Estorce migliaia di euro a minori dopo averli adescati sui social: “Se non paghi dico che sei gay”
Un uomo di 33 anni è stato arrestato dalla Polizia di Stato di Latina. L'accusa è molto grave: il 43enne adescava dei minorenni sui social network, poi li minacciava dicendo che avrebbe reso pubblici gli incontri e detto a tutti della loro presunta omosessualità. Quello che i ragazzini dovevano fare era dargli dei soldi: il 33enne pretendeva pagamenti su conti del circuito telematico paysafecard, tutti intestati ad altre persone ma in uso a lui. E le richieste di soldi non cessavano ma si facevano sempre più insistenti, con ripetuti messaggi minatori su WhatsApp.
Il modus operandi dell'uomo era sempre lo stesso. Tramite un profilo sui social network contattava ragazzini, esclusivamente minorenni, e carpiva la loro fiducia. Gli mandava messaggi, diceva di fidarsi, e poi proponeva un incontro. Dopo che si erano visti, partivano le minacce. L'uomo iniziava a mandare messaggi di WhatsApp ai minori dicendo che se non avessero pagato avrebbe reso pubblici gli incontri e detto a tutti che erano omosessuali. I ragazzini, non sapendo che fare, continuavano a dargli del denaro. Ma per loro l'incubo era appena iniziato: il 33enne non aveva intenzione di smetterla e le sue richieste si facevano sempre più frequenti, gettandoli nella disperazione.
Le indagini sono partite dalla denuncia di un ragazzino di sedici anni. L'uomo gli aveva estorto in tutto 2700 euro, che il giovane gli mandava su un conto. I soldi li prendeva dal conto della madre, che non si era accorta dell'ammanco e non sapeva nulla di tutta la vicenda. Quando ha visto che l'uomo continuava a chiedergli soldi ha deciso di denunciare tutto alla Polizia di Stato. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile, hanno accertato la responsabilità dell'uomo e scoperto nuove vittime, tra cui un ragazzino che nel tempo gli aveva versato fino a 10mila euro. Non solo: il minore era stato costretto a intestarsi il cellulare dell'aguzzino, che così non poteva risultare dai tabulati telefonici. Adesso il 33enne si trova nel carcere di Frosinone: è accusato di estorsione e atti persecutori.