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Stupro Capodanno, ricatto ai genitori: “Se tua figlia parla della violenza, la denunciamo per droga”

Nelle intercettazioni effettuate dai carabinieri, un ragazzo dice alla madre di aver parlato con una persona ‘autorevole’, che avrebbe provato a influenzare le dichiarazioni rilasciate dai giovani ai carabinieri.
A cura di Natascia Grbic
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Ha rassicurato la madre, dicendo di aver preso contatti con una persona autorevole, che gli ha confermato di non essere tra gli indagati per lo stupro di gruppo che si è verificato lo scorso anno a Capodanno in una villetta a Primavalle. Ma la conversazione non finisce lì: il ragazzo, nelle intercettazioni effettuate dai carabinieri, ha anche dichiarato alla donna di aver preso contatto con un avvocato, amico del padre di una giovane presente alla festa. Secondo la sua versione, il legale avrebbe detto a una ragazza ‘appartenente al gruppo dei Parioli' che qualora P. (uno dei ragazzi arrestati per stupro, N.d.R.), fosse stato chiamato, avrebbe dovuto dire che il rapporto tra i due era stato consenziente. Avrebbe inoltre detto che si sarebbe dovuta presentare con la stessa vittima, altrimenti ‘avrebbe detto al padre della ragazza che quest'ultima aveva portato la cocaina‘. Se ciò che ha detto il minore alla madre è vero, ci troveremmo di fronte a un vero e proprio ricatto: la minaccia di smentire lo stupro, a fronte di una denuncia per droga. Un fatto che, se dovesse essere confermato, sarebbe decisamente molto grave.

A più di un anno dai fatti di Capodanno 2021, sono emerse violenze e omertà in quel gruppo di ragazzi, la maggior parte minorenni, che non solo non hanno fatto nulla per impedire uno stupro, ma hanno anche provato a coprirlo successivamente. I tre accusati della violenza sessuale sono stati arrestati, altri sono stati accusati di aver portato la droga alla festa. Tutti hanno cercato di mettersi d'accordo sulle versioni da fornire ai carabinieri, ma sono stati scoperti subito dopo quando nelle intercettazioni hanno ammesso di aver fatto dichiarazioni false. Su una cosa però sono stati tutti compatti: nel non dare supporto alla ragazza stuprata, che la mattina del primo gennaio si è svegliata piena di lividi e sanguinante, in stato confusionale e in preda a un forte malessere. Nei giorni successive le amiche le hanno voltato le spalle, i ragazzi che si sono resi responsabili della violenza l'hanno contattata e hanno provato a farla desistere dal denunciare, cercando di convincerla di aver avuto rapporti consenzienti. Difficile sostenere una tesi del genere data la presenza di numerose ferite sul corpo e il referto del medico dell'ospedale, che parla di lesioni compatibili con uno stupro. Lei è andata avanti, e ha sporto ugualmente denuncia, nonostante avesse tutti contro.

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