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Tortura la compagna e la obbliga a tatuarsi il viso: “Mi ha sferrato 3 colpi di mannaia sulla gamba”

Ha sferrato 3 colpi di mannaia sulla sua gamba: “Se mi lasci questo sarà solo l’inizio”. Poi i tatuaggi in volto. E durante una seduta è riuscita a scappare.
A cura di Beatrice Tominic
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Nei giorni scorsi il tribunale ha bocciato il ricorso di A.L., un uomo di 41 anni che ha torturato, e costretto la compagna a tatuarsi il suo nome sul volto che resterà per sempre sfigurato sopra al sopracciglio destro. I giudici hanno confermato la sua condanna a sei anni e otto mesi.

Quello che il suo nome, però, non è l'unico segno che resterà sul viso della compagna, una ragazza di 30 anni: "Mi ha costretto a tatuarmi una goccia e tre puntini sullo zigomo destro, ma anche tre puntini e una croce sotto lo zigomo sinistro. Sulla mandibola ho invece inciso la frase odio tutti", ha raccontato lei a il Corriere della Sera.

I maltrattamenti da parte del compagno

Intervistata dal quotidiano, la ragazza ha raccontato la vita di tutti i giorni insieme all'uomo che la maltrattava: "Minacciava di uccidere la mia famiglia se lo avessi lasciato", ha detto. La ragazza, assistita dalle avvocate Alexandra Liberati e Laura Passacantilli, del centro antiviolenza "Centra il sogno", ha ripercorso la loro storia, iniziata per caso sui social network, fino al momento di rottura.

Il primo incontro

Si sono conosciuti nel 2019 su Facebook: "Mi appariva spesso fra le amicizie, si chiamava Danno Berserk (un manga ndr), ma ho scoperto che tutti lo chiamavano il mostro: lo aveva persino tatuato sul sopracciglio destro", ha spiegato. Il primo incontro risale al 3 dicembre di quell'anno: "Mi è venuto a prendere in taxi a Ladispoli e siamo andati in un bed and breakfast – ha detto, prima di ricordare cosa l'ha colpita – Ho subito notato un atteggiamento strafottente, mentre nei primi messaggi si mostrava gentile". Proprio a causa. dialcuni comportamenti non ritenuti consoni, sono stati allontanati dal b&b: "Ci siamo spostati in un albergo a Roma: pagava lui, diceva di aver ricevuto una grande eredità". Poi, però, cambia radicalmente: "Era diventato violento, poi ha iniziato a farmi sentire e a recitarmi versi sacri fino a quando non ha iniziato anche a raccontarmi i modi in cui avrebbe torturato mia madre: avrebbe fatto lo stesso anche con me. Avrebbe ucciso i miei genitori, perché non degni di avere una figlia pura – ha continuato – Poi ha iniziato ad insultarmi e mi ha fatto sentire le registrazioni di una donna che aveva torturato".

Salvata da un tatuatore

Dopo si spostano a Genzano, dove sono andati dal tatuatore: "Mi ha costretta a tatuarmi il suo nome sul sopracciglio – ha raccontato la ragazza, prima di spiegare quanto accaduto in albergo – Mi ha detto che il suo lavoro è torturare le persone: "Vuoi morire. No! ti faccio soffrire piano piano perché ti amo. Sarai mia tutta la vita. Ma questo è solo l'inizio, se andrai via". E dopo averle detto questo le ha sferrato tre colpi di mannaia sulla gamba: "Ha detto che con quella prova avrei capito quando mi amasse, sarei diventata pura: avrebbe ucciso la mia famiglia se soltanto lo avessi denunciato: mi ha ordinato di fidarmi e di stare zitta – ha continuato a raccontare – Quella notte non abbiamo dormito: sono rimasta sdraiata nel letto accanto a lui a vedere cartoni animati. Rideva, sapeva a memoria frasi e personaggi del film Joker: per lui, lui stesso era Joker e io Goldie (la donna amata da Joker). Poi siamo andati di nuovo dal tatuatore, stavolta a Nemi. Era il dicembre 2019. Ma quando si è addormentato, il tatuatore mi ha mandato via, aiutandomi a scappare e a tornare libera".

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