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Quindicenne aggredito da buttafuori, il Piper chiude: “Anche noi siamo vittime”

Ad un giorno dalla chiusura del Piper per “ragioni di sicurezza”, è lo stesso locale a comunicare in una nota la sua posizione: “Abbiamo attivato iniziative, cos’altro si può fare per gestire la sicurezza nelle discoteche?”
A cura di Beatrice Tominic
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Ad un giorno dalla chiusura del Piper a causa del provvedimento di sospensione temporanea emesso dai carabinieri, per motivi di ordine e sicurezza pubblica, è la stessa discoteca che si trova nel quartiere Coppedè ad esprimersi con un comunicato.

"Il locale Piper Club in tutta questa storia si dichiara vittima di un sistema di norme antiquato, risalente al 1936, fatte in pieno regime fascista, che non sono più attuali e non risolvono i problemi di ordine e sicurezza pubblica, principi ai quali il legislatore del tempo si era ispirato – hanno comunicato in una nota dalla storica discoteca – Usando un termine calcistico, difendere la porta del Piper, è un caso impossibile con le attuali leggi in vigore dal 1936."

Il problema delle norme

Il problema, secondo il Piper, sarebbe da rintracciare nell'impossibilità di effettuare una selezione all'ingresso: "Le regole cardine stabilite delle norme, sono che in un locale aperto al pubblico non è possibile fare selezione all’ingresso. Questo principio comporta che il gestore del locale non è in grado di selezionare la propria clientela e di conseguenza se persone con brutte intenzioni si avvicinano al locale e vogliono entrare non abbiamo gli strumenti legali per respingerli – hanno spiegato – Il secondo problema che abbiamo, è che le stesse norme di pubblica sicurezza non permettono agli addetti al controllo delle agenzie, con le quali collaboriamo, di intervenire per sedare il comportamento scorretto degli avventori maleducati."

Le norme, come hanno sottolineato, permettono soltanto alla polizia di intervenire per mettere fine ad eventuali litigi fra i clienti del locale: "Terzo aspetto, le norme impongono al gestore di chiamare le forze dell’ordine che a quel punto intervengo, ma generalmente a fatti già conclusi, ovvero quando il danno è stato già fatto. E per questo motivo le autorità di pubblica sicurezza sanzionano il locale con l’ordinanza di chiusura: come si suol dire Cornuti e Mazziati!"

La mancata tutela della sicurezza

Per tutte queste ragione, la conseguenza è che possano emergere dei problemi di sicurezza: "Non ci vuole molto a capire che, così stando le norme, non è possibile immaginare una collaborazione fattiva da parte dei gestori che non hanno alcun strumento per tutelare la sicurezza nei propri locali e per di più se si autodenunciano vengono sanzionati con multe salate, chiusure per diversi giorni e, se non addirittura, la revoca della licenza. Bene allora cosa si può fare per gestire la sicurezza nelle discoteche?", si chiedono dal Piper.

Le iniziative per la sicurezza del Piper

Per cercare di ovviare al problema, già dal 2018 il Piper Club ha avviato un piano per garantire la sicurezza del locale, sottoscrivendo un protocollo con la Prefettura di Roma e prevedendo azioni specifiche per salvaguardare la sicurezza. "Tra queste iniziative ricordiamo le principali che sono:  l’installazione di telecamere all’interno del locale; l’utilizzo di agenzie esterne e addetti al controllo selezionati dalla Prefettura con patentino rilasciato dalle autorità a seguito di corsi di abilitazione riguardanti le tematiche legate ai rischi che si manifestano nei locali; il controllo all’ingresso per vietare l’accesso al locale di minorenni ai quali comunque è vietata la somministrazione di bevande alcoliche per policy aziendale – hanno poi aggiunto – la collaborazione quotidiana con le forze dell’ordine e di emergenza segnalando ogni evento a rischio e aiutando le autorità a svolgere qualsiasi indagine si rendesse necessaria."

Dopo la pandemia, con la nuova apertura del 2022, sono state apportate alcune modifiche al protocollo per quanto riguarda le norme in materia Covid e l'abuso di sostanze alcoliche da parte dei giovani: "Quando un locale dimostra con i fatti che ha avviato un percorso di collaborazione e partenariato con le istituzioni, nonostante tutte le difficoltà che incontra a gestire centinaia di eventi l’anno, oggi si viene a contestare, al Piper Club, che ci sono stati 5 episodi di violenza all’interno del locale causati, non dal comportamento del proprio Staff, ma da terzi clienti o addetti esterni", hanno dichiarato nel comunicato dal Piper.

Il ruolo del Piper a Roma

In conclusione, dal locale è stato ricordato l'importante ruolo che lo stesso ricopre, sia sul piano sociale che su quello storico: "Il Piper Club è un’attività economica, e come ogni attività economica ha anche una funzione sociale. Impiega circa 80 dipendenti nelle varie mansioni necessarie per l’organizzazione delle serate tutti regolarmente assunti. Offre lavoro a giovani per pagarsi gli studi universitari e a persone con un’età ormai adulta che magari hanno avuto difficoltà a trovare un lavoro alternativo. Genera un indotto commerciale non indifferente in diversi settori produttivi tra cui il turismo, il food and beverage e il mercato musicale – hanno spiegato – Non da ultimo il locale continua ad essere fucina di giovani talenti che oggi non si chiamano Pink Floyd o Patty Pravo ma che con le loro doti artistiche diventano dj di fama internazionale o cantanti rap. Molti nomi noti che ascoltiamo quotidianamente in radio sono passati o addirittura cresciuti nel nostro locale. Abbiamo 57 anni di storia."

E, per concludere, sull'episodio avvenuto lo scorso 28 aprile, hanno chiesto un incontro: "Chiediamo infatti di incontrare la famiglia per capire meglio cosa sia successo quella sera e per permetterci di individuare le iniziative migliori affinché fatti di questo genere non accadano più."

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