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Venti sindaci contro Raggi: “Un tradimento riaprire la discarica di Colleferro non lo permetteremo”

Sono venti i sindaci che hanno scritto contro l’ipotesi di riapertura della discarica di Colle Fagiolara a Colleferro, che per anni ha accolto i rifiuti di Roma in uno dei territorio (la Valle del Sacco) più inquinati del Lazio. Il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna a Fanpage: “Sarebbe un tradimento dei cittadini, non permetteremo lo sversamento di nuovi rifiuti”.
A cura di Alessandro Coltré
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Riaprire la discarica di Colleferro per scongiurare l’ennesima crisi dei rifiuti estiva: è su questa ipotesi che molti sindaci dell’area metropolitana di Roma chiedono una smentita da parte della sindaca di Roma Virginia Raggi. “Dopo le dichiarazioni di qualche settimana fa dell’assessora Katia Ziantoni, che parlava di Colleferro come la solita soluzione ai problemi dei rifiuti di Roma, ora ne salta fuori una nuova. Corre voce che l’Ama abbia scritto alla Prefettura di Roma per chiedere la riapertura ufficiale di Colle Fagiolara, situata a confine fra i territori di Colleferro e Paliano. Chiediamo come sindaci del territorio che la Raggi smentisca categoricamente questa voce. Non può essere la Prefettura a porre rimedio ad anni di inadempienze e scarse programmazioni del Comune di Roma e soprattutto non permetteremo che si scarichi di nuovo il problema sulla provincia”, si legge nella nota diffusa durante il fine settimana da 20 sindaci tra cui i primi cittadini di Colleferro, Labico, Valmontone e Zagarolo. Nota che punta il dito contro gli indirizzi politici e le dichiarazioni dei cinque stelle capitolini, che in più occasioni hanno proposto la proroga dei conferimenti nella discarica di Colle Fagiolara, ormai chiusa dal 15 gennaio 2020 e in cui sono in corso le prime operazioni per la copertura del sito, il cosiddetto capping. Recentemente, sul suo profilo facebook, a criticare la scelta di mettere il lucchetto alla discarica di Colleferro è stata  l’assessora ai rifiuti di Roma capitale Katia Ziantoni, considerandola come una chiusura anticipata “che è costata ai romani circa 3 milioni di euro. Una cifra incredibile”.

Il sindaco di Colleferro Sanna: “Non consentiremo a nessuno di scaricare rifiuti”

“Prima la Ziantoni, ora Ama. La Raggi non ha ancora smentito e non si pronuncia. A Colle Fagiolara non resta alcuno spazio perché non consentiremo a nessuno di scaricare rifiuti. La Regione ha stanziato i fondi per il post mortem e Lazio Ambiente ha già iniziato a spenderli per il capping iniziale. Nessun territorio della provincia sarà disponibile a sacrificarsi in eterno per le inadempienze del campidoglio”, dichiara a Fanpage il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna, accennando anche ai fondi per la gestione del post mortem di Colle Fagiolara. Garantiti dalla Regione Lazio con un impegno di spesa di 24 milioni di euro sul bilancio 2020, nelle determine dell’anno scorso si parla di questi stanziamenti in riferimento a un’area considerata ormai come un'ex discarica da risanare, tramite un piano di interventi di messa in sicurezza e di gestione da portare avanti fino al 2023. Nell’attesa che inizi la fase operativa di questi lavori, sul tavolo del prefetto ci sarebbe quindi una richiesta di riapertura per utilizzare quel che resta delle volumetrie di Colle fagiolara, trovando così uno sbocco temporaneo per i rifiuti indifferenziati di Roma.

La Regione diffida il Comune: 60 giorni di tempo per trovare una discarica

In sostanza, dopo la revoca per la realizzazione della discarica a Monte Carnevale – decisione presa dopo gli arresti dell’imprenditore Valter Lozza e della dirigente regionale dell’area rifiuti Flaminia Tosini – il Comune di Roma si trova nella stessa situazione di un anno e mezzo fa: senza un’alternativa alla discarica di Colleferro e sprovvista di un nuovo sito dove conferire i rifiuti indifferenziati. Tra i Tmb al collasso e la mancanza cronica di una nuova impiantistica, Roma rischia un’altra estate con i cassonetti pieni e in balìa dei miasmi. Una situazione che potrebbe precipitare a fine giugno, quando termineranno gli accordi con diverse regioni italiane che da mesi trattano i rifiuti dei romani, tra cui l’Emilia Romagna, dove ogni giorno  il Campidoglio invia circa 200 tonnellate di immondizia. Oltre al viaggio dei rifiuti, il nodo da sciogliere resta quello della discarica di servizio all’interno della città. Una questione che da anni continua a far scontrare Regione e Roma Capitale. Dopo l’annullamento da parte del Tar dell’ordinanza di Zingaretti che imponeva alla sindaca di indicare una discarica in città, il 28 maggio scorso la Regione ha votato una delibera che diffida Roma Capitale e Città metropolitana a trovare entro 60 giorni uno o più siti idonei alla realizzazione di impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Nonostante il governatore del Lazio a margine della votazione abbia fatto un richiamo alla condivisione delle responsabilità, la delibera suona come un ultimatum al Campidoglio: “Ora abbiamo 60 giorni di tempo per trovare una soluzione condivisa sui punti che anche il Tar reputa oggettivi come la mancanza “di un piano impiantistico, anche alla luce del Piano di Gestione della Regione Lazio, volto a garantire l’autosufficienza nel trattamento, trasferenza e smaltimento dei rifiuti del Sub-Ato di Roma Capitale”. L’obiettivo primario della Regione Lazio è sempre stato e resta quello di aiutare Roma. Vogliamo Roma pulita ed evitare il rischio che le strade della Capitale siano invase dai rifiuti. Noi, per senso di responsabilità, questo rischio non lo possiamo ignorare”, ha commentato in una nota Nicola Zingaretti.

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