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Rioccupato stabile alla Caffarella e arriva la celere. Gli attivisti: “Pronti a resistere”

Gli attivisti di Berta Caceres, Laboratoria Ecologista Autogestita rioccupano lo stabile alla Caffarella. Non tardano ad arrivare anche i blindati della celere.
A cura di Beatrice Tominic
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"Berta è tornata a via della Caffarella 13! Contro le guerre capitaliste 1000 laboratorie ecologiste", è quanto si legge nella nota pubblicata sui social questa mattina, all'alba della nuova occupazione dello stabile di proprietà della Regione Lazio, nel parco regionale protetto.

Non hanno tardato ad arrivare, però, anche i blindati della celere, carichi di diversi agenti. Gli attivisti, però, hanno annunciato: "Resistiamo." Nelle note sui social, inoltre, invitano chiunque a raggiungerli: in segno di protesta si sono seduti con il volto verso i poliziotti e, davanti a loro, hanno posizionato un canotto contenente l'avviso del pavimento bagnato, spesso utilizzato durante le pulizie degli uffici e dei luoghi pubblici, su cui hanno applicato un foglio di carta che recita: "Crisi climatica in corso".

La nota all'alba della nuova occupazione

Nella nota pubblicata questa mattina gli attivisti hanno spiegato le loro intenzioni: "Sottraiamo nuovamente all’abbandono via della Caffarella 13 perché vogliamo aprire spazi di conflitto contro l’intero assetto culturale e politico che ancora legittima la dipendenza dal fossile. Riteniamo che la crisi climatica sia ormai inscindibile dalle guerre che aggrediscono senza tregua popoli ed ecosistemi. Una lotta ecologista veramente radicale non può quindi ignorare che la stessa guerra che piega luoghi apparentemente lontani è onnipresente nelle nostre vite, sotto tante forme diverse: come confine di Stato che produce morte, come repressione poliziesca che annienta il dissenso, come carovita, flessibilizzazione del lavoro, devastazione dell’ambiente e privatizzazione dei beni comuni, come ci dimostra il nuovo DDL Concorrenza del governo Draghi." Non è mancato poi, qualche riga dopo, l'attacco anche al ministro Cingolani, che si adopera solerte per accaparrare risorse fossili in giro per il mondo e favorisce il ritorno delle centrali a carbone utilizzando i fondi del PNRR.

Foto da Instagram. Gli agenti con i blindati e gli attivisti
Foto da Instagram. Gli agenti con i blindati e gli attivisti

Hanno ripercorso la storia dello stabile che hanno e che intendono nuovamente occupare: "Lo stabile di proprietà della Regione Lazio, che si trova in un parco regionale protetto, è stato abbandonato nel 2011 e successivamente messo all’asta attraverso Invimit, soggetto tecnico del MEF che, in tutto il paese, sta guidando i processi di messa a valore e privatizzazione del patrimonio immobiliare degli enti pubblici – poi hanno aggiunto – Siamo convintǝ che per contrastare concretamente questi processi sia quanto mai necessario aprire spazi di condivisione comunitaria e di riappropriazione dal basso, attivatori di autogestione."

Poi hanno aggiunto, in conclusione: "Torniamo dentro via della Caffarella 13 perché la rivoluzione ecologista non si sgombera, perché le nostre ragioni sono valide oggi come due mesi fa, e perché non ci faremo impaurire davanti alla repressione che abbiamo subito. Perché Berta Vive, e continua ad ispirarci nella lotta.L.E.A. Berta Cáceres"

Lo sgombero a marzo scorso

Quasi due mesi fa, infatti, il 24 marzo, i blindati arrivati in via della Caffarella hanno sgomberato lo stabile che era stato occupato il 5 marzo. L'intervento delle forze dell'ordine era arrivato dopo qualche ora dalla convocazione di un tavolo di discussione tra gli occupanti e le istituzioni, fra cui i presidenti del VII e VIII Municipio, ma ancora dell'assessorato al Patrimonio di Roma Capitale e della Regione Lazio, in particolare dell'assessorato alla Transizione Ecologica di Roberta Lombardi.

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