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Arresti per corruzione: Raggi blocca Monte Carnevale, tutto da rifare per la nuova discarica

La sindaca Raggi ha chiesto a Zingaretti di “ritirare il piano regionale dei rifiuti che impone l’apertura di discariche a Roma” e ha annunciato che avvierà la revoca per la realizzazione della discarica a Monte Carnevale, dopo l’inchiesta sui rifiuti, che ha portato agli arresti di Tosini e Lozza.
A cura di Alessia Rabbai
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Virginia Raggi ha annunciato che avvierà la revoca per la realizzazione della discarica di Monte Carnevale nella Valle Galeria e ha chiesto pubblicamente al governatore Nicola Zingaretti di "ritirare il piano regionale dei rifiuti, che impone l'apertura di discariche a Roma – definendolo – una scelta che noi romani abbiamo dovuto subire". La decisione arriva a seguito dell'inchiesta sui rifiuti, che ha portato all'arresto per concussione e corruzione della dirigente della Regione Lazio Flaminia Tosini e dell'amministratore delle società Ngr Srl e Mad Srl Valter Lozza, che si occupano di smaltimento dei rifiuti, inchiesta non solo sul sito di Monte Carnevale, ma anche sull’ampliamento delle discariche di Roccasecca e Civitavecchia e sul capping (ossia la copertura) della discarica di Cupinoro a Bracciano. Come emerso in sede d'indagine, entrambi avrebbero "manipolato la procedura amministrativa volta all'individuazione della prossima discarica della Capitale, ricorrendo ad indebite scorciatoie". Così Raggi blocca la costruzione di una discarica che lei stessa aveva autorizzato, dopo che la Regione Lazio con il nuovo piano regionale dei rifiuti il 31 dicembre del 2019 ha chiesto a Roma Capitale di indicare un sito idoneo all'interno del proprio territorio, dove conferire i propri rifiuti solidi urbani.

Virginia Raggi: "Assurdo obbligare Roma ad avere una discarica"

"È evidente che ci siano delle gravi responsabilità politiche della Regione Lazio – dichiara la sindaca – Che quel piano fosse sbagliato l’ho detto in tutti i modi, ma in tanti hanno fatto orecchie da mercante. La nuova maggioranza in Regione Lazio ha la possibilità ed il dovere di intervenire, rivedendo la assurda decisione di obbligare Roma ad avere una discarica sul proprio territorio. Sono stata attaccata per anni, ma la verità sta finalmente venendo fuori. Io volevo soltanto difendere la mia città dalla mala gestione che per decenni ha privato Roma e i miei cittadini di un normale sistema di gestione del ciclo dei rifiuti. Hanno dato alle fiamme uno dei due impianti di proprietà di Roma Capitale per il trattamento dei rifiuti urbani (il Tmb Salario ndr) hanno tentato di mandare in fiamme anche il secondo (Tmb di Rocca Cencia), hanno distrutto migliaia di cassonetti. Eppure non si è alzata alcuna voce a difesa di Roma e della sua amministrazione. Intanto, noi abbiamo rimesso in regola anche i conti dell’Ama, la società che raccoglie i rifiuti in città: abbiamo trovato un buco per 250 milioni di euro. Lo dico ai romani: è il momento di alzare la voce. Basta! Siamo stanchi di subire. A breve si vota. Chi si candida a Roma abbia il coraggio di disconoscere l’operato di Zingaretti e dica chiaramente che non vuole una discarica a Roma. Io non ho problemi a dirlo".

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