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Un murales per Edoardo Sforna, il 18enne ucciso dai clan perché scambiato per un criminale

Era il il 24 agosto del 2011 quando Edoardo Sforna, un 18enne come tanti, è stato ucciso a colpi di pistola da un killer a Morena. Il giovane lavorava come fattorino nella pizzeria dove gli è stato teso l’agguato: si stava riposando dopo aver lavorato tutta la sera. Adesso il suo volto sorridente è stato dipinto sul muro della scuola che frequentava.
A cura di Natascia Grbic
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Un murales raffigurante Edoardo Sforna sul muro dell'Istituto Lombardo Radice, la scuola che frequentava. L'opera, inaugurata dall'amministrazione capitolina alla presenza della sindaca Virginia Raggi, vuole ricordare ‘Dodo', il giovane ucciso il 24 agosto del 2011 in una pizzeria in via Frascineto, a Morena, dove lavorava come fattorino. Si stava risposando dopo il turno di lavoro quando due persone a bordo di un motorino, con il volto coperto da un casco integrale, gli hanno sparato. Erano circa le 22: diversi i testimoni che assistettero impotenti all'immane tragedia. "Chiamate mia mamma", disse il 18enne, con le poche forze che gli rimanevano. Edoardo Sforna fu ucciso a causa di una scambio di persona: venne scambiato per una persona appartenente a un clan criminale e freddato con un colpo di pistola all'addome. Trasportato immediatamente al Policlinico di Tor Vergata, morirà poco dopo a causa della gravità delle ferite riportate.

Raggi: "La legalità deve vincere"

"Chiunque passerà per via di Casal Morena vedrà il sorriso raggiante di Edoardo Sforna sul muro della scuola che frequentava, la succursale dell’Istituto Lombardo Radice – ha dichiarato la sindaca Virginia Raggi – Edoardo era un innocente. Fu ucciso dieci anni fa davanti la pizzeria in cui lavorava perché, come risulterebbe dalle indagini, fu scambiato per una persona appartenente a un clan criminale. La legalità deve vincere, l’esempio di Edoardo deve essere da monito per i più giovani, la forza della sua famiglia deve insegnarci a non abbassare la testa di fronte alle ingiustizie. Ringrazio Teresa Zotta, Federica Angeli, Nello Trocchia, la scuola e tutti coloro che in questi anni sono stati vicini a Marina e Antonio, i genitori, e a tutta la famiglia Sforna. Sono orgogliosa di questo lavoro. Noi, insieme, siamo più forti di qualunque clan. Il sorriso di Edoardo ce lo ricorda e ci dà la spinta per continuare a combattere".

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