Onorato lancia rete civica nazionale: “In Italia burocrazia folle, sinistra rompa il tabù sulla sicurezza”

L'assessore allo Sport, Turismo e Grandi eventi di Roma, Alessandro Onorato, ha lanciato un progetto civico nazionale che parte dalle esperienze amministrative delle singole città, per arricchire l'offerta politica del centrosinistra. Una rete civica presentata in un evento dal titolo "Roma cambia migliora l'Italia", a cui hanno partecipato, tra gli altri, Martina Riva, Assessore allo Sport, Turismo e Politiche Giovanili del Comune di Milano, Emmanuel Conte, assessore al Bilancio e Patrimonio del Comune di Milano e Jacopo Vicini, Assessore alle Attività Produttive e al Turismo di Firenze a Marco Semplici, Lista Civica Firenze. Presente anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
"Il nostro vuole essere un contributo generoso che parte dal basso, fatto di tantissime persone abituate a misurarsi sui problemi, sulle opportunità della gente e non sulle alchimie politiche e sulle sigle. A noi non interessa questo, ma interessa dare una mano vera alle nostre città, alle nostre comunità, al nostro Paese e al nostro schieramento politico", ha spiegato a Fanpage.it l'assessore Onorato.
Onorato, lei si candida quindi ad essere il federatore di una nuova esperienza civica? Perché è necessario, secondo lei, e perché è necessario ora?
No, non mi candido a fare il federatore. Ma sicuramente abbiamo voglia di stimolare un progetto civico nazionale che metta insieme le tantissime esperienze che non solo hanno contribuito a far vincere sindaci che rappresentano il campo politico del centrosinistra, ma che negli anni hanno contribuito in maniera decisiva, competente e pragmatica a cambiare il volto delle grandi città italiane. Avviene a Roma, a Firenze, a Milano, a Napoli, a Torino, ma anche in migliaia di piccoli e medi comuni. Questo mondo, questa ricchezza di uomini e di donne, persone che hanno fatto una palestra politica importante, sono un patrimonio politico del centrosinistra. E possono più limitarsi a un lavoro, seppur importantissimo, nelle proprie città e disperdersi in mille rivoli. L'unione di queste esperienze può generare un progetto civico nazionale che aiuti in maniera decisiva il centrosinistra e mettere in campo un'alternativa a Giorgia Meloni.
E sulle alleanze? Per esempio, a lei va bene un campo larghissimo, esteso a tutti, dai 5 Stelle ad AVS, Renzi, Calenda. E a Roma sta funzionando questa coalizione che, per esempio, non tiene dentro né Calenda né i 5 Stelle? Lei giustamente rivendica sempre l'importanza che ha avuto la lista civica Gualtieri nell'elezione del sindaco…
Roma è un esperimento riuscito bene. Il sindaco Gualtieri ha avuto l'abilità di creare un campo largo su un programma puntuale, di rinascita della nostra città. E Roma oggi è una città che è ripartita e lo confermano tutti gli indicatori economici e sociali. L'economia cresce, l'occupazione cresce, crescono i salari. Questo ovviamente non vuol dire che non ci siano problemi, c'è ancora tanto da fare.
Credo che Conte abbia fatto un lavoro straordinario di trasformazione del Movimento 5 Stelle e credo che oggi ci debba essere la generosità di mettere in campo le forze migliori, politiche, umane, di contenuto per un programma concreto alternativo a quello che è il governo Meloni. Forse è giunta l'ora, credo, che sia chiaro quali sono i nostri avversari politici, e non sono dentro il nostro campo. Ci sono tante sensibilità, ci sono anche dentro la coalizione di Gualtieri, ma questo è normale, è un arricchimento. Quello che conta è la sintesi per un una visione di Italia che riparta davvero dalle istanze delle persone, che non vogliono formule politiche, ma capire cosa possiamo fare noi per migliorare domani la vita di un ragazzo, di un anziano o di una persona che col sudore alla fronte lavora e unisce la propria famiglia e prova ad avere un po' di tempo libero.
Passiamo agli elettori. Non puntate, almeno esplicitamente, a un elettorato cattolico, ma un elettorato riformista, moderato, però all'interno del centrosinistra. All'evento che avete fatto a Roma chi c'era in platea?
C'erano più di 1000 persone. In un giovedì con 38° a Roma non è così scontato, direi. C'era una platea di gente variegata, di tanti giovani, di tanti studenti universitari, di tanti liberi professionisti, dipendenti pubblici, anziani. Una platea variegata, come la nostra società. Una platea vera di persone che amano la propria città, che amano il proprio Paese e che quindi non hanno interesse a una politica litigiosa. C'erano amministratori arrivati da ogni parte d'Italia, che hanno preso il treno, l'aereo per venire a condividere un'idea di progresso, un'idea di sano ottimismo, di sano pragmatismo.
Il Partito dei Cattolici non esiste, o meglio non esiste più. Lo Stato è laico. Io ho una formazione cattolica, ho fatto lo scout. Ma che conta questo? Quello che conta sono i valori e la visione del Paese che si vuole mettere in campo. Serve freschezza e voglia di cambiare le cose. Serve anche la sfacciatagine di dire ‘questo è il nostro momento'. per non accettare più, per esempio, che 100mila laureati lascino ogni anno l'Italia.
Le alleanze si costruiscono anche sui programmi… Se dovesse scegliere un tema forte su cui puntare, anche partendo se vuole dalla sua esperienza a Roma, quale sarebbe?
Non c'è una priorità, ce ne sono diverse. Io credo che forse sia giunta l'ora per il centrosinistra di superare il tabù, che esiste, sul tema della sicurezza. L'insicurezza colpisce chi ha meno, non chi ha di più. Chi usa il treno per raggiungere il posto di lavoro, chi prende un autobus, magari una ragazza all'una di notte dopo aver fatto la cameriera o aver lavorato in un hotel. Ma penso anche alla burocrazia folle che c'è in Italia. Il nostro Paese è fatto di centinaia di migliaia di piccole imprese che impazziscono con la burocrazia. Sono 30 anni che chiunque governa promette che questa burocrazia sarebbe stata tagliata e invece è lì, è il tuo avversario, sta lì al tuo fianco. Infine, è importante semplificare la vita delle famiglie. Oggi il più grande ammortizzatore sociale italiano sono le famiglie. Se tu perdi il lavoro, ti aiuta la tua famiglia. Se tu stai male, ti aiuta la tua famiglia. Ecco, è giunta l'ora di non vivere più di bonus, ma di un'idea chiara di Paese. Ma è mai possibile che le scuole italiane chiudano tre mesi? Lo dice una persona che è figlio di due insegnanti. È un sacro rispetto per il lavoro degli insegnanti che guadagnano poco, dovrebbero guadagnare di più, ma forse è giunta l'ora di rovesciare questo meccanismo.