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Incendio a Torre Gaia, la vittima è Salvatore Di Maggio: ancora gravi la moglie e il figlio

L’incendio è scoppiato sabato sera, poco prima della mezzanotte, nella sala hobby allestita nell’abitazione. Per Salvatore Di Maggio, 55 anni, non c’è stato nulla da fare.
A cura di Natascia Grbic
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Si chiamava Salvatore Di Maggio l'uomo di cinquantacinque anni morto nell'incendio del suo appartamento a Torre Gaia la sera del 18 marzo. Fondatore della cooperativa sociale Lo Yeti e anche di Ermes, cooperativa per le famiglie rom, era un educatore professionale noto nel mondo del terzo settore. Nel 2016 era finito in un'inchiesta parallela a quella del ‘Mondo di Mezzo', e arrestato: successivamente scarcerato dal Riesame, aveva sempre professato la sua innocenza.

Sul rogo indagano gli agenti del commissariato Casilino Nuovo, tornati domenica mattina nell'appartamento del consorzio privato di Torre Gaia, insieme alla Polizia Scientifica. Secondo le prime informazioni, l'incendio sarebbe partito dalla sala hobby allestita da Salvatore Di Maggio all'interno dell'abitazione. Le cause sono ancora da accertare, al momento sono ancora in fase di indagine. Ciò che è noto è che l'incendio non ha lasciato scampo al 55enne, trovato ormai privo di vita a terra dai vigili del fuoco, accorsi sul posto per spegnere l'incendio e salvare i feriti. Il corpo è stato postato all'obitorio, nei prossimi giorni sarà disposto il nulla osta per consegnare il corpo alla famiglia e procedere con i funerali.

Sono invece fuori pericolo la moglie e il figlio di Salvatore Di Maggio, anche se rimangono ricoverati in ospedale in gravi condizioni.

In un post su Facebook, la cooperativa Lo Yeti ricorda Di Maggio come "creatore ovunque sia passato, di reti solidali da contrapporre agli egoismi in cui siamo tutti quotidianamente compressi". "Senza retorica, chi lo ha conosciuto lo sa, una persona capace di ascoltare, buona e talmente riservata che per trovare una sua foto abbiamo scorso la galleria fino a nove anni fa".

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