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Molestie alla Sapienza di Roma: “Le studentesse hanno paura, segnalati almeno 130 casi di violenza”

Secondo i risultati di un questionario sottoposto a quasi mille persone, sarebbero almeno 130 i casi di molestie all’università La Sapienza di Roma. “Più del 66% non sa dell’esistenza del centro antiviolenza, più del 91% della Consigliera di Fiducia”.
A cura di Beatrice Tominic
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"Gli abusi in ateneo sono molti di più dei tredici esposti dalla rettrice: soltanto nel nostro sondaggio, sono 130 le studentesse molestate". È quanto emerge da un questionario rivolto a studenti e studentesse della Sapienza dall'associazione studentesca Sinistra Universitaria Sapienza.

"Almeno 130 studentesse raccontano di aver subito abusi all'interno dell'università. Si tratta di violenze fisiche, verbali e anche digitali: sono tantissimi i casi legati al revenge porn che ci sono stati segnalati – spiega a Fanpage.it Viki di Sinistra Universitaria Sapienza – E sono pochissime a conoscere dell'esistenza di un centro antiviolenza in ateneo e di una consigliera di fiducia".

Come hanno spiegato dalla stessa consigliera Giorgia Ortu La Barbera e dalla responsabile del centro Giuliana Giardi a Fanpage.it, i casi di molestie e violenza di genere potrebbero essere un numero maggiore delle segnalazioni arrivate fino ad ora, più dei 13 casi trattati dalla rettrice Polimeni in commissione Femminicidi. E il questionario diffuso dagli e dalle studenti sembra confermarlo.

Abusi e molestie alla Sapienza: le testimonianze

"Ci siamo trovati testimonianze che raccontavano di docenti uomini che commentavano l'aspetto e il corpo delle studentesse in sede d'esame, di bibliotecari che importunavano le ragazze nei bagni – continua a raccontare – Ci hanno raccontato di studenti uomini che si scambiavano le foto delle colleghe su gruppi Telegram, prese con screenshot dai profili social, divulgate senza consenso e accompagnate da frasi machiste e sessualizzate".

Situazioni che dimostrano poca serietà o veri e propri abusi da parte dei docenti: "Ci hanno detto che durante un esame il docente stava guardando una partita di tennis, dopo la sconfitta del giocatore ha dato la colpa alla studentessa che si trovava con lui in aula. Ma questo è niente – rivela Viki a Fanpage.it – Ad alcune ragazze è capitato, ricevuto un brutto voto, di essere invitate, in maniera viscida e subdola, a "trovare una soluzione" insieme al docente, nel suo ufficio".

Consigliera di Fiducia e centro antiviolenza: ci sono, ma nessuno sa che esistono

Come anticipato, più del 66% delle persone che ha risposto al sondaggio di Sinistra Universitaria non era a conoscenza del centro antiviolenza alla Sapienza. Più del 91% delle studentesse e degli studenti, stando ancora una volta al nostro sondaggio, non è a conoscenza dell’esistenza della consigliera di fiducia: non sa chi sia né quali siano le sue funzioni. "Viene sottolineato spesso, ma evidentemente non abbastanza: serve una pubblicizzazione maggiore, più formazione per il personale docente, tecnico amministrativo e bibliotecario", continua Viki.

Il rischio è che le segnalazioni arrivate a queste istituzioni siano meno di quelle realmente esistenti: "È impensabile rilevare e contrastare la violenza di genere all’interno dell’Ateneo quando i presidi di sicurezza e prevenzione non sono conosciuti da nessuna e nessuno e quando la Governance stessa non adotta investimenti sufficienti per rendere tali presidi più noti nonché capillari", continuano da Sinistra Universitaria.

I dati del sondaggio

I dati emersi dal questionario sono allarmanti. "Il 29,96 % delle studentesse e degli studenti ha assistito almeno una volta ad una discriminazione all’interno dell’università, il 9,92 % almeno una volta ad una molestia – spiega Viki – Non 13, sarebbero almeno 130 gli abusi secondo il questionario, messo a disposizione della comunità studentesca dal novembre scorso, a cui hanno risposto sia ragazzi che ragazze".

Non solo casi eclatanti come lo stupro della studentessa da parte di un infermiere dell'Umberto I durante le ore di tirocinio o altri così gravi da diventare noti anche alle cronache: "La realtà è quindi molto più critica. Si tratta di un mare sommerso di atteggiamenti violenti perpetrati da tutti gli uomini di tutte le categorie, sia studenti che docenti che personale tecnico e amministrativo".

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