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La famiglia di Lavinia, investita all’asilo a 16 mesi: “Inattendibile la testimonianza di una bambina”

La famiglia di Lavinia Montebove, investita a 16 mesi nel cortile dell’asilo dove era uscita senza che le educatrici la controllassero e da quel giorno invalida al 100%, contesta la testimonianza resa da una 14enne che all’epoca dei fatti aveva 10 anni nel processo per stabilire le responsabilità in quanto accaduto.
A cura di Beatrice Tominic
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Potrebbe essere quella di una ragazzina di appena 14 anni la testimonianza a giocare un ruolo chiave nel processo sul caso della piccola Lavinia, la bimba di 16 mesi investita nell'agosto del 2018 all'asilo. Da quel tragico evento Lavinia si trova in stato vegetativo: i suoi genitori, il papà Massimo e la mamma Lara, vogliono che i responsabili paghino. Due le imputate nel processo: la donna, una delle mamme, che ha investito la piccola entrando nel parcheggio dell'asilo con l'automobile e non accorgendosi della presenza di Lavinia nel cortile per lesioni gravissime e la maestra, accusata invece di abbandono di minore.

Subito dopo l'incidente, la maestra e la donna che ha investito la piccola sono salite in automobile per portare Lavinia all'ospedale: a chi sono stati affidati i piccoli da quel momento? Secondo la maestra, sul luogo sarebbero arrivati prima una delle mamme e poi uno dei papà. L'unica certezza oggi è la presenza della 14enne, che all'epoca aveva 10 anni e che si trovava all'asilo come una piccola aiutante della maestra: è lei che aiuterà a fare chiarezza su quanto accaduto quella mattina. "La minore è già stata ascoltata in audizione protetta – ha spiegato a Fanpage.it Massimo, il papà di Lavinia – Adesso spetterà al giudice fare le sue valutazioni".

La corsa in ospedale

Secondo quanto raccontato dalla stessa insegnante, dopo aver compreso quanto accaduto, lei e la donna che ha investito Lavinia sarebbero uscite dalla struttura, portando con loro la bimba ferita e lasciando il gruppetto di bambini presenti con la bambina più grande. Proprio mentre stavano uscendo, sarebbe sopraggiunta la mamma di un altro bambino: a quel punto tutta la classe di minori sarebbe rimasta sotto il suo controllo. Oggi proprio lei ha testimoniato davanti al giudice. La sua versione sembra confermare quanto sostenuto dalla maestra, eppure il racconto appare completamente diverso da quello deposto a qualche mese dai fatti, nel 2018. Per questa ragione, secondo la famiglia di Lavinia e i suoi legali, sarebbe da giudicare inattendibile: "Sono emerse delle contraddizioni evidenti rispetto a quanto dichiarato dalla stessa davanti agli organi di polizia appena due mesi dopo il fatto, che valuteremo eventuali azioni giudiziarie in proposito. Attenderemo comunque la sentenza di primo grado", ha dichiarato a tal proposito l'avvocata Cristina Spagnolo, legale della famiglia Montebove.

La mamma sopraggiunta in auto

Nel pomeriggio di oggi, in aula, si sono susseguite tre diverse testimonianze. Il primo intervento ha confermato la situazione di gravità in cui vive la piccola Lavinia dal momento dell'incidente: la bimba ha un'invalidità totale, per 12 ore al giorno è alle cure di un servizio di assistenza, mentre nelle restanti si occupano di lei i familiari.  Poi hanno parlato le due mamme: entrambe hanno confermato la versione fornita dalla maestra nell'ultima udienza. La prima ha confermato di aver preso in carico l'intera classe, formata da sei bambini, compresa quella di 10 anni: per la prima volta, anche lei ha raccontato questa versione.

"Ho incrociato la macchina della mamma, ho abbassato il finestrino e la maestra, a bordo della stessa auto, mi ha detto soltanto: "Vai, corri dai bambini" – ha raccontato la mamma chiamata a testimoniare oggi – Non ho fatto domande, era tutto così veloce", ha spiegato, sottolineando di non aver fatto caso alla presenza di Lavinia, in quel momento in braccio alla maestra. "Ho bussato all'asilo e una bambina (quella più grande, di 10 anni all'epoca dei fatti, ndr) mi ha aperto: ero l'unica persona adulta, non c'erano collaboratori". Poi, però, anche lei ha lasciato la struttura: era tardi e doveva andare al lavoro. Ha confermato, infine, di non aver incrociato il papà di un altro bambino arrivato dopo di lei: anche lui, nella sua testimonianza, aveva spiegato di aver trovato i bambini soli. Quando era stata sentita dalle forze dell'ordine, due mesi dopo l'incidente, il racconto era invece stato diverso.

La mamma della piccola testimone conferma il racconto della maestra

A chiudere l'udienza, la testimonianza della mamma della bambina più grande che ha riportato quanto raccontato dalla figlia: "Lavinia era con lei e la maestra al parco giochi, verso le 10 sono rientrati tutti. Poi la maestra ha accompagnato un bimbo in bagno e ha lasciato Lavinia davanti alla porta dell'asilo. Poi si sono sentite le urla dal cortile, la maestra le ha detto di chiudersi dentro con i bambini", ha continuato a spiegare la donna. E quando il pm ha chiesto se i bambini fossero stati lasciati soli, ha risposto: "So che subito dopo c’era una mamma e poi un papà, ma non sono entrati".

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