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Covid 19

Lazio, impennata dei malati: oltre 600 letti occupati in 10 giorni. Spallanzani, quasi finiti posti

In dieci giorni i pazienti ricoverati nei reparti ordinari di malattie infettive sono passati da 1.130 a 1.786, cioè sono aumentati di 656 unità. Complessivamente la rete Covid del Lazio può contare ad oggi (gli ultimi posti verranno attivati entro il 7 novembre) su 2.381 posti: significa che ne sono ancora disponibili 595. A questo ritmo di aumento dei ricoveri è semplice prevedere che si esauriranno completamente fra dieci giorni.
A cura di Enrico Tata
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Oltre 600 posti letto occupati in soli dieci giorni. E il numero totale dei ricoverati è già più alto rispetto al picco raggiunto durante la prima ondata della pandemia da SarS-Cov-2 di marzo e aprile. Sono questi, più che l'aumento dei casi giornalieri, i numeri che preoccupano la Regione Lazio. Non tanto l'aumento delle terapie intensive, che per ora rimane relativamente sotto controllo, quanto l'aumento dei ricoveri ordinari e molta parte di essi derivano dall'accesso ai pronti soccorsi degli ospedali, che sono ormai saturi e in grande difficoltà. In dieci giorni i pazienti ricoverati nei reparti ordinari di malattie infettive sono passati da 1.130 a 1.786, cioè sono aumentati di 656 unità. Complessivamente la rete Covid del Lazio può contare ad oggi (gli ultimi posti verranno attivati entro il 7 novembre) su 2.381 posti: significa che ne sono ancora disponibili 595. A questo ritmo di aumento dei ricoveri è semplice prevedere che si esauriranno completamente fra dieci giorni.

D'altra parte, però, il Lazio è una delle regioni italiane con il più alto tasso di pazienti ricoverati e molti di essi si trovano in ospedale soltanto per precauzione, perché in una struttura ospedaliera sono più seguiti oppure semplicemente perché non hanno un altro posto dove andare. Per questo la Regione Lazio sta cercando in tutti i modi di reperire strutture alberghiere per trasferire là quei pazienti clinicamente guariti o non così gravi da avere bisogno di assistenza ospedaliera. L'assessore D'Amato ha annunciato che presto verranno attivati altri 1.450 posti ordinari e altri 80 posti di terapia intensiva. Per quanto riguarda i posti in terapia intensiva la situazione è ancora relativamente sotto controllo: i ricoverati sono 168 sul oltre 500 posti disponibili, più 57 negli ultimi 10 giorni. Significa che a questo tasso di aumento si esaurirebbero fra non meno di un mese (ma presumibilmente gli effetti, seppur minimi, dei dpcm varati dal governo Conte dovrebbero vedersi già prima). Alcuni ospedali Covid sono già pieni e anche l'Istituto Spallanzani ha quasi esaurito i posti letto: stando all'ultimo bollettino disponibile i pazienti ricoverati presso l'istituto sono 250, di cui 40 in terapia intensiva. Stando ai numeri comunicati nell'ultima ordinanza varata dal presidente Zingaretti, l'Istituto può ospitare 278 pazienti Covid, di cui 234 nei reparti ordinari e 44 in quelli di terapia intensiva. Sono disponibili, quindi, 24 posti ordinari e 4 in terapia intensiva.

Nel Lazio indicatori migliori rispetto alla media nazionale

Gli indicatori sull'andamento dei contagi fotografano una situazione grave, ma nettamente migliore rispetto alla media nazionale. Questo nonostante una metropoli come Roma. Il tasso di contagio nel Lazio è di 613 casi per ogni centomila abitanti, meno 32 per cento rispetto alla media italiana. Basso, rispetto alla media, anche il tasso di letalità e il tasso di mortalità. Alto, viceversa, il numero di tamponi effettuati in rapporto alla popolazione. Preoccupa, però, il fatto che il numero di ricoverati abbia già superato di gran lunga il numero fatto registrare durante il picco della prima ondata della pandemia: sono attualmente, come detto, 1.786 i ricoveri ordinari e nella prima ondata sono stati raggiunti 1.468 posti letto occupati. L'indice Rt (l'indice di trasmissibilità del virus), tuttavia, è arrivato nel Lazio a 1,49 (una settimana fa era 1,39), leggermente inferiore a Roma città e leggermente superiore nelle province.

Sebbene i pronti soccorsi siano sotto pressione la Simeu, Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza, ha precisato: "È in corso uno sforzo straordinario per fronteggiare la ripresa virulenta della pandemia sicuramente più impattante sul sistema sanitario regionale rispetto a Marzo e Aprile; Stiamo costantemente garantendo l’assistenza nel rispetto dei protocolli clinico/terapeutici e dei pazienti grazie ad una rete che, anche attraverso strumenti moderni come la telemedicina, garantisce il consulto di qualsiasi figura specialistica necessaria in qualsiasi ospedale della regione. È una fase di grande pressione sui PS ma in nessun caso viene meno l’attività in sicurezza grazie alla ormai consolidata e mai sopraffatta capacità di separazione dei percorsi tra certi/sospetti e non sospetti COVID-19 fin dalla fase di pre-triage".

D'Amato: "Programmati nuovi posti"

"Questa è una guerra contro il virus e contro il tempo. C’è una grande pressione sui pronto soccorso ma non vi è alcuna mancanza di posti letto, che si stanno quotidianamente attivando, poiché quelli programmati sono al momento coerenti con la curva epidemiologica. Le nostre strutture ospedaliere stanno velocemente cambiando pelle e si stanno attivando giornalmente posti letto dedicati al COVID. Stamani ho avuto modo di visitare la nuova area febbre di prossima apertura del pronto soccorso del Policlinico Umberto I che garantirà un’ulteriore rafforzamento della rete. Ho parlato con i professionisti sono tutti fortemente motivati e consapevoli della lunga battaglia che ci aspetta per salvare Roma e il Lazio", ha dichiarato l'assessore D'Amato.

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