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Lavinia investita all’asilo, parla la maestra: “L’ho persa di vista solo per pochi secondi”

L’avrebbe persa di vista per pochi secondi e la bambina, di 16 mesi appena, avrebbe raggiunto il parcheggio gattonando: ma secondo il papà della piccola ci sono ancora troppe incongruenze.
A cura di Beatrice Tominic
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L'ha persa di vista "per pochi secondi": ma per la piccola Lavinia quel breve periodo di tempo si è rivelato fatale. Si è tenuto oggi un altro appuntamento in tribunale per il processo sulla piccola Lavinia, la bimba investita nel 2018 all'interno del parcheggio di un asilo di Velletri, quando aveva appena 16 mesi. La piccola è stata investita dalla mamma di un altro bambino che frequentava l'asilo con lei, oggi imputata per lesioni gravissime. Stessa ipotesi di reato anche per la maestra, per la quale rischia di aggiungersi anche abbandono di minore. Dopo l'ultima udienza, che si è tenuta lo scorso 12 settembre e in cui è intervenuta la donna che ha investito Lavinia, descritta da lei stessa come un "fagotto rosa" che giaceva in terra, oggi è stata ascoltata proprio la maestra dell'asilo.

"L'udienza di oggi per noi è stata importante perché, per la prima volta, la maestra ha ammesso che Lavinia si trovava con lei e che ne era responsabile al momento dell'incidente", ha raccontato a Fanpage.it il papà della piccola, Massimo Montebove, non appena si è conclusa l'udienza. La maestra dell'asilo di Velletri ha spiegato come sia tutto accaduto in un tempo brevissimo: "Ci trovavamo fuori in giardino, era poco prima delle 10", ha spiegato la maestra, titolare dell'asilo che non sembra fosse a norma al momento dell'incidente. Il gruppetto era formato da cinque bambini, tutti di età compresa fra i 2 e 4 anni, tranne una bimba più grande: fra loro anche il fratellino di Lavinia. A loro, dopo il tragico evento, si sarebbero aggiunti due bambini. Poi, però, sono rientrati nella struttura per fare merenda: "Ho preso in braccio Lavinia e siamo rientrati tutti", ha detto la maestra in aula spiegando che, una volta dentro, ha dovuto accompagnare uno dei piccoli del gruppo in bagno. "Non avevo chiuso il cancelletto pedonale e la porta asoffietto, ho lasciato Lavinia seduta per terra poco distante dalla porta e ho raggiunto il piccolo, quando sono tornata ho sentito le urla provenire dall'esterno – ha detto, riferendosi a quelle lanciate dalla donna che ha investito la piccola – Non mi era mai successo che un bambino uscisse. L'ho persa di vista, ma si è trattato di appena pochi secondi. Me l'avevano affidata e io ne ero responsabile".

La ricostruzione della maestra

Chiamata a deporre nel pomeriggio di oggi, la maestra dell'asilo, che è rimasta tutto il tempo seduta al fianco del suo avvocato, ha continuato a ricostruire gli attimi precedenti all'incidente di Lavinia. Dopo aver fatto sedere la piccola Lavinia e aver accompagnato il bambino in bagno, ha sentito la voce che proveniva dall'esterno: "Ho sentito urlare ‘corri corri' e ho visto Lavinia sdraiata a terra e la donna (che poi si è scoperto averla investita) con le mani alla testa: non riuscivo a capire. Lavinia era a pancia in giù, l'ho chiamata forte e ha mosso il braccino, io stavo urlando".

Quando le è stato chiesto quanto tempo fosse passato fra l'aver visto la bambina e l'aver sentito le grida la maestra ha risposto immediatamente: "Secondi – ha detto, senza essere in grado, però, di quantificare il tempo in maniera più precisa  – So di non aver chiuso le porte, avevo le mani impegnate".

Il corpicino di Lavinia a terra

Una volta sentite le urla la donna è uscita, ha raggiunto il corpicino della bimba e, provandola a chiamare, si è iniziata a preoccupare: "Sul volto non c'erano lacrime, ho pensato fosse grave. Ho visto del sangue dalla nuca, l'ho messa in automobile e siamo andare al pronto soccorso: "Non ho chiamato i soccorsi perché dovevamo sbrigarci – ha detto – Mentre stavamo andando via stava arrivando la mamma di un altro bambino, le ho detto di restare con i bambini e ho portato la piccola all'ospedale mentre la donna che l'aveva investita guidava". Un altro testimone, però, ha già dichiarato nelle udienze precedenti di aver trovato i bimbi da soli. E neppure nel racconto della donna che ha investito Lavinia è comparsa la figura di questa mamma, che sarebbe arrivata in tempo per restare con i piccoli:per questa ragione è stato richiesto di poter ascoltare anche lei nelle prossime udienze.

La maestra ha poi ricostruito anche la prima telefonata con Lara, la mamma di Lavinia: "L'ho chiamata e le ho detto che era successo un incidente", ha spiegato. Nel frattempo la piccola iniziava il viaggio in elicottero verso il Bambino Gesù. La maestra avrebbe poi chiesto alla giovane collaboratrice, di lavare il sangue dal punto dell'investimento: nelle udienze precedenti è stata proprio la ragazza a ricordare di aver portato un secchio alla maestra per pulire per terra. Questo, però, sarebbe in netta contrapposizione con quanto raccontato oggi: "Non ricordo se ci fosse del sangue", ha poi ammesso la maestra che nei suoi 30 anni di carriera non si è mai trovata in una situazione simile.

La reazione della famiglia di Lavinia

Poi la difesa ha mostrato un video di Lavinia, che gattonava veloce sulle scalette di casa per dimostrare che Lavinia era capace di muoversi velocemente e sostenere la versione della maestra, che sostiene di averla persa di vista per pochi secondi.

"Con quel video volevano dimostrare che Lavinia era in grado di muoversi velocemente, ma mia figlia non poteva correre così, gattonava ancora – ha continuato a spiegare a Fanpage.it il papà di Lavinia – Secondo loro, in così pochi secondi, sarebbe riuscita a superare la porta, i cancelletti, un gradino e anche una barriera fino a raggiungere il parcheggio: tutto in due o tre secondi. La maestra ha descritto l'arrivo della seconda mamma come una benedizione, ma ci sono ancora troppe incongruenze nel racconto". Il papà di Lavinia, ancora molto scosso, durante l'udienza ad un certo punto si è visto costretto ad uscire: "L'incidente viene descritto come una tragica fatalità, ma le contraddizioni sono state tante: mi sembrava di stare in un film".

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