 27 gennaio scorso da Trapani. Sul posto la Polizia di Stato per le verifiche del caso. La notizia del suicidio si è diffusa velocemente nel cpr e in mattinata le altre persone trattenute hanno dato il via ad azioni di protesta per la morte del loro compagno e per le condizioni di vita all’interno del centro durante le quali sono intervenuti i poliziotti.

Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

Garante: "Cpr luoghi disumani che vanno chiusi"

"Il garante regionale e io siamo qui da ormai due ore, insieme alla senatrice Cecilia D’Elia e al deputato Riccardo Magi – spiega contattata da Fanpage.it la garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Roma Valentina Calderone – Siamo riusciti a parlare con un paio dei compagni del ventiduenne che si è ucciso che si trovavano nel suo stesso reparto e con alcuni operatori e riferiremo all’autorità giudiziaria. Luoghi come Ponte Galeria sono totalmente disumani. Non c’era bisogno di aspettare la morte di un ragazzo per dire che questi posti vanno chiusi. Luoghi di sofferenza, dove le persone sono costrette a rimanere per un tempo indefinito, senza uno scopo né prospettive, non capiscono perché si trovano lì. Questo ragazzo stava male, sul muro della cella aveva scritto in francese voglio tornare in africa, mi manca mia mamma".

Bonafoni (Pd): "Ripensare modello d'accoglienza"

"Aspettiamo che le autorità competenti facciano chiarezza sulla tragica morte del ragazzo – ha commentato la consigliera regionale del Partito Democratico Marta Bonafoni, presidente della XIII Commissione consiliare Trasparenza e pubblicità – Sono stata più volte in visita al cpr di Ponte Galeria. Non c'è certo bisogno di capire le dinamiche del fatto accaduto questa mattina, per dire che la struttura alle porte di Roma sia un luogo assolutamente inumano: i cpr vanno chiusi e va radicalmente ripensato il modello di accoglienza delle persone che arrivano nel nostro Paese".

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