Esplosione a Roma, agenti travolti per salvare due uomini: “Erano ancora nel locale, ci siamo detti ‘andiamo’”

L’agente Francesco D’Onofrio e il vice ispettore Marco Neri sono ricoverati al Policlinico Umberto I. “Non siamo riusciti a fare molta strada per metterci in sicurezza, appena c’è stata l’esplosione ci ha travolti e ci siamo trovati avvolti dalle fiamme”.
A cura di Natascia Grbic
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A sinistra l’agente Francesco D’Onofrio, a destra il vice ispettore Marco Neri
A sinistra l’agente Francesco D’Onofrio, a destra il vice ispettore Marco Neri

Sono stati travolti dall'esplosione perché, invece di mettersi in salvo, hanno capito che due persone mancavano all'appello. Lo scoppio era imminente, ma l'agente Francesco D'Onofrio e il vice ispettore Marco Neri si sono lanciati all'interno del locale dove erano ancora presenti due uomini. Li hanno trovati, portati fuori di peso, e messi su una pattuglia, che si è allontanata velocemente. Si sono poi spostati verso un terzo uomo vicino ai Vigili del Fuoco, si sono mossi per portare via anche lui, ma sono stati travolti dalle fiamme.

"Non ho sentito dolore ma ho visto il mio corpo bruciare – spiega il vice ispettore Marco Neri -. Se lo rifarei? Certo, io come tutti i miei colleghi". I due agenti sono ricoverati al Policlinico Umberto I con numerosi traumi e ustioni. Il percorso da affrontare, per guarire, non sarà semplice: le dimissioni non sono vicine, e anche la convalescenza non sarà breve.

"Avevo il turno di mattina ed ero il capo pattuglia ieri – spiega l'agente D'Onofrio, il primo ad arrivare sul posto -. Verso le 8 ci è arrivata una segnalazione dal commissariato di Torpignattara che parlava di un'esplosione a via Gordiani. Eravamo la macchina più vicina, appena arrivati sul posto ci siamo resi conto di quel che stava accadendo". Quando D'Onofrio è arrivato, ha visto la stazione di servizio circondata dal fumo. "Il fuoco diventava sempre più esteso, ho chiesto immediatamente l'ausilio di altri equipaggi per circoscrivere la zona ed evitare che vetture e civili potessero transitare in quel punto. Abbiamo cinturato l'area ma ci siamo resi conto che nei pressi c'erano moltissime persone non ancora evacuate. Fortunatamente sono arrivate anche altre pattuglie, tra cui quella del vice ispettore Marco Neri, e siamo riusciti a portare via tutti. Alcune persone però erano rimaste: volevano salvare il salvabile, ma ci trovavamo di fronte a un'imminente strage e gli abbiamo detto che l'unica cosa da salvare era loro stessi".

"Quando abbiamo visto le fiamme abbiamo capito la serietà dell'intervento – spiega il vice ispettore Neri -. Non era il solito incendio di sterpaglie, ma un deposito Gpl. Mi è subito venuta alla mente la strage di Viareggio, e abbiamo deciso di operare nel miglior modo e il più velocemente possibile".

"Le fiamme si allargavano sempre di più verso via Prenestina – dice Neri -. È arrivata un'altra pattuglia con l'ispettore Celletti e siamo riusciti a chiudere perfettamente la zona. I pompieri nel frattempo stavano cercando di spegnere le fiamme, noi abbiamo sollecitato l'arrivo di altro personale dei Vigili del Fuoco. Si sentivano le prime esplosioni dalle colonnine e ci siamo resi conto che lo scoppio era imminente".

"Durante le attività di evacuazione abbiamo notato che mancavano all'appello due persone, rimaste all'interno della struttura – continua D'Onofrio -. A quel punto io e Neri ci siamo guardati e ci siamo detti ‘dobbiamo andare'. Ci siamo catapultati dentro, fortunatamente abbiamo trovato i due uomini che mancavano nonostante il fumo denso e li abbiamo portati fuori, vicino a una pattuglia che si è subito allontanata. Noi non siamo riusciti a fare molta strada per metterci in sicurezza, appena c'è stata l'esplosione ci ha travolti e ci siamo trovati avvolti dalle fiamme. Non auguro a nessuno una cosa del genere".

"Ho visto D'Onofrio bruciare accanto a me, il collega dei Vigili del Fuoco sbalzato dall'onda d'urto – conclude Neri -. Eravamo feriti, ma l'adrenalina ci ha fatto uscire a tutti e tre. Pure l'ispettore Celletti è rimasto coinvolto, sbalzato a quindici metri dall'onda d'urto. Ci ha detto ‘pensavo che non c'eravate più". Ci ha detto bene. Oggi, ieri, sono giorni che vanno festeggiati: nessuno è morto, tanto spavento ma la catastrofe è stata evitata".

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