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Sgominato clan italo-albanese: fra i 9 arresti anche Titty della banda di Diabolik

È stato smantellato un clan italo-albanese: sono state arrestate 9 persone e ispezionato il locale che faceva da “magazzino centrale” del clan. Sequestrata più di 100 kg di stupefacenti.
A cura di Beatrice Tominic
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Foto di repertorio.
Foto di repertorio.

All'alba di questa mattina, mercoledì 16 marzo, è iniziato l'intervento richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma emessa dal Gip del Tribunale di Roma nel corso del quale la Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con il Reparto Prevenzione Crimine, l'U.P.G.S.P. e la Squadra Mobile di Viterbo in alcuni territori che si estendo fra la provincia di Viterbo e quella di Roma.

Nel corso dell'intervento, effettuato per 13 ordini di custodia cautelare, sono state arrestate 9 persone perché fortemente indiziate per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e alla cessione e detenzione ai fini di spaccio.

Il clan italo-albanese

L'associazione a delinquere, per cui oggi sono state arrestate 9 persone, tutte di nazionalità italiana ed albanese, operava principalmente nella zona di Acilia e si occupava di delitti di traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana. Generalmente, infatti, acquistava diverse quantità di droga, le trasportava su autovetture intestate a terzi e poi le nascondeva nelle case e nei box fino a quando non venivano consegnate agli spacciatori per rifornirli.

Fra gli arrestati ci sarebbero una cantante albanese e Titty del gruppo di Diabolik

Secondo quanto riporta in un articolo pubblicato stamattina il quotidiano la Repubblica, fra le persone indagate figura anche Lila Elsa, di 40 anni, una cantante nota in Albania.

Oltre a lei, però, è coinvolto anche il pugile Petrit Bardhi, detto Titty, già implicato nelle operazioni, fra il 2015 e il 2016, effettuate dal nucleo Gico della Guardia di Finanza, nel corso dell'inchiesta Criminal Games, partita nel 2013. Insieme a Arben Zogu, detto invece Riccardino, apparteneva al gruppo di ponte Milvio agli ordini di Fabrizio Diabolik Piscitelli. I due, insieme ad un terzo, soprannominato Pluto, facevano parte del clan italo-albanese che si occupava di traffici di droga e dell'organizzazione delle slot machine all'interno dei bar della capitale guidato dai fratelli Guarnera: con base ad Acilia.

Le indagini

Le indagini sono state avviate dalle piazze di spaccio nelle zone di Torpignattara e Marranella dove sono emersi collegamenti con alcune organizzazioni criminali albanesi di Roma attive soprattutto nella zona di Acilia. Da questi elementi è emerso il ruolo di spicco di un cittadino albanese, irreperibile nel nostro Paese che è attivamente ricercato all'estero: spesso l'uomo si è avvalso della collaborazione di suoi connazionali per le fasi di confezionamento, di stoccaggio e di spaccio delle sostanze stupefacenti e della contabilità, ma anche di altri cittadini italiani che avevano il ruolo di "retta" o di fornitori.

Si è scoperto, inoltre, che in alcuni bar di Acilia venivano organizzati dei veri e propri summit per discutere le strategie di azione del clan e le basi logistiche in cui conservare le sostanze in attesa della vendita: fra questi appare anche un ampio seminterrato in zona Torrevecchia che avrebbe avuto la funzione di magazzino centrale. Nel corso dell'indagine, infine, sono stati sequestrati 5 kg di cocaina, 43 kg di marijuana  e 82 kg di hashish.

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