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Il Gazometro di Roma: storia e futuro del Colosseo di ferro

A Roma è quasi impossibile non conoscerlo e non averlo mai visto. Lo hanno chiamato ‘Colosseo industriale’ o ‘Colosseo moderno’. Per tutti è il gasometro, o gazometro, e serviva a immagazzinare il gas di città. Adesso è un enorme manufatto di archeologia industriale. All’interno la storia e il futuro del gazometro.
A cura di Enrico Tata
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Quasi 90 metri di altezza, 1551 pali infissi per una lunghezza complessiva di 36 chilometri, 63 metri di diametro. A Roma è quasi impossibile non conoscerlo e non averlo mai visto. Lo hanno chiamato ‘Colosseo industriale' o ‘Colosseo moderno'. Per tutti è il gasometro, o gazometro, e serviva a immagazzinare il gas di città. Adesso è un enorme manufatto di archeologia industriale.

La storia del Gazometro

Gli interventi in quella zona, un'ansa del Tevere del quartiere Ostiense, sono stati voluti dal sindaco Ernesto Nathan. Vennero creati il Porto Fluviale, la Centrale Termoelettrica Montemartini, i Mercati Generali, il Consorzio Agrario, gli impianti Mira Lanza e i Molini Biondi, e, per l'appunto, lo stabilimento del gas. Nel 1926 è nata la Società Romana Gas, che era composta inizialmente da tre piccoli gazometri e in seguito l'area fu completata con un quarto, grandissimo gazometro, di pari dimensioni di quello già esistente a Berlino anche per suggellare l"Asse' tra Italia e Germania. Nell'estate del 1937 la costruzione fu definitivamente completata e il gazometro entrò in funzione. Il gas fu utilizzato per illuminare Roma grazie a Pio IX dalla seconda metà dell'800 e dal 1890 comincio ad essere utilizzato nelle case (per le cucine a gas e gli scaldabagni). L'Officina di San Paolo, di proprietà di Italgas e di cui faceva parte il gazometro, fu gradualmente dismessa nei primi anni '60 poiché si stava diffondendo il gas metano, un gas naturale e più sicuro. Il metano divenne il combustibile più adoperato e quell'area industriale fu ben presto abbandonata. Attualmente il gasometro è un nodo di smistamento del gas in tutta Roma.

Il futuro del Gazometro

Il gazometro è stato molto utilizzato come sfondo per scene di film. Appare nell'Accattone di Pasolini e nel film ‘Le fate ignoranti' di Ozpetek, solo per fare due esempi. Non solo: il cantautore Claudio Baglioni si è laureato a 53 anni in Architettura proprio con una tesi sul restauro e la riqualificazione urbana del Gasometro di Roma. Il grande gazometro è ormai diventato parte della città e del suo paesaggio urbano, ma negli anni sono stati tanti i progetti, mai portati a termine, per una sua riqualificazione: dalla Città della Scienza alla casa dello studente fino alla Biblioteca centrale di Roma Tre.

Durante la Notte Bianca del 2006 il gazometro è diventato un monumento d'arte contemporanea, diventando il Luxometro. Era diventato infatti una enorme opera luminosa in grado di emettere luci con oltre un milione di lampadine led. Allo spettatore il Luxometro riserverà un’esperienza memorabile, forte e coinvolgente …enormi volumi, vuoti, linee direzionali, masse di luce, contrasti dimensionali e deformazioni ottiche. Le sensazioni psico-sensoriali variano continuamente a seconda della distanza, della direzione della visuale, del lato di percorrenza, delle condizioni atmosferiche … un’opera eclatante e contemplativa al tempo stesso, visibile e udibile da tutta la città", aveva spiegato l'autore dell'opera. Recentemente, a marzo 2020, è stato illuminato con i colori del tricolore italiano per rendere omaggio alle vittime del coronavirus.

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