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I Savoia rivogliono i gioielli conservati in Banca d’Italia dal 1946: valgono 300 milioni di euro

Previsto per oggi l’incontro fra l’avvocato dei Savoia, Sergio Orlandi e i rappresentanti della Banca d’Italia, della presidenza del Consiglio e del ministero dell’Economia: gli eredi della casata, infatti, rivogliono i gioielli conservati nella Banca d’Italia dal 1946.
A cura di Beatrice Tominic
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Si tiene oggi, martedì 25 gennaio, il primo incontro fra l'avvocato degli eredi dei Savoia, Sergio Orlandi e i rappresentanti della Banca d'Italia, della presidenza del Consiglio e del ministero dell'Economia. Tramite il loro legale, infatti, gli eredi dei Savoia, il principe Vittorio Emanuele e le principesse Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice, vogliono chiedere la restituzione dei gioielli appartenuti alla loro famiglia e custoditi dal giugno 1946 in uno scrigno all'interno di un caveau della Banca d'Italia: nel caso in cui non si dovesse trovare un accordo, come scrive in un articolo di oggi Il Corriere della Sera, gli eredi della famiglia reale dei Savoia hanno intenzione di citare in giudizio lo Stato italiano.

Il primo tentativo di restituzione

Non è la prima volta che gli eredi della casata dei Savoia avanzano questa richiesta. La richiesta di restituzione di questo tesoro è già stata inviata alla Banca d'Italia il 29 novembre del 2021 tramite raccomandata inviata alle tre istituzioni. Il giorno dopo, però, è arrivata la risposta da parte dei legali della Banca d'Italia, Marco Di Pietropaolo e Olina Capolino in cui dichiaravano che la restituzione non poteva essere accolta.

I gioielli custoditi alla banca centrale

I gioielli sono stati inseriti nello scrigno all'interno del caveau tre giorni dopo il referendum costituzionale del 2 giugno 1946, quando Falcone Lucifero, ministro della Real Casa, li ha consegnati a Luigi Einaudi, che all'epoca era il governatore della Banca d'Italia, sotto incarico di Umberto II. Nel verbale consegnato insieme ai gioielli, era specificato che quel tesoro sarebbe stato affidato "in custodia alla cassa centrale […] a disposizione degli aventi diritto". Secondo Emanuele Filiberto di Savoia, gli aventi diritto sono proprio gli eredi e, per avvalorare la sua tesi, sfrutta anche la mancata formalizzazione della confisca, avvenuta, invece, per tutti gli altri beni, sia mobili che immobili.

I gioielli dei Savoia: un tesoro per 300 milioni di euro

Lo scrigno all'interno del caveau della Banca d'Italia conserva un vero e proprio tesoro. Fra gli oggetti preziosi custoditi, si contano 6732 brillanti e 2mila perle di diverse misure applicati a orecchini, diademi, spille e collier. Non è ben chiaro a quanto ammonti il valore totale dei gioielli anche perché, ufficialmente, non è mai stata effettuata alcuna valutazione: si stima, però, che possa aggirarsi sui 300 milioni di euro o poco meno.

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