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Stupro di gruppo a Capodanno, famiglia minore: “Inaccettabile 13 mesi per arrestare gli aggressori”

Parla a Fanpage.it Bo Guerreschi, portavoce della ragazza stuprata la notte di Capodanno di un anno fa in una villa a Primavalle. “Fiducia nei magistrati, ma c’è stata troppa lentezza”.
A cura di Redazione Roma
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"Abbiamo saputo delle misure cautelari dai giornali, avremmo preferito essere avvertiti prima. La ragazza e suo padre ringraziano i carabinieri per il loro lavoro eccellente e hanno completa fiducia nella magistratura, ma tredici mesi per l'esecuzione delle misure è vergognoso. Le indagini sono state chiuse ad aprile 2021, la vittima aveva riconosciuto i suoi aggressori: tutto questo tempo per prendere provvedimenti è inaccettabile". A parlare a Fanpage.it è Bo Guerreschi, presidente dell'associazione ‘Bon't worry' contro la violenza di genere. Guerreschi è la portavoce della famiglia della minore stuprata da tre ragazzi la notte di Capodanno 2021 in una villa a Primavalle. "Abbiamo dovuto fare pressioni sul magistrato affinché queste misure fossero finalmente eseguite. Sappiamo che è stato aperto anche un altro ramo di indagine, ma tutto questo tempo non è giustificabile. Non abbiamo nemmeno ricevuto i documenti, che visioneremo martedì".

Bo Guerreschi ha sottolineato come sulla giovane siano state dette cose non vere. "La ragazza quella sera non si è drogata, come si è letto in giro. Ha bevuto come hanno bevuto tutti i ragazzi. Da quello che siamo riusciti a capire nelle bevande era stata messa la droga dello stupro". La giovane, per sua tutela, si trova adesso all'estero. "Non è in Italia – spiega Guerreschi – ha una famiglia splendida che le è stata vicino. Sta seguendo un percorso ma è nauseata, stufa e stanca per aver dovuto aspettare tredici mesi che le misure verso questi ragazzi fossero applicate. Noi dobbiamo dare delle risposte alle vittime, che devono avere giustizia".

E da qui si apre un altro tema: quello della denuncia. "Questa ragazza ha subito uno stupro di gruppo, una cosa gravissima. Si dice sempre alle vittime che devono denunciare, poi lo fanno e questo è il risultato: tredici mesi per applicare misure di un'indagine chiusa ad aprile dello scorso anno. Capisco che i giudici siano oberati ma ci sono casi delicati, come quello dello stupro di gruppo di una minore, che deve avere un tempo limitato. Avrebbero potuto agire subito, cosa hanno fatto da aprile a gennaio? Siamo dovuti ricorrere alla Corte d'appello per far muovere il magistrato. Questa lentezza non è giustificata, e per le vittime è una doppia delusione". C'è un altro aspetto che la portavoce della famiglia sottolinea e che finora non sembra essere stato preso in considerazione. "Quella villa era di qualcuno – conclude Guerreschi – al banco degli imputati voglio anche il proprietario della casa. In base a una sentenza della Cassazione lui è responsabile, avrebbe dovuto essere presente in una festa con minorenni e verificare che non succedesse nulla".

Di Simona Berterame e Natascia Grbic

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