Minaccia di morte la moglie: “Ti uccido, ti faccio a pezzi e li butto via un po’ alla volta”

"Ti uccido, ti faccio a pezzi e li butto via un po' alla volta". Sono alcune delle minacce di morte che un trentenne ha rivolto a una ventottenne, per anni vittima di violenze fisiche e psicologiche. Vessazioni e soprusi che si verificavano anche davanti al figlio minorenne. La coppia abitava in un Comune della provincia di Viterbo. Liti che sfociavano in veri e propri pestaggi. Fino a quando, esausta, la donna assistita dall'avvocata Dominga Martines, non lo ha denunciato e sono scattate le indagini. Indagini che si sono concluse con la richiesta di rinvio con giudizio immediato avanzata da parte della Procura, che il giudice delle indagini preliminari ha accolto.
Picchiata brutalmente anche davanti al figlio minorenne
Il giudizio immediato è un procedimento speciale che non prevede l'udienza preliminare, ma si passa subito al dibattimento, come ad esempio quando c'è l'evidenza della prova. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Civita Castellana coordinati dalla Procura della Repubblica di Viterbo nei confronti del trentenne sono scattate a seguito della denuncia della ventottenne. La donna ha raccontato ai militari che il marito la insultava e picchiava. Violenze fisiche e verbali che avvenivano anche davanti al loro figlio minorenne, che andavano avanti da anni e che sono cominciate già da quando lei era ancora diciassettenne.
Minacciata di morte con un coltello alla gola
La donna ha raccontato anche che i maltrattamenti sono degenerati quando ad inizio 2025 il marito l'ha minacciata di morte. Per almeno due volte, come riporta la testata locale Tuscia Web, il trentenne avrebbe rivolto a sua moglie frasi molto violente e preoccupanti. Le diceva: "Ti uccido, ti taglio la gola, finché chiamo i carabinieri sei morta. Dopo che ti avrò ucciso, metterò i tuoi pezzi in una busta e giornalmente li getto". E ancora: "Tempo domani, ti uccido". Subito l'ha picchiata brutalmente, prendendola a calci e pugni fino a puntarle un coltello alla gola. Alcuni giorni dopo la donna si è rivolta in caserma e lo ha denunciato. I militari hanno ascoltato il suo racconto, inviato l'informativa in Procura. La pubblico ministero nei confronti dell'aggressore ha disposto la misura di custodia cautelare. Il gip ha accolto la richiesta di giudizio immediato.