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Respingono striscioni per Leonardo Lamma allo stadio, la mamma: “Vogliono che venga dimenticato”

Respinti allo stadio gli striscioni preparati dagli amici di Leonardo, 19enne morto lo scorso aprile in corso Francia. La mamma: “Vogliono che sia dimenticato”.
A cura di Beatrice Tominic
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Volevano mostrare uno striscione in ricordo di Leonardo, ma è stato respinto: "L'idea è partita dagli amici di Leo e visto che alcuni di loro sono della Lazio e altri della Roma hanno richiesto l'autorizzazione per entrambe le partite di questo weekend – ha dichiarato a Fanpage.it la mamma di Leonardo – Volevano entrare allo stadio con uno striscione con scritto "Verità per Leonardo", ma non glielo hanno permesso". Suo figlio Leonardo è morto lo scorso aprile, a 19 anni, mentre stava percorrendo in moto corso Francia. Secondo le ultime dichiarazioni della Procura sarebbe morto da solo dopo aver perso l'equilibrio, ma le domande per la sua famiglia sono ancora molte. "I ragazzi allora hanno appeso uno striscione di protesta proprio su corso Francia: neanche tre ore dopo, però, era già stato rimosso: vogliono che mio figlio sia dimenticato".

Lo striscione da mostrare allo stadio

"Volevano mostrare uno striscione innocente, così gli amici di Leonardo lo hanno presentato sia allo SLO (Supporter Liaison Officer) della Lazio per mostrarlo in occasione di Lazio-Monza che a quello della Roma per Roma-Torino – ha continuato a spiegare la mamma del giovane – La Lazio inizialmente aveva acconsentito. Poi, però, una volta arrivati allo stadio, sono stati bloccati dalla Digos all'entrata dello stadio. Con loro avevano diversi striscioni, fra cui quello in ricordo di Gabriele Sandri: questi sono stati lasciati entrare tranquillamente, quello su Leonardo no". Gli amici di Leonardo hanno provato a chiedere spiegazioni: "Hanno discusso, ma non c'è stato nulla da fare. I toni si erano un po' accesi e neppure uno degli amici di Leonardo è stato fatto entrare – ha aggiunto – Così lui è rimasto fuori dallo stadio: è lì che ha aperto lo striscione".

Lo striscione respinto allo stadio.
Lo striscione respinto allo stadio.

Lo stesso iter sarebbe toccato anche in vista della partita della Roma: "Stavolta, però, il problema è stato un altro: lo striscione non è stato accettato neppure dallo SLO. La società stessa ha emanato direttive e non ha permesso di fare lo striscione. Troppa pressione mediatica. Probabilmente infastidisce qualcuno, non so". Il ragazzo che ha presentato lo striscione ha chiesto agli addetti quale problema ci fosse nell'esporlo: "L'addetto che si è occupato della pratica ha ribadito la sua posizioni e, anzi, gli ha chiesto cosa ci fosse sotto".

Lo striscione esposto su corso Francia

Ma gli amici di Leonardo non si sono arresi: "Gli stessi che non sono riusciti a far passare lo striscione allo stadio, nella sera di venerdì hanno esposto un nuovo striscione sul ponte dell'Olimpica (foto in apertura) che recita La romana amministrazione, alta velocità a nascondete le prove". Il riferimento non è soltanto agli striscioni respinti, ma soprattutto ai lavori al manto stradale portati a termine in brevissimo tempo due ore dopo l'incidente fatale per Leonardo. "Ci hanno inviato la foto dello striscione appeso verso mezzanotte e mezza. Neanche tre ore dopo ci hanno scritto un altro messaggio: lo striscione era stato rimosso, ma non si capisce da chi. Era uno striscione di contestazione, ma niente di così sconvolgente. Sabato mattina sono andata con mio marito dai vigili urbani e sembra che non siano stati loro a rimuoverlo". Le domande sono sempre di più: "Probabilmente non vogliono che si parli di mio figlio, vogliono metterci una toppa. Resto basita: allo stadio entra di tutto, per una cosa innocua e banale non hanno fatto entrare questo striscione – ha continuato – Mi sembra una storia così assurda e inverosimile."

L'attesa delle dichiarazioni del pm

Nel frattempo sono emerse nuove informazioni dalla relazione di consulenza: "Si sostiene che la buca non c'entra nulla: Leonardo avrebbe fatto tutto da solo. Si accavallano affermazioni non coerenti. Hanno detto che stava correndo in moto, ma c'è scritto che la velocità era di 27 chilometri orari. Nel verbale c'è scritto anche che avrebbe frenato dopo essersi trovato davanti un muro di macchine, ma dai video si vede che il traffico è scorrevole. La frenata non era mai stata nominata, non compare neanche nei rilievi dei vigili. Una dichiarazione contraddice l'altra", ha continuato la mamma di Leonardo a proposito delle ultime dichiarazioni della Procura. "Non so cosa pensare, noi abbiamo paura che il pm possa archiviare il caso. Ma c'è un video che parla. Vogliono farci credere che sia caduto da solo: io conosco mio figlio, non era un ragazzo incosciente. Girava in moto da due anni a Roma, sapeva gestire il suo mezzo in una strada con buche: deve esserci stato qualcosa di grosso. Continuo a pormi moltissime domande. Perché non è stata posta sotto sequestro la strada? Adesso sono io che mi chiedo, cosa c'è sotto?".

Ma le risposte tardano ad arrivare. "Credo che si stiano arrampicando sugli specchi, nei rilievi hanno omesso il rattoppo del manto stradale irregolare da giorni, come ci è stato poi segnalato da chi lavora nei negozi lungo la strada. E perché adesso ci negano tutto, addirittura uno striscione? Non vogliono che Leonardo abbia visibilità, vogliono che Leonardo venga messo nel dimenticatoio. Noi, invece, per lui vogliamo solo la verità".

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