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Riaprono al pubblico le Corsie Sistine: si trovano nell’ospedale più antico di Europa

Le Corsie Sistine dell’ospedale Santo Spirito in Sassia sono state riaperte oggi dopo un restauro durato due anni: alla cerimonia di inaugurazione, anche il presidente Mattarella.
A cura di Beatrice Tominic
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Le Corsie Sistine (foto a sinistra da Facebook) e il Presidente Mattarella durante la partecipazione all'evento.
Le Corsie Sistine (foto a sinistra da Facebook) e il Presidente Mattarella durante la partecipazione all'evento.

È stato riaperto oggi al pubblico l'Arcispedale di Santo Spirito in Saxia, il più antico di Europa, nato nell'VII secolo d.C. e attivo da oltre 800 anni in centro a Roma. L'inaugurazione è avvenuta nella mattinata di oggi, dopo due anni di restauro da parte dell'Asl di Roma 1 delle Corsie Sistine con i loro 1200 metri quadrati di affreschi, interamente finanziato dalla Regione Lazio. Molte le figure istituzionali che hanno preso parte all'evento, fra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel corso dell'inaugurazione, il presidente ha anche firmato il Liber Fraternitatis, un codice miniato che risale al 1446, firmato da tutti colo che, entrati nell'arciconfraternita, venivano considerati automaticamente benefattori dell'ospedale.

All'inaugurazione anche il governatore Zingaretti

All'evento di oggi ha partecipato anche il governatore della regione Lazio, Nicola Zingaretti: "Siamo in un luogo unico in cui si celebra la potenza del nostro passato e la forza del nostro presente", ha dichiarato. "Dentro la missione della cura e della solidarietà di questo ospedale romano credo che possiamo trovare anche un nucleo fondante e attuale della civiltà europea: l'accoglienza, la cura e il rispetto per l'altro: questi valori li abbiamo visti in tutta la loro forza in questi anni di lotta al Covid", ha poi concluso. Oltre a lui, hanno preso parte all'inaugurazione il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini; il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e Angelo Tanese, direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Locale Roma 1, che si è occupata del restauro: "Qui ci sono le radici anche del nostro futuro perché qui, per secoli, generazioni e generazioni di medici hanno salvato migliaia di vite, bambini abbandonati nel Tevere. Oggi si restituisce alla città uno tra i più prestigiosi edifici di Roma".

La mostra fotografica

Accoglienza, cura e rispetto: per dare risalto a questi tre valori, all'interno dell'ospedale è stata anche allestita una mostra fotografica con 48 scatti: le foto arrivano dalle principali agenzie e hanno segnato momenti salienti delle fasi della pandemia. "Questa è una sorta di Cappella Cistina degli ospedali storici", ha spiegato la storica dell'arte e soprintendente speciale del comune di Roma Diela Porro. "La Corsia Sistina – come ha ricordato – è stata realizzata nel 1475 in occasione del giubileo di quell'anno, fu commissionata da Papa Sisto IV e i suoi affreschi raccontano la storia di quegli anni e le imprese volute dal Papa".

Un ospedale storico

L'ospedale, oltre ad essere espressione dell'immenso patrimonio artistico del nostro Paese, rappresenta anche un enorme valore storico: è nato nella zona in cui sorgevano gli Horti Agrippinae, i giardini della villa romana di Agrippina Maior. È qui che nel 727 d.C. il re dei Sassoni Ina ha istituito la Schola Saxonum,  dove i pellegrini in visita alla tomba di Pietro venivano accolti e curati fino alla Guerra Santa. Nel 1198, papa Innocenzo III ha affidato la struttura a Marchionne D'Arezzo che, vista la posizione sul fiume Tevere, l'ha resa un Complesso per accogliere i bambini indesiderati e i bisognosi: la gestione dell'istituto, invece, è stata affidata a Guido da Montpellier, cavaliere e fondatore dell'Ordine Ospitaliero del Santo Spirito, da cui prese il nome con cui lo conosciamo oggi.

Il Santo Spirito, da quel momento, è diventato un luogo di assistenza per malati, indigenti ed emarginati, ma anche riferimento sanitario ed economico sociale tanto che, da quel momento, sono stati creati molti ospedali con le stesse funzioni in tutta Europa: alla fine del Xv secolo se ne contavano quasi mille.

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