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Tortura la compagna e la obbliga a tatuarsi il suo nome sul viso: condannato a 6 anni

L’aveva costretta a tatuarsi il suo nome e altri disegni sul viso e a leggere testi sacri, la minacciava e torturava: un 41enne romano è stato condannato a 6 anni di reclusione.
A cura di Beatrice Tominic
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Maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso: sono queste le accuse ad Andrea Lombardi, 41enne romano che è stato condannato a 6 anni di reclusione per aver fatto vivere la sua compagna in penosissime condizioni di vita. La sentenza è arrivata lo scorso 11 maggio con la condanna confermata dalla Cassazione, ma i fatti, come si legge in un articolo di oggi de il Messaggero, si sono svolti fra il 3 e il 9 dicembre del 2019.

In quel periodo l'uomo ha, come dicono i pm, "maltrattato la compagna aggredendola quotidianamente, sia verbalmente sia fisicamente" e l'ha costretta a tatuarsi il suo nome, Andrea, sopra al sopracciglio destro, come segno di appartenenza.

L'inizio della relazione

I due si erano conosciuti su Facebook e dopo poco tempo si sono trasferiti per vivere insieme: eppure, già dai primi giorni, la vita della donna era cambiata radicalmente. Ogni giorno, tra le mura di casa, si trovava a vivere fra violenze e torture. L'uomo rivolgeva nei confronti suoi e della sua famiglia minacce di morte, la costringeva a leggere forzatamente i testi della Bibbia o del Vangelo e, in breve tempo, le uscite erano state limitate.

L'apice della violenza

È proprio il 3 dicembre del 2019 quando l'imputato decide di portare la sua compagna nello studio di un tatuatore, obbligandola a farsi tatuare il suo nome sul viso: oltre alla scritta "Andrea" sul sopracciglio destro, la obbliga a farsi scrivere "Odio tutti" sulla mandibola sinistra, a farsi disegnare una goccia e tre puntini sullo zigomo destro e una croce su quello sinistro. Nello stesso giorno, qualche ora dopo, l'ha colpita con una mannaia, provocandole lesioni da taglio sul costato e una prognosi di tre giorni e con pugni sulla giugulare. Le scaraventa il telefono per terra, rompendolo e conservando soltanto la scheda sim.

Il 9 dicembre, infine, la aggredisce anche davanti alle altre persone, in un bar. Secondo quanto ricostruito dalla Procura le ha urlato contro "Storpia", colpendola con un pugno sullo zigomo, sbattendola su una ringhiera: poi l'ha trascinata fuori spingendola in mezzo alla strada e l'ha afferrata per i capelli, fino a strapparle una ciocca.

L'arrivo dei carabinieri

Allertate le forze dell'ordine, sono arrivati sul posto i carabinieri: nonostante questo l'uomo bnon ha smesso di minacciare la compagna: "Se mi arrestano uccido la tua famiglia con una pistola e te con un’arma bianca", ha detto. E il giorno dopo l'ha portata di nuovo dal tatuatore per far disegnare una linea verticale al centro del mento e una orizzontale, una risata sul tatuaggio "Odio tutti" e la scritta "Ti amo" in prossimità del suo nome, già scritto sopra al sopracciglio, provocando uno "sfregio permanente al viso".

La difesa

L'avvocato Vito Alberto Calabrese, difensore del 41enne che adesso sta scontando la pena al carcere do Frosinone, ha dichiarato: "Aspetterò le motivazioni e poi faremo ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo perché la persona offesa è stata sentita senza dare una minima comunicazione al difensore dell’imputato."

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