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Morto Lanfranco D’Onofrio, ‘l’imperatore’ della cronaca nera di Roma

Lanfranco D’Onofrio è morto: il cronista di cronaca nera, tra i più noti della capitale, è deceduto all’età di 96 anni. Il giornalista ha dato voce a tantissimi delitti e gialli avvenuti nella città di Roma, ed è stato un vero e proprio mentore per le generazioni di cronisti successive. I funerali si terranno giovedì.
A cura di Natascia Grbic
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Lanfranco D'Onofrio, uno dei cronisti di nera più famosi di Roma, è deceduto all'età di 96 anni. A darne notizia è il Sindacato cronisti romani, di cui D'Onofrio è stato uno dei fondatori, in una nota. "È morto Lanfranco D'Onofrio – si legge nella nota – il decano dei cronisti di ‘nera' della capitale, per anni punto di riferimento dalla sala cronisti della Questura di Roma. È scomparso a 96 anni dopo una vita passata a raccontare i fattacci di nera". I funerali del cronista, che ha raccontato alcuni dei più importanti fatti di cronaca nera avvenuti nella capitale, si terranno giovedì 11 novembre presso la Concattedrale di San Cesareo alle ore 11. Tra i fondatori del Sindacato cronisti romani, oltre a fare il suo lavoro di giornalista ha ricoperto negli anni cariche sia nel sindacato, di cui è stato tesoriere, sia per l'Unione dei cronisti italiani.

Lanfranco D'Onofrio aveva cominciato a lavorare come cronista sin da giovanissimo. A 19 anni faceva parte della redazione de L'Unità, poi era passato a Paese Sera e infine a la Repubblica, con la quale ha collaborato fino a che ha continuato a lavorare. "I colleghi lo chiamavano affettuosamente ‘l'imperatore' e negli anni si era guadagnato la stima di poliziotti e carabinieri per la sua correttezza e professionalità – si continua a leggere nella nota del Sindacato cronisti romani – D'Onofrio è stato testimone di tutti i più grandi gialli e avvenimenti di nera che sono avvenuti nella capitale sin dal dopoguerra e fino ai nostri giorni. Dal giallo della morte di Wilma Montesi, alla decapitata del lago di Castel Gandolfo, dal delitto Casati Stampa, al sequestro di Aldo Moro e gli attentati degli anni di piombo, fino ad arrivare al delitto di via Poma, il giallo poi risolto dell'Olgiata, l'omicidio Marta Russo e del giuslavorista Massimo D'Antona".

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