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Per la Procura Leonardo Lamma è morto in moto perché correva, la mamma: “Ci dicano la verità”

I genitori di Leonardo Lamma morto a 19 anni in moto su Corso Francia chiedono al magistrato la verità sulla morte del figlio.
A cura di Alessia Rabbai
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"Chiedo al pubblico ministero di ricevermi e dirmi com'è morto l'unico figlio che avevo. Deve guardarmi in faccia e dirmi la verità". Sono le parole di Paola Scaglioni, la mamma di Leonardo Lamma, lo studente universitario amico di Gaia e Camilla, morto in moto a diciannove anni lungo Corso Francia il 7 aprile scorso. Lo stesso tratto di strada dove tre anni prima sono morte investite le due sedicenni di Collina Fleming, mentre attraversavano la strada. Intervistata dalla Repubblica ha spiegato non non credere ai risultati della perizia svolta dal consulente della procura sul manto stradale, che evidenzia come a far perdere il controllo alla guida al giovane e a causarne la caduta fatale sia stata l'alta velocità. Dunque secondo i magistrati avrebbe fatto tutto da solo.

"Leonardo morto per una buca rattoppata male"

Per i genitori assistiti dall'avvocato Antonio De Fazi a far sbandare Leonardo sono stati dei lavori eseguiti grossolanamente, in particolare una buca riparata male e molto pericolosa. Il dosso è stato poi risistemato dopo poche ore dall'incidente. Per i genitori dietro all'intervento ci sarebbe l'intenzione di coprire quanto successo, per evitare che venissero alla luce le responsabilità di chi si sarebbe dovuto occupare della corretta manutenzione e controllo delle condizioni del tratto di strada in cui Leonardo è morto e che invece non lo ha fatto.

"Lo stanno uccidendo un'altra volta"

"Il perito del pubblico ministero Antonio Moroni è un vicecomandante dei vigili urbani e noi stiamo accusando il Comune – spiega Stefano, il papà di Leonardo che è convinto "non avrebbe dovuto accettare l'incarico". I genitori di Leonardo ora chiedono di non essere presi in giro e che venga fatta giustizia per la morte del figlio: "Vogliamo la verità, lo stanno uccidendo un'altra volta".

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