Simone ucciso a Ostia, il killer che gli ha reciso l’arteria femorale: “Ho visto la rissa e ho agito d’impulso”

"C'era una rissa, ho agito d'istinto". Queste le parole del trentaquattrenne fermato dai carabinieri per l'omicidio del ventenne Simone Schiavello, accoltellato nella tarda serata di mercoledì 15 ottobre 2025 in via Forni, a Nuova Ostia. Dopo l'aggressione il giovane è stato trasferito d'urgenza all'ospedale San Camillo, dove è morto qualche ora dopo. Le indagini sulla vicenda continuano. Gli inquirenti hanno acquisito le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza per cercare di ricostruire l'accaduto.
Accoltellato in strada, muore in ospedale a 20 anni: cosa è successo
I fatti, come anticipato, sono avvenuti nella serata fra il 15 e il 16 ottobre 2025. Secondo quanto emerso nelle indagini, l'aggressore sarebbe arrivato dall'altro lato della strada e si sarebbe avvicinato dopo essersi accorto del gruppo di ragazzini che stava litigando. Ha raggiunto i giovanissimi e ne ha colpito uno con tre coltellate alla gamba, poi si è allontanato ed è rientrato nello stesso civico da cui era arrivato. L'allarme è scattato immediatamente e il ventenne, Simone Schiavello, è stato trasferito d'urgenza in ospedale dove è morto poche ore dopo.
A un paio di giorni dai fatti gli inquirenti hanno fermato un uomo accusato di essere l'aggressore che ha accoltellato e ucciso il giovane. Si tratta di uno spacciatore di 34 anni che è stato portato in caserma e, successivamente, in carcere. Durante la perquisizione nell'abitazione del trentaquattrenne sono stati trovati indumenti e scarpe compatibili con quelle mostrate dalle immagini di videosorveglianza, successivamente lavati.
L'interrogatorio: "Ho avuto l'impulso di intervenire"
Sottoposto all'interrogatorio nelle scorse ore, il trentaquattrenne ha ammesso i fatti. Ha detto di aver agito dopo aver sentito un impulso improvviso, dopo essersi accorto della rissa e di essere intervenuto per difendere il gruppo che gli era sembrato meno numeroso e disarmato. Gruppo del quale, secondo quanto riportato dal trentaquattrenne, avrebbe fatto parte anche il cugino, già picchiato pochi giorni prima.
Per l'uomo è scattata la misura cautelare in carcere: secondo il gip è presente un "concreto, serio e attuale pericolo di reiterazione di reati con violenza alla persona", nonostante fino a quel momento i precedenti erano in materia di stupefacenti, poiché incapace di "tenere a freno impulsi istintivi violenti ed è segnale rivelatore di una elevata pericolosità criminale". Nel frattempo, però, continuano le indagini per escludere eventuali discussioni legate agli affari di droga: gli inquirenti vogliono chiarire se i due si conoscessero.